CULTURA & SOCIETA'

Spettacoli, Il Sol dell’Avvenire al Cineteatro Excelsior

Nanni ritorna Nanni. E forse non lo rivedremo mai più. Questa la prima impressione che lascia agli spettatori l’ultimissimo lavoro del regista di Brunico, alla soglia dei settant’anni e al suo quattordicesimo film in carriera.Dopo quel Tre Piani che aveva convinto poco in territorio italiano (ma che aveva invece strappato grossi applausi a Cannes), Il Sol dell’Avvenire sembra un greatest hits, una raccolta di quelle ossessioni e di quelle idiosincrasie morettiane che ritornano sullo schermo dopo essere state messe per qualche tempo nel cassetto: l’attenzione verso le scarpe delle donne, l’idea di fare un film su un nuotatore, le colonne sonore strillate a tutto volume. Stavolta le musiche toccano un’insolita Noemi con Sono solo parole, quelle che una volta erano “importanti” (in Palombella Rossa) e che invece adesso rischiano di essere un buco nell’acqua.

Il mondo intorno a Giovanni – nome di battesimo del regista e scelto da Nanni già in La stanza del figlio – sembra impermeabile ai suoi consigli e rischia di subire quell’involgarimento, tanto auspicato e tanto annunciato negli altri episodi del suo cinema, che adesso quasi non spaventa più. Giovanni è rassegnato alla chiusura del suo particolare cerchio (che prova a tenere aperto telefonando a Renzo Piano e discutendo con Corrado Augias) e alla conclusione di un cinema verité fatto di naturalismi e autorialità che sta per lasciare spazio al mondo vacuo del mero intrattenimento. La moglie sta producendo una pellicola sparatutto, la figlia lo sta sostituendo con un compagno ottantenne, Netflix si rifiuta di collaborare per il suo film, considerato lento. Un progetto con Silvio Orlando, segretario di partito, che invita il circo Budavari nel suo quartiere romano, in un momento storico molto duro per l’Ungheria, alle prese con l’invasione dell’Armata Rossa. Le idee non mancano, e anzi, si accavallano l’una con l’altra, con il regista determinato a seguire i suoi progetti con ambizione e determinazione. Ma il Sole del titolo sembra preannunciare un tramonto, con quel raggio che trafigge in maniera spietata e quasimodiana un uomo che lotta con sé stesso e con gli altri. Evocativa la scena finale con i tanti attori che lo hanno accompagnato nei tanti altri progetti, che si incamminano con lui durante una manifestazione. Sprazzi di un cinema felliniano – come ci ha già abituato in altri titoli – dove il regista trova conforto nel passato (“Io mi ricordo”), lasciando i fan con il dubbio atroce che questa volta non sia davvero l’ultimo saluto. Scritto e sceneggiato da Nanni Moretti, il film è tra i più gettonati al botteghino, e sarà possibile vederlo – ancora per qualche giorno – al Cineteatro Excelsior di Ischia Porto negli spettacoli delle ore 20 e delle ore 21:30

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex