LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Lavoratori stagionali: quanto dovrebbero guadagnare, spiegato bene»

Premessa 1. In un’intervista su Radio Capital, è intervenuto Paolo Montalti. Il segretario generale della Filcams Cgil si occupa di commercio, turismo e servizi in Emilia Romagna. Ha parlato di contratti e stipendi dei lavoratori stagionali. La discussione è partita da una considerazione semplice e banale allo stesso tempo: i ragazzi, e in genere chi potrebbe lavorare, sono pigri e secondo l’opinione di molti preferiscono stare sul divano davanti alla Tv o prendere il reddito di cittadinanza. Nell’articolare la risposta a questa narrazione tossica che tenta di oscurare il vero nocciolo del problema, ossia che in questo Paese, Ischia compresa, c’è da rivedere il concetto stesso di lavoro, ha parlato delle norme che disciplinano i contratti nazionali. C’è da riportare un precedente. Un’albergatrice di Lido di Camaiore, in Toscana, in una trasmissione televisiva aveva affermato che i suoi dipendenti sono assunti con contratti part time di 40 ore settimanali (“se è un part time”, ha sottolineato) con una retribuzione che va dagli 800-900 euro mensili. Se invece si tratta di full time, il contratto turistico stagionale prevede una retribuzione di circa 1100-1200 euro.

La dichiarazione da cui è partita la discussione è semplice e banale allo stesso tempo: i ragazzi, e in genere chi potrebbe lavorare, sono pigri e secondo molti preferiscono stare sul divano davanti alla Tv o prendere il reddito di cittadinanza. Nell’articolare la risposta a questa narrazione tossica che tenta di oscurare il nocciolo della questione, ossia che in questo Paese, Ischia compresa, c’è da rivedere il concetto stesso di lavoro, ha fatto un esempio sulla base delle norme che disciplinano i contratti nazionali del lavoro. C’è da fare un’introduzione. Un’albergatrice di Lido di Camaiore, in Toscana, in una trasmissione televisiva aveva affermato che i suoi dipendenti potevano contare su contratti part time di 40 ore settimanali (“se è un part time”, ha sottolineato) con una retribuzione che va dagli 800-900 euro mensili. Se invece si tratta di full time, il contratto turistico stagionale (loro? “Siamo in Italia?” verrebbe da chiedersi) prevede una retribuzione di circa 1100-1200 euro ogni mese. Che un imprenditore non sappia che con 40 ore settimanali, su sei giorni lavorativi – ergo, per legge è previsto un giorno di riposo a settimana – si è già in full time la dice lunga, lunghissima

“Siamo in Italia?” verrebbe da chiedersi. Che un imprenditore non sappia che con 40 ore settimanali, su sei giorni lavorativi – per legge è previsto un giorno di riposo a settimana – si è già in full time la dice lunga, lunghissima. Una pratica che, a sentire come girano le cose, è diffusa pure a Ischia. Se si distribuisce l’attività lavorativa, per esempio di receptionist, camerieri, addetti ai piani o addirittura bagnini, nelle 40 ore su sei giorni la settimana, si raggiungono – ha detto Montalti – 6 ore e 40 minuti al giorno. Anche spezzati durante la giornata, in base all’esigenza dei turni. «È evidente che quando parliamo di lavoro stagionale, in aggiunta alle 40 ore, qualche volta c’è l’esigenza e la necessità di sforare il tetto settimanale previsto a causa della mole di lavoro, per cui si entra nella fascia dello straordinario che deve essere pagato come da Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) che esiste, da decenni», ha continuato il segretario della Cgil.

