CRONACAPRIMO PIANO

Stalking dal padrone di casa, una coppia denuncia alla Procura

Una articolata denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Napoli e presso la Stazione dei Carabinieri di Casamicciola Terme. Una querela che nel suo oggetto richiede anche una misura cautelare perché parliamo purtroppo di quello che – almeno dal punto di vista del denunciante – è da ritenersi a pieno titolo un caso di stalking. Di quelli che, purtroppo, se ne registrano ormai tanti anche sulla nostra isola. A presentare l’esposto una coppia di conviventi more uxorio con un figlio minore domiciliata sul territorio di Casamicciola. I due citano nel loro atto tale R.R., originario di Napoli ma residente a Roma ritenuto responsabile di una serie di fatti che avrebbero una chiara matrice persecutoria. I conviventi ricordano in premessa di aver ricevuto un locazione un immobile da parte del precitato R.R. ma aggiungono che quest’ultimo “da troppo tempo è autore di condotte reiteratre che, oltre che moralmente deplorevoli, sono penalmente rilevanti e perseguibili”.

Ma a che cosa fa riferimento la coppia? Nella denuncia querela si legge tra l’altro che “i denuncianti rappresentano che, già da qualche anno, l’avvocato R.R. che, si fa chiamare avvocato, ma in realtà non lo è, essendo un mero praticante semplice da poco iscritto all’albo degli avvocati di Napoli, ma in realtà millanta di essere un avvocato, come anche indicato nel contratto di locazione. In particolare, il denunciato, ha iniziato a mettere in atto vere e proprie azioni persecutorie ai danni dei denuncianti, dovute, probabilmente, ad una lite verbale dovuta alla potatura parziale di un nocciolo presente nell’immobile locato, a cui il R.R. ha fatto seguire plurime denunce, per poi ricattare e cercare continuamente di sottomettere i denuncianti con la promessa della remissione della querela. Si precisa che detta querela è del tutto infondata, ma presa a pretesto per perseguire i denuncianti”. Ancora i due conviventi proseguono il loro racconto scrivendo nella denuncia che “hanno cercato di mantenere un buon rapporto, ma tale modo pacifico non faceva altro che aumentare le pressioni da parte del R.R. il quale mandava decine di messaggi (SMS) e continue chiamate, al solo fine di perseguitarlo e senza un reale senso o motivo reale. In effetti il denunciato, con una serie quotidiana di molestie ha iniziato una vera e propria opera persecutoria ai danni dei denuncianti, provocando un perdurante stato di ansia che inibiva ai denuncianti anche nell’effettuazione delle più banali attività quotidiane, in quanto ripetutamente molestati e tempestati di chiamate”. E vengono fatti anche alcuni esempi: “Se il  denunciante non rispondeva al telefono o ai messaggi – si legge nella denuncia spedita a Procura e carabinieri – il denunciato cominciava a chiamare a tutti i parenti  i quali a loro volta chiamavano preoccupati i rispettivi figli e, tanto innescava turbative familiari che ledevano la serenità quotidiana dei denuncianti  e che impedivano lo svolgimento del lavoro e l’interruzione ed alterazione della vita quotidiana. Il denunciato proseguiva l’attività persecutoria contattando da plurimi numeri di telefono a lui riconducibili e, sempre finalizzati ad arrecare molestie e turbative familiari”.

Chiesto in via cautelare l’ammonimento da parte del questore di Napoli ma anche il provvedimento di divieto di avvicinamento alle persone offese e di avere con le stesse ogni forma di contatto anche tramite sms e chat

Poi il racconto arriva a momenti più recenti e fino ai giorni nostri, quando evidentemente la querela è rimasto l’unico strumento per potersi difendere dalle angherie che si riteneva di aubire: “Agli inizi del maggio 2023 circa, i denuncianti stante la condotta, persecutoria e molesta, decisero di non rispondere più alle insistenti ed incessanti chiamate e messaggi quotidiani (ex actis). In data 23 luglio 2023 alle ore 10 il denunciato, si è presentato all’improvviso e senza alcun preavviso presso l’immobile locato e, ivi era presente la Sig.ra  con il minore, nonostante l’invito ad allontanarsi il denunciato contro la volontà della Sig.ra  forzava l’ingresso spingeva i presenti ed entrava in casa con fare minaccioso adducendo che doveva andare a controllare il nocciolo presente nel giardino antistante l’abitazione. Si precisa che contro il consenso e senza alcuna autorizzazione si introduceva nel domicilio dei denuncianti nonostante il diniego più volte espresso e faceva la Sig.ra sul pavimento il tutto innanzi al minore che scoppiava in lacrime e spingendo la tata ivi presente che neppure riuscì a fermare l’impeto del denunciato. Il denunciato ha cominciato ad appostarsi quotidianamente nei pressi dell’abitazione locata ed attendeva che il Sig. (omissis) si allontanasse di casa per poi procedere a molestare la famiglia”.

Si arriva poi all’ultimo atto, quello di mercoledì 26 luglio, la classica goccia che fa traboccare il vaso. Si legge nella querela: “Alle ore 10.15 circa, il denunciato di nuovo si è presentato alla porta dell’immobile locato e nuovamente ha cercato di entrare in casa, ma questa volta la Sig.ra  ha  registrato il tutto come da registrazione che si allega, in cui emergono i toni prima pacati e poi aggressivi con cui tenta di molestare la vittima, con urla ed atteggiamento minaccioso e violento. In data 26.07.2023 alle ore 10.32 la Sig.ra  ha mandato un messaggio al compagno  con cui lo avvisava che il R.R. la stava molestando ed anche il bambino era molto spaventato. A tal punto  si precipitava presso la propria abitazione in soccorso della famiglia e chiamava la Polizia ed arrivati in loco, il denunciato si dileguava repentinamente. A seguito dell’evento e delle reiterate condotte e molestie subite, i denuncianti hanno fondato e serio timore per la loro incolumità e quella del figlio minore, costretto a subire anch’egli le molestie, le urla e le persecuzioni quotidiane che vanno aumentando e non possono essere minimamente tollerate, né sottovalutate. Purtroppo, la condotta persecutoria, molesta e violenta del denunciato è divenuta un fatto abituale ed insostenibile per i querelanti. Essendo che Il denunciato si apposta di frequente e segue tutti i movimenti della famiglia. Tali comportamenti hanno determinato uno stato ansiogeno di particolare gravità sia nei querelanti che nei loro familiari”. Ecco perché i due conviventi chiedono in via cautelare di “Emettersi ammonimento del Questore di Napoli, per il reato di stalking, nei confronti dell’autore degli atti persecutori denunciato; Adottarsi in danno del denunciato provvedimento di divieto di avvicinamento a meno di 1 km dai denuncianti, divieto di sbarco o dimora sull’Isola d’Ischia; Adottarsi e vietarsi a carico del denunciato ogni forma di contatto con le persone offese: avvicinarsi fisicamente, scrivere, parlare, inviare sms, rivolgere lo sguardo alla vittima”. La parola, o meglio la decisione, all’autorità giudiziaria.

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