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Ischia, giovane isolano ottiene lo “sbattezzo”

di Francesco Castaldi

ISCHIA – Abiurare la fede cattolica. Un atto che fino a qualche secolo fa sarebbe costata la vita all’apostata di turno, che dopo un sommario processo da parte del tribunale della Santa Inquisizione sarebbe stato messo al rogo o, in alternativa, impiccato. Fortunatamente siamo nel 2016, ed ognuno di noi ha la possibilità di decidere se credere o meno in Dio. Desta tuttavia curiosità la vicenda di Claudio Cervera, il primo ischitano che a memoria d’uomo abbia deciso di condividere pubblicamente una scelta così importante. «Sbattezzato!», scrive Claudio sulla propria bacheca Facebook a poche ore dalla lettera sottoscritta da don Giuseppe Nicolella, parroco della chiesa di Sant’Antonio Abate. «Da oggi 13 dicembre 2016 – prosegue il giovane ischitano – sono ufficialmente non iscritto e non più aderente all’associazione della Chiesa cattolica».

Un annuncio, quello di Claudio, che non ha mancato di suscitare numerose reazioni sul social network ideato da Mark Zuckerberg. Laura Di Massa ha commentato così la scelta di Claudio: «La libertà è un fattore mentale, non è l’annullamento di un segnetto sulla fronte che ti rende uomo libero. Il battesimo è il mantenimento di una promessa che hanno fatto i tuoi genitori al loro matrimonio e non è carino da parte tua averla annullata con una scartoffia che è solo “formale”. Credo che essere battezzato non ti cambiava la vita se ti ritieni ateo e quindi di nessuna appartenenza religiosa».

Scorrendo i commenti, troviamo anche quello di Paolo Costa, che scrive: «Preparati ad essere massacrato. Ogni atto frutto di libero arbitrio è come fumo negli occhi per le persone indottrinate e incapaci di libero pensiero e ragionamenti critici. Vacci piano col definirti ateo. L’ateismo racchiude a ben vedere lo stesso dogmatismo dell’essere credenti. Così come non vi sono certezze sull’esistenza di un dio, parimenti non ve ne sono circa la sua inesistenza. Meglio rimanere nell’agnosticismo».

Claudio, rispondendo agli attoniti internauti, ha così motivato la propria decisione, che ai più potrebbe apparire radicale e anticonformista: «L’ho fatto per una questione di principio. In me non cambia nulla tra ieri e oggi, ma so di aver compiuto un altro piccolo passo nel mio percorso di totale libertà.  D’altronde sono anni che non sono più cattolico ma ateo, l’ho solo formalizzato. Credo che Dio non esista, ma in ogni caso ritengo che non abbiamo i mezzi per discuterne. Mi massacreranno pure, ma meglio essere frustati mentre si corre per la libertà che restarsene buoni con le catene al piede». 

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Tra i commenti pubblicati sotto il post di Claudio c’è anche quello di Enny Mazzella, che plaude all’iniziativa: «Ti stimo! Per la tua coerenza e il tuo coraggio. E stimo tutti i cattolici che non ti stanno giudicando, per la loro coerenza in una fede che non può essere mai imposta». Sulla medesima linea di pensiero si pone Francesco Imparato, che infatti scrive: «Premettendo che io al suo posto non lo avrei fatto, se lui si sente bene così, se ciò lo fa sentire coerente con se stesso, non vedo perché non debba farlo. Ad una certa età si può anche decidere di non seguire ciò che i nostri genitori hanno deciso per noi a suo tempo. E lo dico da cattolico».

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