CRONACAPRIMO PIANO

IL MONITO DI ENZO: «I TRIBUTI VANNO PAGATI»

Il bilancio di previsione approvato, tanti finanziamenti intercettati, ma anche la necessità di costringere l’ente locale ad effettuare degli ammortamenti che impediscono di poter utilizzare somme ingenti per l’ordinaria manutenzione del territorio. E allora la ricetta-invito del sindaco d’Ischia non può che essere una e fin troppo scontata…

Nell’ultimo consiglio comunale è stato approvato il bilancio di previsione. Come si spiega a un comune cittadino qual è lo stato di salute delle finanze del Comune di Ischia?

«Lo stato di salute delle casse dell’ente lo possiamo definire positivo, non certo particolarmente preoccupante, anche se esistono delle problematiche croniche che vanno affrontate per evitare che certe questioni si incancreniscano dal punto di vista finanziario. In modo particolare il bilancio comunale sprizza salute da tutti i pori per quanto riguarda la parte legata agli investimenti, anche perché grazie alla collaborazione degli uffici comunali abbiamo intercettato una serie di finanziamenti che ci porteranno a realizzare nei prossimi mesi interventi strutturali significativi ed evidenti sul territorio. Certo non mancano i campanelli d’allarme, che tra l’altro sono già stati attivati dall’organo di revisione: il punto debole è rappresentato dalle entrate correnti, in particolare da quelle legate ai tributi».

Su questo vorrei fare una domanda. Non c’è dubbio che i crediti che vanta il Comune d’Ischia sono davvero tanti, e questa peraltro è storia risaputa. Ad Enzo Ferrandino, che tra l’altro ha piena contezza della materia essendo anche commercialista, chiedo in quale percentuale determinati crediti sono recuperabili e soprattutto in che misura questo recupero rischia di mandare al “tappeto” determinate aziende?

«La possibilità di recupero di queste somme è abbastanza alta, perché non parliamo di crediti campati in aria. Le aziende e le realtà in sofferenza sono un numero congruo ma dobbiamo pur iniziare a comprendere che da oggi in poi occorre rispettare maggiormente tutte quelle che sono le scadenze dei tributi perché questo andazzo ci espone a dover effettuare degli accantonamenti (in un apposito fondo che la norma prevede a proposito di crediti di dubbia esigibilità) che finiscono per sottrarre risorse alla gestione corrente. Che cosa significa? Non si verifica soltanto il danno del mancato incasso del tributo, quanto l’obbligo da parte dell’ente di dover rimpinguare un fondo di copertura che poi limita la spesa corrente. Tradotto in soldoni oggi abbiamo accantonata la somma di 1 milione e 200.000 che non possiamo spendere in attività sul territorio, magari per la manutenzione ordinaria. Questo significa che anche per mettere un po’ di asfalto spesso bisogna far ricorso ai finanziamenti offerti da Città Metropolitana e Regione».

Insomma, se non ho capito male è come avere il portafogli pieno ma non poter spendere…

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«E’ esattamente così. Il legislatore ha previsto questa disposizione, tra l’altro parliamo di una problematica che si riverbera in tantissimi enti pubblici nazionali. Ai cittadini va spiegato che se vogliamo un paese più curato bisogna essere puntuali nel pagamento delle imposte locali».

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E’ ormai anacronistico il dislivello percentuale di quello che pagano come TARI le aziende rispetto ai privati cittadini? In fondo quel “modello” è figlio dell’epoca del benessere in cui alberghi e affini spesso fungevano anche da ammortizzatori sociali…

«Sicuramente esiste una situazione per la quale esiste una fetta imprenditoriale che si fa carico di somme ingenti per la gestione del servizio di Nettezza Urbana. Noi recentemente abbiamo fatto una manovra di aggiustamento andando a rivedere la distribuzione di questo carico tributario anche guardando a famiglie e cittadini. Per il passato noi tassavamo gli immobili solo guardando alla loro dimensione, non sovrapponendo nel criterio di valutazione anche il numero degli occupanti di un singolo immobile. Così facendo sono venuti fuori in molti casi aumenti tariffari che hanno provveduto a creare non poche oscillazioni nell’ambito di quelli che sono i nuclei familiari ischitani. Queste sono manovre che stiamo ponendo in essere per ridefinire il peso del pagamento della tassa all’interno delle varie categorie. E’ chiaro che il risultato più ambizioso da raggiungere è quello di ridisegnare in toto la mappatura e la geografia del prelievo partendo però dal presupposto che il prelievo sulle civile abitazioni è davvero basso: di sicuro, voglio sottolinearlo, il più basso sulla nostra isola ma anche tra i meno esosi in generale tra i Comuni italiani».

Che cosa lascia l’ultima seduta di consiglio comunale?

«L’ultima seduta del civico consesso ci ha visto approvare il bilancio previsionale che, ripeto, vede molte spese di investimento a costo zero. Per la gestione corrente il nostro sforzo è quello di migliorare ulteriormente in termini di efficacia l’erogazione di servizi alla nostra comunità e mi riferisco ad esempio a sicurezza e pulizia. Ma sono convinto che l’arco temporale tra 2023 e 205 ci vedrà alzare ancora l’asticella».

Abbiamo vissuto un agosto diverso con meno massa e più qualità, meno turismo di prossimità e cafonal e più stranieri. Forse è successo per caso o forse no, ma come si fa adesso per consolidare questo trend?

«Ci sono dei cambiamenti veloci e repentini nell’ambito di quelle che sono le dinamiche turistiche. Abbiamo un mercato nazionale che mostra segni di sofferenza e non a caso il calo delle presenze italiane è generalizzato e non riguarda certo soltanto Ischia. Però c’è una ripresa sensibile del mercato internazionale, gli stranieri stanno riscoprendo ed apprezzando la nostra isola. Bisogna organizzarsi, così come stiamo facendo con la nostra DMO, in maniera tale da renderci più fronti, più decifrabili a questo pubblico che chiede di vivere sulla nostra terra un’esperienza che li possa colpire. E noi abbiamo tante carta da giocare in questa direzione».

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