Avete letto il fondo di Franco Borgogna domenica su Il Golfo? Leggetelo perché si dovrebbero mettere in atto tante delle cose scritte. Per esempio confrontiamoci su chi deve parlare e chi deve fare i fatti. A parlare in un paese come il nostro dovrebbero essere autorizzati tutti (dopo aver pensato). A fare i fatti devono essere tutti i cittadini che hanno anche la minima possibilità di realizzare qualcosa ma, in prima linea, dovrebbero mettersi coloro che si propongono ad amministrare un paese.
Chi amministra un paese, si presuppone, dovrebbe avere una preparazione che gli dovrebbe permettere di spaziare con sufficiente capacità in tanti aspetti della vita sociale. Osservando la nostra isola possiamo dire che i nostri attuali amministratori siano persone che stanno in questi parametri? Senza voler denigrare nessuno si ha contezza che ciò non è. Leggendo la stampa locale e tutto quello che ne emerge, se avessimo amministratori validi, molti dei mali che attanagliano noi sull’isola si potrebbero smussare se non completamente eliminare.
La creazione di una isola felice può sembrare utopia ma avvicinarvisi non lo è.
In piena pandemia si dovrebbe pensare a quando avrà termine la tragedia? Due anni? In questi due anni cosa potrebbero fare le amministrazioni locali per far sopravvivere chi si troverà in reali difficoltà? Una isola con un territorio razionalizzato dal quale eliminare le bruttureè possibile che venga messa all’ordine del giorno ora? Per razionalizzare un territorio cosa bisogna fare? Sul piano locale, dove non si è neanche accennato da parte dei Sindaci, ad intraprendere qualche iniziativa per non far dilagare il virus, cosa fare? Chi incomincerà a lanciare la sfida per invertire la rotta? Dop la pandemia sarà la fine del mondo? Sicuramente no ma con certezza il mondo non sarà più quello del 1918. E come sarà?
Sforziamoci tutti nel cercare di prevederlo ed organizzarlo. Almeno partendo dalla nostra isola.
