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Soldi e ricostruzione, a Roma affrontati i “nodi” del sisma nel summit con Borrelli

La spedizione romana, lo diciamo in premessa prima di scendere nei dettagli, ha avuto un esito positivo. Perché le questioni che si andavano a porre sul tavolo della Protezione Civile e del suo responsabile, Angelo Borrelli, erano decisamente delicate. Di quelle che avrebbero potuto trovare – e sarebbe stata oggettivamente una iattura – una chiusura netta e categorica. Fortunatamente le cose sono andate in maniera diversa e questo ovviamente ha fatto tornare la delegazione casamicciolese, lacchese e foriana con spirito ed animo rinfrancato dalla Capitale. Fermo restando che la strada è ancora lunga e non è assolutamente il caso di abbassare la guardia.

PRIORITÀ ALLA NOMINA DEL COMMISSARIO PER LA RICOSTRUZIONE. E ieri pomeriggio erano davvero in tanti che hanno viaggiato alla volta degli uffici della Protezione Civile. La delegazione della cittadina termale era composta dal sindaco Giovan Battista Castagna, dagli assessori Loredana Cimmino e Ignazio Barbieri, ma anche dai consiglieri Nunzia Piro, Stani Senese ed Angela Di Iorio. Il vessillo lacchese, invece, era sventolato dal primo cittadino Giacomo Pascale, dall’assessore Mimmo Miragliuolo e dal consigliere Michele De Siano. A rappresentare Forio c’era invece il tecnico comunale Nicola Regine, delegato dal sindaco Francesco Del Deo. La discussione è stata franca, schietta e costruttiva, lontana da toni diplomatici e fumosi ma improntata alla concretezza viste le risposte che chiedono con insistenza i cittadini in particolare di Casamicciola e Lacco Ameno. E così il discorso è caduto immediatamente, e non poteva essere altrimenti, sull’atteso ed auspicato decreto della presidenza del consiglio dei ministri, chiamato a nominare il commissario per la ricostruzione, che stenta ad arrivare ad ormai cinque mesi esatti dal maledetto terremoto del 21 agosto 2017. Borrelli ha spiegato che metterà in atto la governance, ossia chiederà a chi di competenza di poter istituire immediatamente questa figura. Che, lo ricordiamo, a un certo punto pareva essere stata individuata nell’attuale governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che però alla fine ha assunto le sembianze di una “fumata nera”. Borrelli e i tecnici presenti al summit hanno auspicato una soluzione a breve, brevissimo termine, spiegando anche che però la palla passa nelle mani del premier uscente Paolo Gentiloni.

FABBISOGNO PER LA RICOSTRUZIONE, ALTRO PUNTO CALDO. Un altro punto decisamente significativo che è stato affrontato è stato quello dei soldi che servono per portare a compimento la ricostruzione. Insomma, al netto delle norme che andranno varate, è chiaro a tutti che senza soldi non si cantano messe e questo è dunque un “cardine” assolutamente inderogabile. Quelli messi a disposizione fin qui, inutile girarci intorno, sono pochissimi, davvero bruscolini, ecco perché si è parlato allora di una dettagliata ed accurata ricognizione del fabbisogno da realizzare in tempi ragionevoli, per capire quanto “grano” occorre. Entrando nello specifico, dovrebbe essere messa a punto una apposita scheda che potrebbe prevedere anche una sorta di autocertificazione sul modello, per intenderci, delle schede Aedes (ovviamente con tutte le rivisitazioni del caso), ma i Comuni vogliono assolutamente che su questa questione si arrivi ad una accelerata. Fabbisogno a parte, si fa strada anche la possibilità che chi metta mano alla tasca potrebbe iniziare ad anticipare i lavori, avvalendosi magari della perizia asseverata di un tecnico. Per essere poi ristorato della somma anticipata nel momento in cui dovessero arrivare i fondi. Ma su questo è opportuno fare chiarezza, perché come si farebbe a capire chi deve essere pagato prima e chi invece dopo? Istintivamente, verrebbe spontaneo dare priorità ai possessori di prima ed unica casa, ma è chiaro che se una seconda abitazione è vicina ad una di queste ed il proprietario non esegue i lavori aspettando il rimborso del governo centrale, allora tutto diventa inutile. Una matassa, insomma, difficile da sbrogliare, e sulla quale bisognerà inevitabilmente aggiornarsi.

