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Spaccio di hashish, liberi i due ventenni ischitani arrestati a Portici

I legali di fiducia hanno chiesto e ottenuto l'applicazione della pena su richiesta delle parti, patteggiando due anni con la sospensione della sanzione. Revocato l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria

Sono completamente liberi i due giovani ischitani, accusati detenzione di droga ai fini di spaccio. I legali di fiducia di D.F. e J.C.S. hanno ottenuto l’applicazione della pena su richiesta delle parti: il cosiddetto patteggiamento, che il Tribunale ha quantificato in due anni di reclusione ma con sospensione della pena. Contestualmente i due giovani sono stati liberati dalla misura degli arresti domiciliari a cui erano stati confinati qualche settimana fa. La vicenda che innescò il procedimento conclusosi con l’udienza di ieri mattina ebbe inizio nei primi giorni di gennaio, quando i Carabinieri della Stazione di Portici, al termine di una serie di operazioni di appostamento e pedinamenti, avevano intercettato tre persone all’interno della stazione ferroviaria di Pietrarsa. Al momento di stringere il cerchio intorno ai soggetti controllati, una quarta persona riuscì comunque a dileguarsi: si trattava di colui che aveva ceduto agli altri tre diversi panetti di hashish. E non era un quantitativo trascurabile: si trattava infatti di oltre un chilo di sostanza, rinvenuto nello zaino di uno di loro. 

I tre fermati, accusati come detto di detenzione e spaccio di stupefacenti, erano V.S., un 41enne incensurato di Pompei, poi un ventenne di Ischia di origine ucraina, D.F., e un 21enne di Barano di origine dominicana, J.C.S., questi ultimi peraltro già noti alle forze dell’ordine per precedenti reati in materia di stupefacenti. I militari ipotizzarono che i tre avessero appena fatto “rifornimento” di hashish, e i due ischitani fossero in procinto di rientrare a Ischia. Tradotti in carcere, gli ischitani arrestati beneficiarono poi dell’applicazione della misura degli arresti domiciliari disposta dal Gip. Successivamente, i difensori di fiducia dei due ventenni, gli avvocati Vincenzo Aperto e Massimo Stilla, invocarono la revoca o in subordine la sostituzione della misura cautelare con una meno afflittiva. Da parte sua, il pubblico ministero espresse parere positivo alla richiesta. Il giudice Federico Somma valutò il lasso di tempo trascorso da quando accaddero i fatti, oltre che il periodo già trascorso dagli imputati in regime di detenzione ai domiciliari e il loro comportamento tenuto da essi, per poi ritenere infine effettivamente attenuate le esigenze cautelari poste all’origine dell’applicazione della misura, stabilendo la sostituzione dei domiciliari con quella meno stringente, dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, ritenuta comunque adeguata a preservare le esigenze cautelari, venute definitivamente meno col patteggiamento, in seguito al quale i due ragazzi sono quindi stati liberati da ogni restrizione.

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