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LA TRAGEDIA – Bruno Iacono: «L’incidente è avvenuto in una cavità laterale ricca di sedimenti»

A margine della tragedia verificatasi nella giornata di ieri tra Ischia e l’isolotto di Vivara, abbiamo raccolto le considerazioni del signor Bruno Iacono. L’istruttore subacqueo ischitano, commentando la vicenda sulla base delle prime ricostruzioni, ha dichiarato al nostro quotidiano: «I dettagli dell’incidente non li conosco, ma conosco bene la situazione della secca delle formiche, che è una brutta passante lunga oltre sessanta metri e situata tra il Castello aragonese e Vivara. Questa zona, rientrante nell’area marina protetta “Regno di Nettuno”, è riservata alle immersioni. C’è una boa con una lanterna centrale che indica la presenza della secca, e lì sotto c’è questa grotta grande. Da quello che sono riuscito a capire, l’incidente non è avvenuto nella grotta grande – che è abbastanza semplice (da esplorare, ndr) ed infatti è frequentatissima – ma è avvenuto all’interno di una piccola grotta a distanza da quella grande, dove i due subacquei sono rimasti intrappolati. Quando una persona entra in grottini così angusti e ricchi di sedimenti, il movimento delle pinne comporta inevitabilmente una drastica – se non totale – riduzione della visibilità. Ed è proprio per questa ragione che quasi nessuno si avventura in queste cavità, che sono davvero molto pericolose».

«Dagli scarni elementi in mio possesso – ha proseguito Iacono – posso dedurre che i due subacquei si sono infilati nella grotta, non hanno visto più l’uscita a causa dei sedimenti e sono rimasti intrappolati. Presumo che tutto questo, sempre da una serie di indicazioni che ho avuto, sia successo a fine immersione, quando l’aria a disposizione è poca». Abbiamo chiesto al signor Bruno Iacono se le attuali normative consentano ad un minore di immergersi e, soprattutto, affrontare un simile percorso. Rispondendo al nostro quesito, Iacono è stato categorico: «No. È tuttavia possibile che una ragazzina abbia un open water diver, ovvero un brevetto base che ti consente di fare delle immersioni con i diving. Letteralmente “open water diver” vuol dire sommozzatore di acque libere, e questa qualifica ti permette di immergerti in condizioni in cui l’accesso alla superficie, cioè la risalita, deve essere completamente libero. Tutti coloro che hanno questo o altri brevetti e non hanno quello di specializzazione di immersione in grotta – detto “cave” – in realtà non potrebbero entrarvici, perché per definizione la grotta non consente un accesso diretto alla superficie».

«Non so che genere di qualifica avesse la ragazza – ha continuato Bruno Iacono – ma so per certo che per accedere ad una grotta ci si deve munire di un’autorizzazione che non ha nessuno in queste zone, che sono caratterizzate da una scarsa presenza di grotte. La grotta delle formiche, tra l’altro, non è neppure una vera e propria grotta bensì, come ho detto prima, una cavità passante». Il signor Iacono ci ha poi descritto la secca dove è avvenuta la disgrazia: «La grotta grande delle formiche è percorribile in maniera agevole, perché non si resta mai al buio anche grazie alla presenza di alcuni camini di luce. La secca delle formiche è un ammasso roccioso su una prateria di posidonie situato tra il Castello aragonese e Vivara. La secca è attraversata da una grotta grande e da una serie di piccoli grottini, assolutamente da non esplorare perché pericolosissimi. Tra l’altro, la grotta grande ha un sedimento molto grossolano, quindi anche se qualcuno ci passa con le pinne non accade nulla. Il sedimento si alza se si entra in una cavità fangosa dove lo stesso è assai fine. L’unico giudizio che mi sento di esprimere è il seguente: la guida non doveva entrare nella grotta, e soprattutto non doveva farlo con una ragazzina inesperta. Quel genere di immersione si fa con il cosiddetto “filo di Arianna”, una procedura elementare che ti consente di tornare in superficie anche se la visibilità dovesse risultare scarsa. Ovviamente – ha chiosato Iacono – sarà la magistratura a ricostruire l’intera vicenda e ad accertare eventuali responsabilità».

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