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Appello al Prefetto: «Fitti negati agli sfollati, si requisiscano le seconde case» 

Il sindaco di Casamicciola scrive al Ministero dell’Interno al commissario per la Ricostruzione ed in particolare al Prefetto di Napoli chiedendo di intervenire su una questione che potrebbe diventare un allarme sociale

E’ un appello, quello indirizzato dal sindaco di Casamicciola Giovan Battista Castagna che lancia un monito chiaro e netto alle autorità destinatario dello stesso. E che non è difficile da cogliere, come vedremo a breve. Il primo cittadino termale ha infatti indirizzato una nota al prefetto di Napoli Carmela Pagano, al commissario per la Ricostruzione post Sisma Carlo Schilardi e al Ministero dell’Interno avente ad oggetto “Riconversione assistenza alberghiera al contributo di autonoma sistemazione (CAS)”.

Il nocciolo della questione, dunque, sta tutto nel fatto che gli sfollati attualmente alloggiati negli alberghi dovranno lasciare gli stessi a distanza di oltre due anni e trovarsi un’abitazione per la quale dallo Stato arriverà il contributo. E Castagna non a caso esordisce proprio con un excursus degli eventi: “Premesso che lo codesto Ente, con nota prot. N. 9475 del 06/08/2019 – richiesta istruzioni urgenti assistenza alberghiera chiedeva, al Commissario Straordinario alla Ricostruzione nei territori dell’isola d’Ischia dott. Carlo Schilardi, istruzioni in merito alla scadenza delle numerose convenzioni in essere tra lo stesso Ente e le strutture alberghiere ospitanti gli sfollati relativi al sisma del 21.08.2017; Che in data 12/08/2019 perveniva, con prot. N. 2113/CS/Ischia, da parte del Commissario Straordinario alla Ricostruzione nei territori dell’isola d’Ischia, il riscontro alla nota prot. n. 9475 del 06/08/2019 – richiesta istruzioni urgenti assistenza alberghiera, con la quale la struttura Commissariale ha comunicato che la previsione del termine consentito, spirava il 31/12/2019. Si disponeva, pertanto, la revisione della forma di assistenza alberghiera prevedendo che i cittadini che ne abbiano titolo dovranno passare entro il 31/12/2019 dall’assistenza alberghiera al contributo di autonoma sistemazione (CAS)”.

Il 31 dicembre terminerà l’assistenza presso gli alberghi alle vittime del sisma tuttora ospitate nelle strutture ricettive, che inizieranno a ricevere il CAS. Ma la speculazione dei proprietari di immobili, che continuano a chiedere cifre esose o a non voler locare, potrebbe scatenare un’emergenza abitativa. E così arriva la drastica richiesta…

Insomma, lo scambio epistolare tra il Comune di Casamicciola e il commissariato per la ricostruzione è chiaro: dal 1 gennaio 2020 nessuna sistemazione sarà più garantita nelle strutture ricettive che – detto per inciso – costano un occhio della stessa rispetto al Cas. Per farvi un esempio matematico un nucleo familiare di cinque persone riceve 900 euro mensili di contributo se alloggia in una casa presa in fitto ma ne costa addirittura 5.250 se invece risiede in una camera d’albergo. Ma il sindaco scrive rivolgendosi ai destinatari della sua nota: “Orbene, prima di tale comunicazione il sottoscritto Sindaco di Casamicciola Terme Ing. Giovan Battista Castagna, aveva già cominciato a sollecitare i circa 200 suoi concittadini, ancora ospiti in strutture alberghiere, a reperire immobili esistenti sul territorio con la modalità del fitto. Allo stato persiste ancora un numero di cittadini alloggiati presso le strutture alberghiere. E’ emerso che esiste un effettivo ingessamento del mercato locativo, accresciuto da una riluttanza a sottoscrivere contratti annuali anche in considerazione della preferenza di stipulare fitti stagionali con i turisti”. Nel passaggio successivo, poi, Castagna rompe gli indugi e lancia l’allarme: “Chi scrive è fortemente preoccupato che spirato il termine dell’ospitalità alberghiera non si possa più far fronte alle esigenze abitative degli sfollati. Al riguardo, onde evitare che alla scadenza prevista dalla struttura Commissariale non si siano realizzate condizioni che abbiano assorbito tutta l’esigenza abitativa con conseguenti problemi di ordine pubblico e di malessere sociale già peraltro serpeggiante nella popolazione tutta e segnatamente tra gli sfollati”.

Da qui Giovan Battista Castagna si rivolge all’ufficio territoriale di governo con queste chiari parole: “Si chiede, pertanto, che ognuno per la sua parte e per le proprie competenze e in questo caso segnatamente sua eccellenza il Prefetto della Provincia di Napoli Dott.ssa Carmela Pagano, intraprenda le azioni necessarie atti a stimolare e favorire la conclusione di contratti di fitto per riassorbire la popolazione degli sfollati. Ricordando che è garanzia costituzionale dello Stato garantire comunque una casa, o sistemazione equipollente. Sarebbe auspicabile che sua eccellenza il Prefetto formulasse un invito ai proprietari di immobili liberi dell’Isola d’Ischia a stipulare contratti di fitto. Successivamente, in caso di persistenza della criticità, procedere ad altri strumenti anch’essi consentiti dalla legge”.

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Insomma, i passaggi sono chiari. Avvisi del Prefetto con l’invito a fittare abitazioni, in particolare quelle che venissero inequivocabilmente individuate come seconde case, o altrimenti procedere ad altro strumento quale quello della requisizione delle stesse vista la situazione di “emergenza abitativa” che potrebbe venire a crearsi. Una richiesta forte, decisa, forse anche una provocazione ma anche un monito per rompere un sistema che francamente non va. Perché sul fatto che sulla nostra isola si sia creata una sorta di bolla speculativa non sembrano esserci più dubbi: alcuni terremotati hanno lamentato il fatto di essersi mossi per trovare una sistemazione alternativa all’albergo ma che sono stati letteralmente presi “alla gola” dai proprietari di immobili che avrebbero chiesto cifre fuori mercato o comunque elevate rispetto al valore dell’abitazione. Evidentemente consapevoli che il proprio interlocutore non ha alternative. Un vezzo che qualifica il “livello” della nostra comunità anche se non sorprende più di tanto ma al quale, evidentemente, prima che i malumori diventino sollevazione popolazione, bisogna reagire col pugno di ferro. E quello del Prefetto, a questo punto, sarebbe quanto mai opportuno.

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Nemo

200 persone sono ancora alloggiate in albergo?
Vediamo quanto ci sono costate: sono passati 2 anni, 35 euro al giorno a persona per 200 per 2 anni fanno 5 milioni e 100mila euro. 10 miliardi delle vecchie lire spesi solo per queste 200 persone, sono andati bene gli albergatori..
Com quei soldi invece si potevano riparare le case rotte o si poteva costruirne qualcuna nuova altrove.
Siamo a 2 anni dal sisma e tutto è fermo :-(((

Mery

Queste persone che sono ancora in albergo non hanno voglia di andare in fitto, perché in albergo mangiano e bevono gratis e non devono nemmeno lavare i piatti.
Dimostrino che hanno cercato casa, su internet e facebook ci sono un sacco di annunci di fitti di case a prezzi ragionevoli!
Poi c’è la questione di quelli che avevano casa in fitto al momento del terremoto e a cui viene inspiegabilmente pagato il CAS quando non ne avrebbero diritto.
A furia di sperperare alla fine vedrete che mancheranno i soldi per aggiustare le case!

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