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Spaccio, un anno e otto mesi ai domiciliari per Vincenzo Mazzella

ISCHIA. Ieri mattina, presso il Tribunale di Napoli in composizione monocratica, si è svolto il processo per direttissima nei confronti di Vincenzo Mazzella. Il 43enne ischitano, conosciuto alle forze dell’ordine e noto come “il bombolaro”, era stato arrestato sabato scorso dai carabinieri della Compagnia di Ischia, guidati dal capitano Andrea Centrella e coordinati dal luogotenente Michele Cimmino, con l’accusa di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari dell’Arma avevano posto in essere una lunga e accurata attività investigativa, tra pedinamenti e appostamenti diretti a mantenere sotto costante controllo ogni minimo spostamento del Mazzella, fino all’epilogo avvenuto durante lo scorso fine settimana: i Carabinieri avevano fermato il sospetto presso la località dei “Pilastri”. Dopo la perquisizione personale, i militari avevano posto sotto sequestro circa 1500 euro di denaro contante e sei involucri contenenti dosi di cocaina, oltre a due telefoni cellulari.

Durante l’udienza di ieri il pubblico ministero ha chiesto tre anni di reclusione e la custodia in carcere. Alla fine, il giudice ha inflitto all’imputato un anno e otto mesi, da scontare agli arresti  domiciliari,  oltre a duecento euro di multa. Vincenzo Mazzella, difeso dall’avvocato Nicola Lauro, ha anche ottenuto l’autorizzazione a lasciare la propria abitazione tre volte alla settimana, dalle ore 12 alle 18.30. Il magistrato ha inoltre disposto il dissequestro delle somme di denaro. Si è così conclusa questa ennesima “puntata” delle vicende che vedono il Mazzella salire ancora una volta agli onori, per la verità poco desiderati, della cronaca giudiziaria. Infatti il personaggio è molto ben conosciuto dalle forze dell’ordine, con un “palmares” che viene da lontano. Dieci anni fa, nel già lontano 2007, “o bombolaro” era già rimasto coinvolto in una vicenda legata al traffico di stupefacenti, nell’ambito di un’inchiesta che riguardava diverse persone. Non fu l’unico episodio opaco, perché qualche anno dopo, per l’esattezza nel 2013, Vincenzo Mazzella fu coinvolto in una storia che gli costò l’accusa di estorsione, con tanto di arresto insieme a Luca Sasso. Per i due scattarono le manette dei Carabinieri di Ischia. Motivo: l’aver tentato di estorcere a un noto imprenditore isolano la somma di tremila euro in contanti, che la vittima avrebbe dovuto depositare secondo modalità dettate dai due estorsori. L’imprenditore, che finse di piegarsi alle volontà dei due, in realtà si rivolse subito ai militari a cui raccontò ogni particolare, compresi quelli dell’appuntamento decisivo. Infatti Mazzella e Sasso, anziché la busta coi tremila euro, sul posto trovarono i Carabinieri che procedettero all’arresto con l’accusa di estorsione, resistenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale. Una vicenda che ancora molti ricordano sull’isola, che costò ai due il giudizio immediato. Il Tribunale accolse le richieste della pubblica accusa, e comminò a Vincenzo Mazzella quattro anni di reclusione. Successivamente, in appello la pena si ridusse a due anni e otto mesi, più mille euro di multa. Il dispositivo di ieri mattina, anche grazie al lavoro della difesa, è decisamente più contenuto, ma aggiunge un altro capitolo al rapporto tra “o bombolaro” e la giustizia.

 

 

 

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