Sironi e Di Guida: «Scuola in presenza ma adesso la DAD non fa (più) paura»
Intervista “doppia” de Il Golfo ai dirigenti scolastici del “Telese” e del “Mennella” ai quali abbiamo indirizzato le stesse domande: dalle tante incognite che ancora aleggiano sul comparto dell’istruzione, passando per le vaccinazioni, passando per l’immancabile appello rivolto a genitori e studenti. Questi ultimi, ovviamente, riconosciuti come le maggiori vittime di questo lungo periodo di pandemia

L’inizio del nuovo anno scolastico non è poi così lontano. Secondo voi, ovviamente a intuito, sarà possibile ipotizzare il ritorno in presenza o la DaD è ancora un rischio concreto?
SIRONI: «Il discorso è abbastanza complesso: ci dicono che la DaD sarà una extrema ratio nel momento in cui le regioni passeranno a colorazione arancione o rossa, ma chiaramente non toccherà a noi dirigenti decidere. Ad ogni modo, ad oggi, oltre al decreto “green pass” e all’ultimo verbale del Comitato Tecnico-Scientifico, siamo in attesa di analizzare per bene il Protocollo di Sicurezza da parte del Ministero dell’Istruzione e soprattutto siamo in attesa di capire come poter verificare i green pass dei docenti a scuola, pertanto dobbiamo ancora capire quali saranno le istruzioni e gli strumenti a nostra disposizione. Non abbiamo al momento modo di capire quale sarà l’andamento dell’emergenza in Italia ed i relativi sviluppi, certo è che noi faremo tutti gli sforzi possibili per garantire la frequenza in classe per tutti gli studenti il più a lungo possibile. Al momento l’unica novità è proprio la certificazione verde, mentre tutte le altre disposizioni di sicurezza su distanziamento, mascherine e numerazioni delle classi, sembrano essere rimaste le stesse».
DI GUIDA: «Le intenzioni del Ministro e del Governo sono chiare, e cioè si vuole garantire sin da subito la didattica in presenza per tutti gli studenti, con le dovute eccezioni, ad esempio per quegli studenti particolarmente fragili che non potranno frequentare in presenza la scuola. Nella migliore delle ipotesi noi erogheremo un servizio di didattica in gran parte in presenza, con percentuali minime di gruppi di studenti o classi in DaD, sulla base dei dati epidemici e sanitari anche sulla popolazione studentesca. Ci auguriamo però appunto che si tratterà di casi isolati e con numeri relativamente contenuti, e che non si ritorni indietro ad una didattica completamente online».
Si parla di obbligo di vaccinazione per il personale scolastico, siete favorevoli o contrari?
SIRONI: «Al momento l’unico obbligo in vista sarà quello del pass, un obbligo di trattamento sanitario può essere disposto solo per legge, pertanto tocca al Governo e al Parlamento prendere una decisione in merito. Ad eccezione dei sanitari, per i quali tra l’altro vige l’obbligo, la categoria dei docenti scolastici è quella che ha il più alto tasso di vaccinazione tra i professionisti del settore pubblico; ciò significa che la comunità dei docenti e del personale scolastico ha già risposto benissimo alla campagna vaccinale, al di là di eventuali obblighi, che ad oggi potrei vedere anche come non necessari, nonostante in linea di principio non mi vedo contrario».
DI GUIDA: «Ormai è assodato che bisogna vaccinarsi e tutto il personale scolastico dovrà essere vaccinato, anche a seguito delle linee guida sul controllo dei green pass. A mio avviso tutte le linee guida emanate fino ad oggi per la scuola sono chiare ed esaustive e credo che sapremo affrontare nel migliore dei modi l’inizio del nuovo anno scolastico. È importante sapere però che, per motivi sanitari, ci saranno diverse persone nel personale scolastico che non potranno vaccinarsi a causa di problemi di salute, e dovremo prevedere per loro dei compiti diversi che li tengano più protetti. C’è un grande movimento di opinione che sta facendo interrogare il Ministro ed il Governo, in interlocuzione con i sindacati, sulla possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale per il personale scolastico ed affinché non si arrivi ad una misura eccessiva: su questo posso solo dire che tra gli impiegati pubblici i docenti sono coloro che si sono vaccinati più di tutti ed in gran numero ed abbiamo già una buona copertura vaccinale».
Nell’ipotesi peggiore, che nessuno si augura, è ipotizzabile una didattica in presenza anche a turni alterni per fare in modo che la frequenza possa essere garantita?
