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Si scrive Forio, si legge Calcutta: quando la condotta diventa il Gange

Non basta la campagna denigratoria del Salvini di turno. Non basta lo sciacallaggio mediatico di cui è vittima da sempre il Mezzogiorno. Non basta, infine, lo sforzo profuso da alcuni cittadini virtuosi per scrollarci di dosso l’etichetta di “terroni e colerosi”. Il destino dei meridionali e degli isolani, evidentemente, è quello di raschiare il fondo. Forio, pur avendo tutte le carte in regola, non contribuisce ad alzare l’asticella, e rischia di sprofondare in un baratro dal quale sarà molto difficile riemergere. Ieri mattina, nell’area portuale, si è consumato l’ennesimo, vergognoso e intollerabile scempio. A causa di un malfunzionamento che ha interessato l’impianto di sollevamento dei reflui, dallo stesso è fuoriuscita una schiuma bianchissima e – udite, udite! – dell’insalata: inutile dire che il tutto è finito in mare, generando un olezzo insopportabile.

Come era facile prevedere, la scena non è passata affatto inosservata. La condotta, è bene ricordarlo, si trova nei pressi di piazzale Cristoforo Colombo e a pochi metri dallo scalo portuale, ovvero due luoghi molto frequentati non solo dai residenti pendolari, ma anche dai turisti che decidono – anche in questo periodo dell’anno – di trascorrere un soggiorno sull’isola verde. Una vacanza che, ahinoi, viene rovinata da simili episodi, che non dovrebbero in alcun modo accadere (per giunta in pieno giorno) in un paese civile. Per carità, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, ma nel caso di specie ci sembra che questa stia diventando una triste consuetudine.

Non è la prima volta, infatti, che l’impianto di piazzale Colombo desta l’attenzione dei media locali e dell’opinione pubblica: analoghi incidenti di percorso si sono verificati anche nel recente passato, suscitando l’indignazione di molte persone, che sono scappate via a gambe levate e portando il pollice e l’indice al naso. La stessa indegna sequenza, per l’ennesima volta, si è ripetuta ieri mattina sortendo gli stessi effetti delle puntate precedenti. Un passante, vedendoci scattare le fotografie che vi proponiamo nell’odierna edizione del nostro quotidiano, ci ha esortato a denunciare questo indecente spettacolo e a richiamare chi di dovere alle proprie responsabilità.

Cogliendo il suggerimento del nostro lettore e plaudendo ai due operai che si sono repentinamente recati in loco, esortiamo l’amministrazione comunale e chi gestisce l’impianto a monitorarlo con maggiore frequenza, e questo per evitare che in futuro si ripresenti lo spiacevole problema. Il Comune di Forio e l’isola d’Ischia vivono essenzialmente di turismo: il “piccolo Gange” foriano, se lasciato al proprio squallido destino, rischia di trasformare Forio in Calcutta. E questa concreta possibilità, francamente, sarebbe meglio evitarla.

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