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Sotto Tiro – Il disagio

Incontro sempre più persone che si sentono a disagio. Disagi variegati. Ci sono quelli che non capiscono più in che direzione sta andando il loro destino e quelli che pur percependo meglio la direzione della propria vita non riescono a non avvertire disagio e malessere di vivere. Il disagio va differenziato anche per l’età del soggetto che lo patisce. I giovani sentono il disagio nel non poter disporre di una larga scelta per il lavoro che vorrebbero fare.

Emigrare in cerca di lavoro, o andar via dal posto dove sono nati, sembra per loro inconcepibile data l’agiatezza nella quale i loro genitori li hanno fatti crescere.

Per i cinquantenni il disagio può stare nel tipo di lavoro che svolgono e nella qualità della vita che hanno.  Per quelli che stanno per arrivare alla soglia del pensionamento il disagio diventa quasi paura. Questi si chiedono se il marasma governativo che domina in questo momento nella società italiana potrà farli arrivare alla fine della loro vita con tranquillità economica o avverrà un cataclisma che li riporterà ai racconti che sentivano dai genitori vissuti durante l’ultima guerra mondiale con tutte le conseguenze note e peraltro contenute nei libri di storia.

E’ dal 1950 che le cose sono andate bene per gli italiani. Ed è solo nell’ultimo ventennio che abbiamo invertito la rotta ed i veri sacrifici devono ancora venire. Per chi ha ottanta anni il disagio è di tutt’altra natura. L’ultimo tratto non gli fa più paura. ‘ottantenne avverte però forte disagio per la meschinità della maggior parte della classe amministrativa locale. Ha ristretto gli orizzonti e riesce meglio a percepire le cose che stanno più vicino a lui. Un ottantenne non capisce perché la sua terra sia così male amministrata anche essendo la prima isola più bella d’Europa e la terza del mondo.

Un ottantenne non capirà mai come un sindaco di Forio, Francesco Del Deo, possa andare all’Evi dove, rappresentando quattro sindaci sui sei sindaci dell’isola, sottoscrive degli impegni e poi è l’unico a non tenerne fede. L’ottantenne non capirà mai questo atteggiamento e non capirà mai perché i consiglieri comunali di Forio continuino a tenersi un sindaco del genere. Forse perché il disagio profondo che può provare un ottantenne non può interessare a consiglieri comunali che hanno perso per strada quelle cose bellissime che portavano avanti i loro nonni. Ma i loro nonni con quelle idee hanno permesso loro di vivere sufficientemente bene. Stanno loro facendo la stessa cosa per i figli?

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