CRONACA

Il dolore di Pasquale: «Il paradiso è diventato inferno»

La testimonianza di Pasquale Monti, che era a casa con la sua famiglia: «Sono vivo, i miei nipoti no.Veniva giù di tutto, era buio. Poi col giorno abbiamo visto che era una tragedia enorme»

Pasquale Monti, arriva con l’auto fin sul tetto di quel che un tempo era la sua casa, oggi è una pista per scavatori e ruspe, quando capita.È bellissimo qui quando ci sono queste giornate di sole così, era un paradiso». Gli andiamo incontro mentre cammina con il suo cane sulle rovine di casa, per non dimenticare, per non abbandonare la propria vita, gli affetti. Ma è qui in questo paradiso tra il Celario e Santa Barbara che i suoi nipoti, due famiglie intere, sono state inghiottite e trascinate via il 26 novembre 2022 durante la Valanga. Pasquale è sopravvissuto, salvandosi con sua moglie, le sue figlie ed i loro mariti, i nipotini.12 vittime, vite distrutte.È Pasquale il primo a farci le domande: «Di che cosa dobbiamo parlare?»,chiede mentre si gode l’affetto del suo fido. «Soffre terribilmente la mia mancanza, quando sono lontano mi sento in pensiero per lui», ci spiega poi abbracciandolo, mentre indugia scrutando verso caso con un occhio alla montagna del Celario. Mi faccio coraggio e provo a chiedergli di un anno fa, della sua famiglia, di oggi e del futuro. 

Sei un sopravvissuto, ma purtroppo non tutti ce l’hanno fatta…

«Ritengo di essere un miracolato io e la mia famiglia siamo vivi, alcuni miei nipoti no. Come non ricordare, come fai a dimenticarli, non si possono dimenticare questi momenti così brutti e tragici purtroppo la vita continua avanti e ci dobbiamo difendere bisogna lottare. Tu che dici?».

E’venuta giù una montagna, tu che praticamente sei nato qui, avevi capito, cosa sentivi?

«Non c’era niente che non arrivasse giù, tra tronchi, ceppi, pietre grandi, detriti.Non è mancato niente, quel che cadeva giù era un pò di tutto.Abbiamo avutouna grande sciagura, però è importante che siamo qui…poi non riesco ad essere altrove».

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Quando sei uscito fuori quella notte che cosa hai visto?

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«Mah… non si vedeva niente perché era buio, poi man mano che passava il buio, è venuto giorno e si è capito che la tragedia che era accaduta era proprio enorme!E chi l’avrebbe mai pensata una cosa del genere.Purtroppo, è così: è successo. Bisogna andare avanti, farsi carico ed affrontare quello che è accaduto con la speranza che ci riprendiamo perché abbiamo anche l’obbligo di lottare per chi è rimasto».

Dobbiamo lottare soprattutto perché non accada mai più!

«Non è questo, noi non lo sappiamo se accade o non accade mai più, perché contro la natura non possiamo fare niente, quando si ribella, la natura si ribella e basta.Quello che ci porta quello ci prendiamo!»

Come si sintetizza quanto accaduto? Il paradiso si è trasformato in un inferno?

«La parola giusta: in un inferno, ma speriamo che piano piano, in paradiso, ci torniamo un’altra volta».

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