CULTURA & SOCIETA'

Spadafora al Social Cinema Forum «Diciamo no alle discriminazioni, sui diritti umani nessun passo indietro»

A Ischia Global la partecipazione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche Giovanili. Gli interventi dello lo sceneggiatore premio Oscar Steven Zaillian, lo scrittore Erri De Luca, il regista afro-americano Antoine Fuqua, il filmaker italiano Simone Godano e l’attrice Stefania Casini

L’arrivo al Festival di Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche Giovanili, innerva di istituzionalità l’ultima mattinata di incontri di Ischia Global Fest. Impegnato da tempo sui temi della solidarietà sociale e di lotta alle discriminazioni (dopo anni di volontariato dell’Unicef Italia, di cui fu nel 2008, il Presidente il più giovane al mondo, Spadafora è oggi fortemente partecipe ad avvicinare le nuove generazioni alla cittadinanza attiva, coinvolgendo i giovani nei percorsi decisionali e offrendo loro occasioni di crescita concrete. Anzitutto attraverso del Consiglio Nazionale del Giovani, istituito con legge e che, per legge, è chiamato a fornire un parere su ogni provvedimento (legislativo o amministrativo generale) che impatta sulla condizione giovanile del nostro Paese, ma anche attraverso il progetto ‘Fermenti’, mettendo a bando circa 20 milioni di euro per la partecipazione attiva delle nuove generazioni alla vita economica, sociale e culturale; riducendo al minimo gli adempimenti burocratici e facilitando il dialogo e l’interazione con le istituzioni.

«In un contesto come quello attuale, è importante portare avanti battaglie con coerenza», ha esordito Spadafora in un panel dove erano presenti, tra gli altri, lo sceneggiatore premio Oscar Steven Zaillian, lo scrittore Erri De Luca, il regista afro-americano Antoine Fuqua, il filmaker italiano Simone Godano, l’attrice Stefania Casino. «Sono lieto di essere qui a Ischia Global Festival per confrontarmi con persone così diverse, provenienti da nazionalità e formazioni differenti, e confermare che anche in Italia, sul tema dei diritti, non si possono fare passi indietro. Anzi, è necessario portare il nostro paese a livello di altre realtà europee. I modi sono diversi, naturalmente chi governa ha una responsabilità in più: non solo fare chiacchiere, ma dare per primi l’esempio, moderando, ad esempio, linguaggi, espressioni toni che siano lesivi di questi diritti.»

L’attenzione è rivolta soprattutto ai giovani. «I pregiudizi appartengono più agli adulti che ai ragazzi, più liberi di guardare con attenzione il prossimo. Investire sulle nuove generazioni è il modo migliore per costruire una società migliore.» Per questo è nato #OggiProtagonistiTour, viaggio itinerante a bordo di un truck nelle principali città italiane (da Milano a Macerata, da Napoli a Palermo) per ascoltare, dialogare, stimolare la partecipazione attiva e l’inclusione del maggior numero di giovani. Durante il tour, promosso dall’Agenzia nazionale Giovani, tante storie positive, esempi virtuosi di ragazzi che, partendo da contesti di svantaggio, sono riusciti con determinazione a realizzare i propri sogni e i propri obiettivi.

Steven Zaillian ha ricordato il pericolo crescente di formazioni neonazi, non solo in Europa, raccontate con sguardo sorprendentemente crudo. «Skin, di Guy Nativ, è un esempio di come si possano affrontare queste questioni in maniera diretta, anche brutale immergendosi in questioni spinose del nostro tempo. Il razzismo, l’odio verso l’altro, sono temi che non vanno sottovalutati. E’ un film che dovrebbe essere mostrato nelle scuole farlo vedere potrebbe essere una buona idea. La formazione è fondamentale.»

Per il regista Antoine Fuqua (“Training day”, “The Equalizer”), «per i diritti umani, in Usa, siamo a un bivio. Dobbiamo decidere, come paese e come popolo, cosa vogliamo essere nel futuro. Chiunque abbia una piattaforma, visibile agli altri, deve sfruttarla per prendere posizione, per arricchire il dibattito sui diritti umani. Parlarne, anche attraverso decisioni politiche. Ci vuole più coraggio. E più sacrificio. Saper rinunciare in nome di qualcosa di superiore. Ci sono ancora tante cose che gli Stati Uniti non hanno ancora riconosciuto o ammesso. Solo mettendoci davanti a uno specchio riusciamo a fare una passo avanti decisivo.»

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L’impegno convinto di Spadafora per il sociale e le Pari Opportunità non finisce qui. Lo scorso ottobre il sottosegretario ha istituito con decreto il Tavolo di consultazione permanente per la promozione dei diritti e la tutela delle persone Lgbt. Tavolo nato «al fine di favorire informazioni e scambio di conoscenze, dati, best practice ed elaborare proposte di azione volte a contrastare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, promuovere un clima di rispetto della dignità delle persone Lgbt e divulgare la cultura delle differenze». 

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«Con il nostro film “Croce e delizia”», ha ricordato Simone Godano «abbiamo voluto raccontare l’amore omosessuale maturo tra Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio. Non un momento di scoperta nell’adolescenza, ma l’esperienza di due persone mature, addirittura nonni, che scelgono di vivere secondo le proprie regole, contrastati da figli e nipoti che non vedono di buon occhio questa relazione. È un tema raccontato in chiave di commedia, se ti sentimentale magari non è proprio un film politico in senso stretto, ma il messaggio è quello di non mettere da parte i sentimenti, lasciarsi sorprendere dalla vita.»
Sul tema scottante dei migranti e delle discriminazione di genere, è intervenuta anche l’attrice Stefania Casini, caschetto tra Valentina e Louise Brooks, indimenticabile interprete di “Suspiria” di Dario Argento, “Le castagne sono buone” di Pietro Germi, “Novecento” di Bernardo Bertolucci. «Da qualche anno – racconta l’attrice che ha a Ischia Global ha presentato “Dafne” – sono nel Board di DEA (Comitato Donne & Audiovisivo), che per tre anni ha intercettato una serie di dati in un mondo ancora “patriarcale”. Abbiamo appena presentato una ricerca che si commenta da sola: le registe in Italia sono il 14,9 per cento, le sceneggiatrici il 24, le autrici del soggetto il 22.

Solo il 10% delle donne registe riesce a fare film in mondo patriarcale. Le cose stanno cambiando, ma c’è ancora una resistenza insopportabile ad affidare alle donne un ruolo di comando. Eppure il loro punto di vista sui diritti umani resta incredibilmente interessante.»
I migranti nel Mediterraneo? «Mare nostrum nightmare. Quello che è stato sempre un luogo di incontro di civiltà e culture è diventato una bara. Trovo orribile pensare di poter chiudere le frontiere. Esiste un diritto dell’essere umano, un diritto superiore a scappare da guerre, persecuzioni e carestie, non che non può essere violato.»

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