CRONACA

L’appello del Cudas: No al ridimensionamento della sanità

Il timore che una serie di servizi possano essere tagliati in una realtà che paga l’handicap del mare spaventa il comitato: indirizzata una nota a direttore generale e sanitario dell’Asl Napoli 2 Nord

Ancora una nota sentita, un appello accorato, con un oggetto che non ammette repliche: “Emergenza Covid e servizi sanitari sull’isola d’Ischia”. Il Comitato Unitario per il Diritto alla Salute (Cudas) nella persona del suo presidente Gianna Napoleone ha indirizzato una nota al direttore generale e sanitario dell’ASL Napoli 2 Nord e per conoscenza ai sei sindaci dell’isola d’Ischia. Nel testo si legge in premessa che i rappresentanti del comitato si fanno interpreti “anche in questa occasione di una preoccupazione largamente diffusa sulla nostra isola, che ci viene esplicitata quotidianamente da diversi concittadini, in particolare persone con patologie croniche che hanno l’esigenza di accedere a controlli periodici e di poter usufruire degli ambulatori pubblici attivati sul territorio, anche in ospedale. E proprio il futuro prossimo dell’ospedale è al centro di tanti interrogativi e ansie, memori di ciò che ha significato per tutte le altre patologie la mobilitazione anti Covid dei messi passati. Allora assolutamente necessaria, che tuttavia ha di fatto bloccato l’attività “ordinaria” dell’ospedale isolano, con disagi e difficoltà significativi che ancora in qualche caso si trascinano per tanti utenti, a cominciare da quelli che appartengono alle categorie più fragili”.

Nel passaggio successivo la presidente Gianna Napoleone aggiunge: “Proprio in considerazione di ciò che di recente si è già verificato, la sola ipotesi che possa tornare a ripetersi quella situazione genera, appunto, grande preoccupazione, accentuata dal fatto che, al contrario di quanto accadeva in primavera, stiamo andando verso l’inverno, quando il nostro ospedale vive di solito un altro dei suoi periodi di piena attività e le condizioni meteo-marine risultano spesso proibitive (abbiamo già avuto delle allerte meteo e delle sospensioni dei collegamenti marittimi) rispetto a qualunque possibilità alternativa di fruizione di servizi sanitari in terraferma. La nostra condizione di insularità, di cui ben conoscete i limiti e le complicazioni, non ci permette di poter rinunciare neppure temporaneamente alle prestazioni “ordinarie” del nostro unico presidio ospedaliero e dei servizi ambulatoriali distrettuali, che in qualche caso (leggi Diabetologia e Dermatologia) sono già in stand by, con non poche ripercussioni per gli isolani che sono costretti dalle loro condizioni di salute a farvi riferimento. Perciò, la piena funzionalità “ordinaria” di tutti i reparti dell’ospedale “Rizzoli” e degli ambulatori attivi sia a livello distrettuale che ospedaliero, compresi quelli (tutti importantissimi per il nostro territorio) avviati poco prima dell’emergenza e sospesi durante la prima fase Covid, è una condizione vitale e irrinunciabile per la popolazione isolana”. Da qui il Cudas tira le somme e passa alle richieste finali, scrivendo ai destinatari della missiva: “In considerazione di ciò, pur comprendendo la delicatezza della situazione che si va delineando in questi giorni e la complessità delle decisioni e delle azioni di vostra competenza per fronteggiarla, chiediamo che il sistema sanitario pubblico sull’isola non subisca riassetti e riorganizzazioni che comportino un ridimensionamento anche a termine delle prestazioni ordinarie e che non siano sacrificati all’emergenza servizi fondamentali per tutte le altre patologie, che purtroppo non subiscono rallentamenti né sospensioni durante la pandemia.

Certi della vostra piena consapevolezza delle particolarità e dei disagi intrinseci all’insularità, confidiamo in un riscontro positivo e in risposte adeguate alle specifiche esigenze del nostro territorio circondato dal mare”.

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