LE OPINIONI

Sotto Tiro di Mizar Povera Isola

Mentre il Sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, si diletta a sbrogliare la matassa dei 12 abeti senza radici per Natale, il mondo va avanti. L’Europa ha assegnato il 37% del Recovery Plan alle politiche ambientali. L’isola che dovrebbe offrire in futuro qualcosa di eccezionale in questo settore per continuare a vivere di turismo è assente sia come amministrazioni pubbliche che come organismi imprenditoriali nella formazione di un progetto.

I migliori economisti mondiali sono impegnati a discutere sulla terza rivoluzione industriale. Dopo il vapore e l’elettricità vi saranno l’eolico e il sole a guidare questa rivoluzione. Energia solare e politiche ambientali dovrebbero essere alla base del nostro futuro. Gli incentivi governativi invogliano all’installazione di pannelli fotovoltaici. Le amministrazioni potrebbero svolgere politiche di informazione e agevolazioni burocratiche per convincere i cittadini a percorrere questa strada

L’attenta osservazione delle problematiche del territorio e la loro soluzione, progettando e recependo i fondi europei necessari, dovrebbe essere l’impegno serio delle amministrazioni comunali. Agli imprenditori spetta l’avvio del cambiamento del prodotto turistico dell’isola da collocare nell’ottica del post pandemia. E tutti noi cittadini incominciare ad essere seri.

Alcuni esempi. Terreni incolti, agricoltura biologica, uso di saponi bio al 100%, economia circolare per i rifiuti, attenzione al patrimonio arboreo dell’intera isola, lotta alle plastiche sono solo alcune delle cose che andrebbero avviate subito

E’ ipotizzabile che ciò avvenga nell’isola? Qualche perplessità ti coglie, ma sarebbe inconcepibile che persone serie come dovrebbero essere amministratori pubblici in momenti tragici come quelli che stiamo attraversando continuassero a credere che il mondo non è cambiato quando questa pandemia sarà finita.

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Pensate solo allo smart work, ad internet delle cose e alla necessità di creare al posto di tanti lavori scomparsi altrettanti lavori da inventare per far sopravvivere economicamente tante persone. Una soluzione potrebbe essere nominare il Vescovo sindaco dell’isola. La sua lettera indirizzata agli amministratori, in questi giorni, mette in evidenza la differenza enorme che passa tra la sua cultura, anche politica, e quegli amministratori che vanno in Chiesa a battersi ipocritamente il petto.

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