notturno è al 60%, mentre la maggiorazione per lo straordinario festivo (per intenderci il 2 giugno o il 15 agosto) è al 20%. Fin qui le norme sembrano abbastanza chiare. L’intervistatore ha chiesto al segretario della Cgil se è possibile calcolare quanto dovrebbe guadagnare un lavoratore stagionale sulla base di questo ragionamento. Quanto cioè dovrebbe essere la sua retribuzione? Montalti senza perdersi d’animo ha detto che “parlare di stipendi netti è soggettivo e dipende dai carichi familiari del lavoratore. Se ci riferiamo ai lavori stagionali, siamo in quella fascia di reddito sotto il limite per il quale non vi è imposizione fiscale, per cui la retribuzione lorda per un lavoratore di questo tipo è simile al netto che ha in busta paga”. “Se ci riferiamo ai 1100 euro di cui abbiamo ascoltato – ha continuato -, potrebbero risultare giusti per un barista contrattualizzato a tempo pieno indeterminato che lavora 12 mesi all’anno. A ciò bisogna sommare la tredicesima e la quattordicesima mensilità, cui si aggiungono i permessi pari a 104 ore all’anno e 26 giorni di ferie”. Il discorso poi si è spostato sul lavoro stagionale. E qui si è aggiunto il “carico” che di fronte alle numerose inadempienze che insistono anche sul territorio isolano da almeno 20 anni fa scricchiolare la situazione in cui si ritrovano in tanti. Sì, perché nel contratto stagionale in conformità alla brevità dei mesi in cui si fa turismo, bisogna addizionare pure i ratei di tredicesima e quattordicesima. “Perché un lavoratore stagionale matura gli stessi istituti contrattuali di un suo collega assunto a tempo indeterminato”, ha sottolineato il rappresentante sindacale.

E qui arriva la domanda che lo costringe a essere chirurgico. “Montalti, facciamo un esempio: siamo in un Resort. Un ragazzo senza carichi familiari che lavora al ristorante, impiegato in turni di colazione, pranzo e cena, considerando anche le ipotesi di lavoro straordinario che possono accadere durante il periodo estivo per il quale spesso non è neppure previsto il giorno di riposo, quanto dovrebbe essere pagato?”. Un attimo di pausa e la risposta arriva dopo un breve sbuffo. “La situazione è già di suo fuori dalla “grazia”, cioè fuori dalle norme contrattuali del nostro Paese”

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La domanda successiva lo costringe a essere più chirurgico: “Montalti, facciamo un esempio: siamo in un Resort. Un ragazzo senza carichi familiari che lavora al ristorante, impiegato in turni di colazione, pranzo e cena, considerando anche le ipotesi di lavoro straordinario che si possono verificare durante il periodo estivo nel quale spesso non è neppure previsto il giorno di riposo, quanto dovrebbe essere pagato?”. Dopo una piccola pausa silenziosa e uno sbuffo, arriva la risposta. “La situazione è fuori dalla “grazia”, cioè fuori dalle norme contrattuali del nostro Paese”. Montalti prova a fare un riepilogo. “Per un lavoratore stagionale, la retribuzione oraria comprensiva dei ratei va dalle 10 alle 13 ore. Quante ore può lavorare il ragazzo dell’esempio, tenuto conto che con un contratto normale di 40 ore a settimana il tempo lavorabile arriva in un mese a 173 ore? Considerando che con la fascia straordinaria si toccano picchi anche di 250-300 ore mensili possiamo formulare un’ipotesi. Restiamo bassi: calcolando 10 euro l’ora, moltiplicandoli per 250, saltando anche le maggiorazioni previste dal lavoro straordinario, siamo a 2500 euro”. Questo, in definitiva, è uno degli elementi di ritrosia nei confronti del lavoro sottopagato, oltre alla superficialità contrattuale con cui sono trattati certi rapporti di lavoro. Non c’entra niente il reddito di cittadinanza. Premessa 2. È chiaro che gli imprenditori non sono tutti così. Allo stesso modo non ci sono solo dipendenti abituati a sperperare le risorse dell’azienda. A Ischia, il discorso è il medesimo. Sui temi che riguardano il lavoro, le retribuzioni farlocche o le storie (spesso non pubbliche, per evitare qualunque tipo di ritorsione) di persone assunte, in alcuni casi part time o con forme di apprendistato, che sono costrette a prelevare e “riportare” al “datore di lavoro” una cospicua fetta di quanto hanno ricevuto, c’è un assordante silenzio.

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A Ischia, il discorso è il medesimo. Non si può far finta di niente. Sui temi che riguardano il lavoro, le retribuzioni farlocche o le storie (spesso non pubbliche, per evitare qualunque tipo di ritorsione) di persone assunte, in qualche caso addirittura part time, che sono costrette a prelevare e “riportare” al “datore di lavoro” una cospicua fetta di quanto hanno ricevuto c’è un assordante silenzio. Non si può tacere sulla retribuzione offerta da una nota catena alberghiera per il lavoro di portiere notturno, la cui retribuzione non si sposta dai 1000 euro mensili e senza giorno di riposo. I diritti sociali a Ischia sono spesso negati come i “giorni di festa e i permessi” indicati in busta paga certo, di cui però non si usufruisce. Il welfare isolano zoppica da anni, sostenuto dalla mancanza del minimo sindacale nelle politiche attive

Non si può tacere sulla retribuzione offerta da una nota catena alberghiera per il lavoro di portiere notturno che non si sposta dai 1000 euro mensili e senza giorno di riposo. I diritti sociali sull’isola sono spesso negati come i “giorni di festa e i permessi” indicati in busta paga, certo, di cui però non si usufruisce. Il welfare da noi zoppica da anni e sembra sostenuto dalla mancanza del minimo sindacale nelle politiche attive come dal mantra “lavorare il più possibile e accontentarsi di guadagnare meno”. Qualcuno ritiene che al dipendente guastafeste cui potrebbe venire in mente di opporsi sarà precluso ogni altro tipo di possibilità e a questo punto sarebbe meglio accontentarsi invece di andare alla ricerca di lavoro da un’altra parte, magari fuori dall’isola. Non sono forse questi i temi d’interesse individuale e collettivo di cui dovrebbero occuparsi gli imprenditori e le associazioni di categoria, Federalberghi compresa (che su quest’argomento ci chiediamo dove sia finita)? Il mondo del lavoro di un’isola turistica intera è stato lasciato solo. A mancare non sono soltanto i sindacati, quasi tutti a conoscenza del contesto, delle condizioni e dei contratti usati spesso in modo sleale. Alcune “sigle” – tranne poche eccezioni – hanno preferito non diventare nemici dei “datori di lavoro” offrendo i “propri servizi”, comprese lettere di conciliazione “edulcorate” alla fine del rapporto di lavoro stagionale in cui il trattamento di fine rapporto o la liquidazione evaporano come d’incanto (pur risultando come percepiti!). Assente è l’ispettorato del lavoro di cui non si hanno notizie “di osservazione” o di attività per la difesa dei diritti. La sua ultima incursione pare risalire al 2019. Distratta è la politica, amministrativa o quella di stampo civico e non, quella di destra o più spiccatamente di sinistra. Sul lavoro non abbiamo mai sentito esprimersi nessuno durante i comizi o nei Consigli comunali. A quest’universo di lavoratori “silenziosi”, stagionali e a tempo indeterminato, alla mancata formazione continua del personale se vogliamo essere competitivi davvero, bisogna rivolgere nuovamente l’attenzione. È pur vero che loro dovrebbero essere un po’ più attenti alla tutela dei propri diritti, magari arrivare a una consapevolezza maggiore. Lottare insomma, prima di tutto contro la propria pigrizia. Premessa 3. Lunedi mattina, nella piazza San Rocco a Barano è stata apposta una ceramica. A forma di arcobaleno, è stata realizzata dai bambini della scuola elementare di Fiaiano. La “targa” accoglie alcuni pensieri sulla gentilezza. “Cuori gentili sono i giardini, pensieri gentili sono le radici, parole gentili sono i fiori. Buone azioni sono i frutti”. In questo disinteresse diffuso, senza azioni a favore del lavoro, la “gentilezza” sembra destinata a restare un cimelio buono solo per celebrarlo in piazza.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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