LE OPINIONI

Sisma, la Di Scala: «Mi sento offesa dalla falsa memoria»

Alla consigliera regionale di Forza Italia non vanno giù quelle che ritiene celebrazioni a metà figlie dell’emergenza Covid ma a suo dire soprattutto dalle promesse mancate della politica

“Mi sento più offesa dai post di queste ore, dalle mistificazioni, dalla falsa memoria, dalle celebrazioni a metà figlie dell’emergenza Covid ma ancor più delle bugie e dalle mancate promesse di politici che hanno trasformato via D’Aloisio in red carpet”. Esordisce così sui suoi canali social la consigliera regionale di Forza Italia Maria Grazia Di Scala e non ci vuole molto a capire che l’oggetto di discussione è la ricorrenza del sisma. L’esponente politico infatti va dritta al sodo: “Lo trovo assurdo: a distanza di tre anni a Casamicciola abbiamo ancora paura dei tuoni, ancora paura della pioggia e non sappiamo dove sbattere la testa se solo proviamo a pensare sul come possiamo ritornare a casa. Governo, Regione e la politica in generale sono (e un po’ devo dire, siamo) tutti colpevoli di questa storia. In questi tre anni abbiamo provato, con tenacia e forza, a combattere contro il muro ideologico del PD, contro l’inettitudine demagogica dei 5 Stelle e contro quel piglio razzista insito nel modo di fare della Lega. Si, le pietre e le macerie sono ancora allo stesso posto di tre anni fa, continuiamo a piangere i morti e aspettiamo ancora che qualcosa si muova. Non vedo nessun motivo per celebrare se questo significa guardare al cammino fatto  e rendersi conto di quando bisogna farne ancora. Mi giro indietro e non vedo nessuna traccia, nessuna orma sulla polvere che si è accumulata tra Piazza Maio, la Rita e la Zona Rossa. Non so contro chi puntare il dito, so solo che il nostro terremoto è stato usato e buttato da tutti”.

Poi la conclusione: “Sono candidata alle prossime elezioni regionali e oggi non posso fare promesse o prendere impegni, sarebbe troppo poco serio. Oggi posso solo dire che tutti, da ogni parte politica, hanno fallito e il terremoto di Ischia, da taluni etichettato sprezzantemente come “terremotino”, grida vendetta. Che, un giorno, arriverà!“.

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