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Tavola “fatale”, tre turisti finiscono all’ospedale Rizzoli

Quelle ambulanze che andavano avanti e indietro, per la verità, avevano destato non pochi sospetti. Tre mezzi di soccorso tutti diretti verso lo stesso albergo ed a ritmo consecutivo erano qualcosa di decisamente anomalo. La verità, in ogni caso, è venuta a galla di lì a poco chiudendo quello che aveva tutti i crismi per diventare una sorta di giallo a tutti gli effetti. Ieri mattina a squarciare la tranquillità apparente di Ischia è stato un rumore di sirene insistente, proseguito per gran parte della mattinata. In particolare, mezzi e sanitari del 118 si erano portati per tre volte presso un accorsato albergo nel centro di Ischia, il “Floridiana”, per condurre all’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno altrettanti pazienti bisognosi di cure.

Secondo quanto si è appreso tutti i soggetti in questione hanno avuto bisogno di sottoporsi a controlli medici per motivi di natura intestinale, il che lascerebbe pensare all’assunzione di cibo non propriamente impeccabile, che però stando a quanto si è appreso non sarebbe stato assunto – è questo è opportuno specificarlo – all’interno della struttura ricettiva. In un caso in particolare, per la verità, la preoccupazione è stata notevole, anche perché un uomo risultava portatore di peacemaker e lo stato debilitativo nel quale si trovava ha consigliato il ricovero dello stesso al Rizzoli, per essere tenuto sotto osservazione e monitorato come si conviene.

Ma sotto questo aspetto bisogna purtroppo prendere atto che la giornata non è stata proprio delle migliori. Sembra che a trascorrere una giornata tra violentissimi attacchi di diarrea e conati di vomito siano stati anche molti partecipanti alla Ischia 100 km di ciclismo che si è svolta sulle strade dell’isola nella mattinata di domenica. Troppi i casi di chi ha trascorso una serata da incubo per pensare ad una “coincidenza”. Nel mirino, stavolta, sarebbero finite una serie di pietanze preparate al termine della gara e sulle quali molti corridori si erano letteralmente “fiondati”.

Gaetano Ferrandino

foto Franco Trani

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