LE OPINIONI

IL COMMENTO La transizione ecologica

La creazione di un Ministero per la transizione ecologica, auspicata per il nuovo Governo che si sta formando, dovrebbe far riflettere gli amministratori comunali e gli imprenditori della nostra isola. L’esigenza di raggruppare in un unico Ministero il cambiamento della nostra società nasce dal crescente movimento mondiale di salvare il nostro pianeta. Nei prossimi anni ci sarà senza dubbio la corsa di andare a passare le proprie vacanze in un posto dove la vivibilità è ai massimi livelli e dove le infrastrutture saranno adeguate alle nuove esigenze delle persone che sicuramente sono in atto.

Un’isola come la nostra deve inventarsi e realizzare un progetto pilota in questa direzione. Se analizziamo lo stato attuale dell’isola ci accorgiamo che bisogna salire montagne erte per arrivare ad una isola completamente ecologica e ad un territorio completamente accogliente. Inutile elencare le cose da fare. Le conosciamo tutti e sappiamo esattamente quali sono e anche l’ordine di priorità e quindi è davvero inutile girarci intorno. Il problema è capire una volta per tutta in maniera chiara e netta se i Sindaci, i Consigli comunali, gli impiegati dei Comuni, gli imprenditori e la cittadinanza avvertono questo cambiamento in atto e avvertendolo si rendano conto se hanno l’intenzione di sforzarsi e mettere in atto un progetto dell’insieme delle problematiche da affrontare oppure rassegnarsi al peggio ovviamente con tutto quello che ne consegue.

I partiti politici sull’isola non esistono più. Potevano farlo nelle sezioni, come succedeva una volta, tra dibattiti che portavano a spunti di riflessione spesso anche illuminenti. Azzerati da miopi politici degli ultimi trent’anni, tipo Giosi Ferrandino e Domenico De Siano seguiti da tutti i Sindaci che hanno frequentato i Comuni, ecco che la nostra meravigliosa terra si è purtroppo ridotta nelle attuali – ed agonizzanti – condizioni attuali. Quale organismo attuatore dobbiamo allora inventarci per raggiungere l’obiettivo? La domanda non è certo di facile risposta dal momento che i Sindaci sono chiaramente divisi e, senza voler offendere nessuno, sembrano non avere una visione delle cose da fare. Si trastullano con progetti minimali che vanno in direzione diversa da quelli dove si dirige invece il resto del mondo. Mancano studi sociologici. I filosofi che pensano ad Ischia sono ignorati. Come sono ignorati le persone che saprebbero inventarsi il progetto. E allora voglio chiudere con un appello che è anche una proposta: i nostri primi cittadini si mettano all’opera e cerchino una persona che sappia dove deve essere collocata l’isola tra dieci anni e gli diano l’incarico di mettere su, in due mesi, un elaborato, che portato in discussione sull’isola, faccia convergere i tanti interessi per poi attuarlo con i tanti milioni di euro che potrebbero arrivare nei prossimi tempi. Utopia? Ad Ischia forse si.

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