LE OPINIONI

IL COMMENTO Viviamocela tutta questa estate senza guerra

Alla fine ce l’abbiamo fatta! L’estate è arrivata e tutto sommato la stiamo vivendo anche con una certa naturale tranquillità. Non era così scontato, dopo quanto abbiamo vissuto nel corso di questo inverno, quando ad un Covid che sembrava voler segnare il passo (e purtroppo così non è stato), si è aggiunta una sorta di drammatica spada di Damocle, che pendeva e ancora pende sulle nostre teste e sul nostro destino: la guerra in Ucraina. Oggi, tra uno spritz e una granita, un tuffo a mare e una gita in barca, sembra quasi che a due passi da noi non cadano più missili, non esplodano più le bombe, non muoiano più soldati e civili, uomini, donne e bambini. Diciamo la verità, nella percezione globale che ognuno di noi sta avendo, rispetto al periodo che stiamo vivendo, la guerra è bella che finita. La realtà, purtroppo, è ben diversa. Il cuore dell’Europa è ancora interessato da un conflitto sanguinoso e pericoloso, per i destini del mondo. Le conseguenze, soprattutto economiche, che potranno ripercuotersi sul nostro Paese, sono ancora lì come un monito, che spaventa e che sembra essere stato accantonato, esclusivamente perché è estate e le ferie sotto l’ombrellone sono sacre. Il rischio della guerra nucleare, del conflitto mondiale, che ha campeggiato per tante settimane sulle prime pagine dei giornali e sui social, è stato sostituito ormai da tempo con le vicende di casa nostra, la crisi di governo, l’inflazione, i prezzi alti, il degrado delle città, la microcriminalità dilagante, il divorzio tra Totti e Ilary, il calciomercato e la siccità.

La comunicazione, insomma, condiziona il nostro umore, lo indirizza, sposta la nostra attenzione in base al periodo dell’anno e agli interessi di ampie fette di mercato. E’ accaduta la stessa cosa anche con il Covid, per due anni consecutivi. Massima allerta fino a luglio, poi come d’incanto il virus spariva dalle prime pagine dei giornali e con esso virologi ed esperti dalle trasmissioni televisive. C’è un’estate da vivere e dunque meglio allentare la presa, prima della nuova ondata, vera o virtuale che fosse, delle nuove restrizioni, i moniti e le raccomandazioni, gli scenari apocalittici e le preoccupazioni. Accadrà la stessa cosa anche tra qualche settimana. Quando gli ombrelloni cominceranno a chiudersi, le barche saranno tirate in secco, cadranno le prime piogge settembrine. Sulle prime pagine torneranno le foto dei bombardamenti, la propaganda di guerra, la crisi del grano e quella del gas, l’utilizzo delle mascherine e le terapie intensive allo stremo. E il sospetto è che questo cambio di rotta avverrà in concomitanza, più o meno, con il 25 settembre, data fissata per le elezioni del nuovo governo. Fino ad allora è meglio “mantenere la calma”, lasciare che il popolo dia sfogo ai suoi istinti più bestiali. Si diverta. Poi le stangate saranno motivate da fattori imprescindibili e irrinunciabili. Poveri noi! Rappresentati (male) da una classe politica incoerente e meschina, da personaggi poco credibili e voltabandiera, proni alla loro voglia di protagonismo, agli interessi di parte e alla mancanza di rispetto nei confronti di chi li ha votati. Camaleonti della politica. E allora viviamocela tutta questa estate, senza Covid e senza guerra, tra un tuffo e una granita, perché i tempi che ci attendono non saranno facili. Senza disperarci troppo, però, perché in fondo tra meno di cinque mesi è già Natale.

DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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