IL NODO DEGLI IMMOBILI OGGETTO DI CONDONO. Una questione decisamente più delicata, naturalmente, era quella legata invece ai tanti immobili oggetto di istanza di condono presentata nelle varie fasi ed in attesa del rilascio di concessione edilizia in sanatoria. Qui l’unanimità dei presenti ha ravvisato la necessità di trovare la soluzione più immediata, partendo dalla premessa che è stato chiesto di ammettere non soltanto le abitazioni oggetto del primo e del secondo condono (1985 e 1994, per intenderci), ma anche il terzo, ovviamente sempre in attesa della benedetta concessione. Questo è stato un aspetto sul quale i sindaci e gli amministratori pubblici presenti hanno fatto davvero un “pressing asfissiante”, dal momento che si tratta di una tematica vitale, esiziale. Il punto oggetto di discussione, ad ogni modo, è parso chiaro subito a tutti che non fosse di esclusiva pertinenza della Protezione Civile. Non è un caso che il capo dipartimento Angelo Borrelli, preso atto della importante richiesta dei primi cittadini, abbia ipotizzato di fissare a breve scadenza un nuovo incontro alla presenza di tecnici e/o funzionari della Sovrintendenza, non ipotizzando nemmeno l’istituzione di una commissione. Anche se Giovan Battista Castagna ha voluto sottolineare al suo interlocutore come sulla problematica, ed anche sul rilascio delle concessioni, l’ente termale si stia già muovendo con quello che ha definito “Modello Casamicciola”.

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Ma che della Sovrintendenza proprio non si potrà fare a meno è emerso in maniera chiara quando si è passati a parlare della necessità di procedere in diversi casi alla ricostruzione degli immobili previo abbattimento degli stessi, per poter garantire standard di sicurezza ed antisismicità maggiore se non addirittura di ultima generazione. Perché è proprio quell’ente che ha giurisdizione in merito e potrebbe porre una serie di vincoli anche se appare chiaro a tutti un concetto basilare e dal quale non si può certamente sfuggire: ci sono case ridotte in un certo modo soprattutto perché nella quasi totalità dei casi sono vecchissime, addirittura secolari. E’ chiaro che un’operazione di semplice “ricucitura” non garantirebbe mai chissà quali risultati, altrimenti l’adeguamento sismico resterà una chimera. Una corrente di pensiero sarebbe rappresentata dalla volontà di applicare le stesse norme del Centro Italia, quelle che di fatto permetterebbero a chi ha la casa parzialmente inagibile di potersi mettere in moto: in quel caso gli stessi criteri sarebbero tacitamente validi anche per Ischia in attesa di un qualcosa che calzi su misura. Una soluzione che ha incontrato anche il gradimento di Borrelli.

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PRESTO UN NUOVO SUMMIT E (SI SPERA) LA FUMATA BIANCA. Alla fine strette di mano, sorrisi, e soprattutto molto ottimismo. Oltre, naturalmente, alla promessa di rivedersi a breve. Sì, un nuovo incontro dovrebbe svolgersi in tempi decisamente ristretti e ragionevoli, non appena saranno pronte le norme, le cosiddette linee guida. Che dovranno necessariamente vivere di un incontro istituzionale con Gentiloni e chi di competenza per fare maggiore (e si spera definitiva chiarezza), poi nella successiva convocazione si potrà scendere nei dettagli. Ma, lo ripetiamo, non aver trovato chiusure su nessun fronte è risultato assolutamente considerevole, vista le peculiarità e le particolarità che presenta un territorio come quello dell’isola d’Ischia. Unico intoppo di giornata, se così vogliamo definirlo, lo “stop” imposto alla delegazione del comitato “Risorgeremo Nuovamente”. Alla presidente Annalisa Iaccarino è stato vietato di assistere al summit, e così si è dovuta accontentare di poter interloquire con Angelo Borrelli soltanto a seduta terminata. Diverso il discorso per Arnaldo Ferrandino, che invece ha partecipato regolarmente alla seduta.

Gaetano Ferrandino

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