SIRONI: «Beh, chi conosce la storia del ‘Telese’ non può non sapere tutte le vicissitudini e le soluzioni adottate già in passato in situazioni di criticità e carenza di aule per il numero di studenti: diciamo che la fantasia non ci manca. Ma al di là della didattica in sé, ciò che mi dispiace realmente, e lo dico in tutta sincerità, è che nessuno abbia voluto finalmente mettere mano a tutti quegli atavici problemi che già affliggevano il mondo della scuola nell’era pre-Covid: non è stata presa alcuna decisione per affrontare i problemi strutturali della scuola. Anche al ‘Telese’, ad oggi, abbiamo gli stessi problemi di due anni fa».
DI GUIDA: «Questo possiamo certamente prevederlo, grazie agli strumenti digitali e alla flessibilità organizzativa di cui già disponiamo. Il mio obbiettivo è comunque di garantire il più possibile la frequenza in classe, ma tutto dipenderà dall’evolversi di una nuova ondata di contagi e da ciò che deciderà il Presidente della Regione Campania. Veniamo da un anno dove la Campania è la regione che più di tutte ha subito la chiusura delle scuole e mi auguro invece che a settembre possa esserci una scuola aperta per tutti».
La DaD, a cui si è fatto spesso ricorso in quest’ultimo anno e mezzo, ha lasciato anche qualcosa di significativo in proiezione futura? In che cosa si è rivelato uno strumento di insegnamento quantomeno da non disprezzare?
SIRONI: «Guardi, io reputo la didattica a distanza una soluzione d’emergenza, che non può sostituire del tutto quella in presenza. Ritengo anche però irragionevoli le polemiche che ci sono state su questo tema, perché all’epoca, evidentemente, non si è voluto vedere il fatto che eravamo in una pandemia, in un’emergenza mai affrontata prima, ed ho considerato futili tanti dibattiti in merito. Con tutti i suoi limiti, la DaD è stato uno strumento molto utile per garantire la didattica in un momento dove non si poteva fare altrimenti. La didattica digitale è comunque ormai diventata organica e parte integrante del sistema scolastico italiano, e su questo devo dire che il Paese si è fatto trovare impreparato e molto arretrato: da qui tutte le difficoltà riscontrate nei primi mesi di didattica a distanza. Il mondo si è comunque trasformato, ed occorre adeguarsi all’era digitale, potenziando gli strumenti a disposizione dei nostri ragazzi. Le competenze digitali fanno ormai parte del percorso formativo di chiunque e l’uso consapevole degli strumenti digitali è una ‘competenza di cittadinanza’. Sta in questo il riconoscere il valore della didattica a distanza».
DI GUIDA: «Vede, a scuola tutto ciò che viene proposto come innovativo lascia sempre il segno, siamo istituti di cultura ma anche di ricerca, e abbiamo fatto il meglio possibile con l’utilizzo degli strumenti digitali. Il loro utilizzo ha certamente ampliato le competenze ed il bagaglio culturale degli studenti e, pertanto, non credo che la DaD sia stata un’esperienza negativa: era l’unica soluzione possibile e addirittura alcune scuole sono cresciute grazie ad essa. Forse il problema è stata l’assolutizzazione di tale modalità didattica per tutti e in tutti i campi per un anno intero. È ora importante un serio lavoro di recupero di alcune competenze perse da parte degli studenti».
Come pensate potrà essere organizzata la didattica con una platea di studenti inevitabilmente divisa tra vaccinati e non vaccinati? Quali criticità logistiche ed organizzative potrebbero verificarsi?
SIRONI: «Al momento non sappiamo nemmeno chi tra gli studenti sia vaccinato o meno, e certamente la soluzione non potrebbe mai essere quella di fare classi divise tra vaccinati e non vaccinati. Non abbiamo ancora gli strumenti per capire come gestire le criticità logistiche ed organizzative che affronteremo, e potrei dire cose che potrebbero essere smentite dal Governo di qui a 48 ore».
DI GUIDA: «Sappiamo bene ormai che con il distanziamento e l’uso delle mascherine si abbassano notevolmente le possibilità di contagio, quindi non sono particolarmente preoccupata per la didattica in classe, sono più preoccupata per una serie di attività extrascolastiche che gli studenti non vaccinati probabilmente non potranno fare, perché si esporrebbero gli alunni ad un rischio maggiore di poter essere contagiati e forse dovremmo organizzare una scuola a doppia proposta: parlo di viaggi d’istruzione, attività di partnership con aziende e stage, per i quali verranno inviati per lo più studenti vaccinati, altrimenti i rischi sarebbero ingestibili».
