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Sotto Tiro – Amministrare bene

L’isola è mal amministrata. Mi sono letto con attenzione quali sono i compiti del Direttore Generale negli Enti
pubblici e mi sono accorto che i cittadini se solo liberassero questa figura amministrativa dai ricatti dei politici, facendoli diventare vincitori di concorso pubblico, licenziabili solo per grave inadeguatezza e disonestà, avremmo risolto molti dei problemi che ora una classe politica scorretta ci impone. Il tema centrale del cambiamento è la separazione fra il ruolo di indirizzo politico/strategico e quello gestionale. La normativa sugli Enti locali dalla 142/90 ai decreti Bassanini, alla legge 197/97 al D.L. 29/93 e 77/95 fino al D.L. 286/99 e alla 265 introduce gli elementi di innovazione che creano i presupposti alla necessaria modernizzazione dei Comuni e dell’intera Pubblica Amministrazione. Cosa succede oggi negli Enti locali? Gli eletti invece di dare le indicazioni si sostituiscono alla struttura comunale rappresentata dal Direttore generale e vogliono gestire in proprio tutto il gestibile. Assistiamo ad una prevaricazione da parte di Sindaci, assessori e consiglieri comunali che si accaparrano una fetta di potere per poi vendersela ai loro clienti che li voteranno. O peggio ancora per far soldi in proprio. Il Direttore generale ha l’obbiettivo di coordinare l’attività del Comune. L’attività si esplica non solo verso i dirigenti ma verso tutto il personale. Il sindaco è eletto con un programma e subito dopo subentra il coordinamento del Direttore che con un piano strategico lo trasforma in obbiettivi e progetti.
Questo è il momento più interessante perché coinvolge tutti gli eletti e la struttura comunale. Subito dopo si passa al piano esecutivo di gestione che individua le risorse necessarie e forma il bilancio preventivo che torna agli organi politici amministrativi. Questo ogni anno. Il coordinamento dei fattori produttivi è un altro compito del Direttore che lo fa in stretto rapporto con la Giunta, il Sindaco ed il Consiglio Comunale. Si capisce da quanto sopra come l’Ente creato dalle leggi italiane si avvicini più ad una azienda che al mercato delle vacche che è sempre più evidente nell’isola. Io spero che alle prossime elezioni amministrative ci sia qualcuno che voglia mettere su un sistema del genere. La politica nella sua nobiltà svilupperebbe progetti per la collettività spendendo le risorse prodotte senza farsi inondare dai miasmi degli ultimi tempi. Questo però dipenderà moltissimo dalla scelta che i cittadini sapranno fare nel mandare sui Comuni persone diverse da quelle attuali.

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