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Senato, il Decreto Ischia approvato nella bagarre

ISCHIA. Sono trascorsi tre mesi dal crollo del ponte Morandi: tanto è servito affinché  finalmente diventasse legge il decreto su Genova e altre emergenze, compresa quella di Ischia impegnata a fronteggiare le conseguenze del sisma del 21 agosto 2017. Il testo è stato approvato dal Senato con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni. Il provvedimento era stato approvato alla Camera lo scorso primo novembre, dopo una seduta notturna. Le norme sulla definizione delle procedure di sanatoria a Ischia, inizialmente modificate in Commissione per effetto del voto dei dissidenti del Movimento 5 Stelle, com’è noto sono state ripristinate in Aula, anche con il sostegno di alcuni deputati di Forza Italia. Matteo Renzi per questo ha attaccato il M5s durante il suo intervento in Senato: «Il vostro nemico è la realtà: vi sta mostrando il conto. Avete tradito le aspettative di Genova e la vostra storia». «C’è stato un incredibile compromesso – ha continuato l’ex premier – Forza Italia e M5s che, in nome del condono a Ischia, cancellano la parola onestà e legalità dando una chance a chi vive di abusivismo». Assente in Aula il senatore del M5S Gregorio de Falco quando si è svolta la votazione. Il senatore, intercettato fuori dall’Aula, ha mostrato sorpresa alla notizia dell’avvenuta votazione: «Hanno votato? Ma la seduta non era sospesa?» ha affermato correndo verso l’Aula.

La seduta dopo l’approvazione del decreto è stata sospesa per alcuni minuti, in un clima di autentica bagarre . Poco prima, alcuni senatori del Partito democratico avevano mostrato il fascicolo del provvedimento, con il presidente del Senato Casellati che ha subito chiesto di mettere giù i fascicoli. I senatori sono stati subito ripresi dalla presidente Maria Elisabetta Casellati: «Sono costretta a riprendere alcuni atteggiamenti che non sono commendevoli e che non possono essere riprodotti in quest’Aula». Poi, raccogliendo diversi applausi, ha detto: «Quei 43 morti pesano sulla coscienza di tutti: francamente avrei desiderato un Aula diversa». Annamaria Bernini, capogruppo di Forza Italia, se la prende invece con il ministro Danilo Toninelli: «E’ inaccettabile e indecente quello che ha fatto il ministro Toninelli, che ha alzato il pugno per festeggiare il voto. Non gli chiediamo di condividere o comprendere quello che stiamo dicendo, ma ascolti e dia il buon esempio alle scolaresche che ci stanno guardando». Toninelli ha così risposto: «Chi oggi ha gioito l’ha fatto per i cittadini di Genova e per le 266 famiglie che hanno perso casa e che da domani avranno soldi stanziati per comprare finalmente una nuova abitazione».

L’iter parlamentare del decreto è stato forse meno agevole del previsto, ma infine la “barca” è arrivata in porto. Per quanto riguarda il chiacchieratissimo articolo 25, quello che riguarda più da vicino la nostra isola e che ha polarizzato l’attenzione mediatica di tutta Italia, il testo è stato approvato con alcune modifiche rispetto all’originaria stesura predisposta dal Consiglio dei Ministri. Il primo comma è rimasto identico, coi riferimenti alle tre leggi condonistiche del 1985, 1994 e 2003, e il rinvio ai capi quarto e quinto della legge 47/85 come esclusiva disciplina per la definizione delle istanze. E’ stato invece aggiunto un comma 1 bis il quale prevede che “per le istanze presentate ai sensi del decreto legge 30 settembre 2003 n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, le procedure di cui al comma  1 sono definite previo rilascio del parere favorevole da parte dell’autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico. Per tutte le istanze di cui al comma 1 trova comunque applicazione l’articolo 32, commi 17 e 27, lettera a), del medesimo decreto-legge n. 269 del 2003 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326”. Al secondo comma è stata apportata un’aggiunta: dopo aver previsto il termine di sei mesi per l’esame delle istanze di sanatoria, è stato stabilito che “entro lo stesso termine, le autorità competenti provvedono al rilascio del parere di cui all’articolo 32 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003 no. 326”. Infine, al terzo comma, altra modifica che tanto ha fatto discutere: dopo la previsione secondo cui “Il procedimento per la concessione dei contributi di cui al presente capo è sospeso nelle more dell’esame delle istanze di condono e la loro erogazione è subordinata all’accoglimento di dette istanze”, è stata aggiunta la frase: “Il contributo comunque non spetta per la parte relativa ad eventuali aumenti di volume oggetto del condono”. In ogni caso, l’odissea legislativa è conclusa. Da oggi, comincia ufficialmente la fase di ricostruzione, con le sue incognite e le sue difficoltà.

 

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