Il Presidente De Luca ha parlato di didattica in presenza solo con l’80 per cento della popolazione studentesca vaccinata. Un azzardo o un’ipotesi da condividere?
SIRONI: «Sinceramente ritengo di non essere nelle condizioni di fornire una risposta certa. Il Governo dovrà decidere sul da farsi, poi saranno chiaramente anche le regioni a regolamentare ulteriormente il settore scolastico ed in particolare la didattica. Ciò che emerge principalmente è la volontà di spingere fortemente sulle vaccinazioni come soluzione ideale a riprendere la didattica in presenza a tempo pieno».
DI GUIDA: «Io penso che il Governatore De Luca abbia espresso più che altro un auspicio, ossia quello di raggiungere una copertura vaccinale tale da scongiurare complicazioni e situazioni che possano sovraccaricare il sistema ospedaliero durante il prossimo inverno. Una situazione certamente auspicabile e che potrebbe tenere più al sicuro la salute degli studenti e delle famiglie e l’organizzazione del mondo della scuola. Non so come si potrebbe mai obbligare l’80% della popolazione studentesca a vaccinarsi: certamente verrà fatto un importante lavoro di persuasione e convincimento, perché è chiaro che le vaccinazioni devono essere quanto più diffuse possibile».
Ve la sentite di indirizzare un messaggio ai genitori che non intendono vaccinare i propri figli? O anche ai ragazzi che hanno remore nel sottoporsi alla vaccinazione?
SIRONI: «Io dico che la vaccinazione è in questo momento la scelta più razionale, forse non la migliore in assoluto o l’unica possibile, ma al momento è la più razionale. Tutti gli scienziati ci dicono che attraverso le vaccinazioni governiamo la pandemia e questo è un dato da non sottovalutare. Il mio consiglio è quello di ragionare, con i dati alla mano, e prendere una decisione quanto più saggia possibile».
DI GUIDA: “Sappiamo che la vaccinazione non protegge dal contagio ma sappiamo anche che essa protegge dagli esiti gravi della malattia, ed è pertanto molto importante, essenziale, affinché la pandemia passi. Chiunque può vaccinarsi dovrebbe farlo e lo invito a farlo, studenti e famiglie comprese”.
In questo lungo e non ancora terminato periodo di pandemia, la scuola a vostro avviso avrebbe meritato maggiore attenzione da parte del governo centrale?
SIRONI: “Qui devo ripetermi: nel momento in cui si è deciso di affrontare la pandemia era doveroso decidere di affrontare anche le criticità strutturali della scuola, che ci portiamo avanti da decenni senza soluzione di continuità, a partire dalle carenze di aule e strutture, le carenze di personale docente, fino ad arrivare all’edilizia scolastica. Ci sono moltissimi problemi che non si è voluto affrontare e su questo esprimo tutta la mia insoddisfazione”.
DI GUIDA: “Se parliamo di scuola in senso stretto, devo ammettere che in tanti anni di attività non ho mai visto una tale attenzione al mondo della scuola: ci sono state erogazioni di fondi straordinari, un’importante innovazione tecnologica, ci sono state molte assunzioni tra il personale scolastico e per questo non posso lamentarmi, sono state molte le attenzioni per la scuola. Ciò che mi ha delusa è stato lo scarso raccordo con gli altri ministeri, in particolare quello dei trasporti e quello degli enti locali; la scuola è stata inondata da una grossa mole di provvedimenti, mentre invece poco è stato fatto per rendere davvero fruibile in sicurezza la stessa agli studenti. Abbiamo assistito a una moltitudine di indicazioni provenienti da organi diversi che non hanno tenuto conto delle difficoltà logistiche da affrontare, ma il Ministero dell’Istruzione per la scuola ha fatto tantissimo”.
Gli studenti sono state le vere vittime dell’era covid: qual è il messaggio che da dirigenti volete indirizzare loro?
SIRONI: “Io ho grande fiducia negli studenti e nelle studentesse, perché ritengo che le capacità dei ragazzi siano molto superiori di quelle che noi pensiamo; dovrà sicuramente crescere in loro la consapevolezza dell’importanza del conoscere, per liberarsi dalle paure, e per conoscere bisogna studiare; per cui invito tutti gli studenti a non arrendersi, a continuare a studiare e formarsi”.
DI GUIDA: “Innanzitutto dobbiamo ammettere che questa generazione di giovani porterà i segni, per ora negativi, dell’esperienza Covid per tutta la vita, ma il loro futuro sarà disegnato dalle loro menti e dai loro desideri: li invito a non arrendersi e a guardare oltre, immaginando e progettando già da adesso la vita e lo scenario che vorranno vivere”.