Stangata di vigili e guardia costiera ai “furbetti” dell’ombrelloni

Siamo sinceri, non è certo la prima volta che registriamo un episodio del genere, che anzi è diventata (pessima) abitudine consolidata sulla nostra isola ogni qualvolta la stagione estiva arriva nel clou. Ma sorprende il fatto che determinati comportamenti illeciti vengono perpetrati in una stagione particolare come quella che stiamo vivendo, dove a causa dell’incubo coronavirus gli arenili dell’isola d’Ischia – tanto privati quanto destinati alla libera fruizione – siano costantemente monitorati dalle forze dell’ordine per accertare il rispetto delle normative anticontagio, prima tra tutte quella legata al distanziamento sociale. E anche stavolta non sono mancati i classici furbetti che sono caduti nella rete, al termine di un’operazione congiunta – mirata al contrasto dell’occupazione abusiva dei tratti di spiaggia libera – che è stata condotta dal personale della polizia municipale di Ischia e da quello della guardia costiera, agli ordini rispettivamente di Chiara Boccanfuso e Andrea Meloni.

L’attività, proprio per poter accertare eventuali condotte illecite, è partita alle prime luci dell’alba e non ha risparmiato nemmeno un granello di sabbia dell’intero litorale comunale ischitano, richiedendo dunque un notevole impiego di uomini e mezzi. Ovviamente è arrivato puntuale il sequestro di numerose attrezzature da spiaggia, nello specifico i tutori dell’ordine hanno rimosso circa una quarantina tra ombrelloni, lettini e sedie da spiaggia. Il rituale, manco a dirlo, è quello al quale ormai siamo abituati da anni ed appare un vezzo davvero difficile da estirpare: buona parte del materiale rinvenuto, infatti, era stato rinvenuto o era stato lasciato sull’arenile in posizione comoda – chiaramente quanto più vicino al mare – per garantirsi una sorta di “prenotazione” del tratto di spiaggia libera. Insomma, si pianta la “bandiera” la sera prima e poi al mattino si arriva pure con calma. Insomma, un atteggiamento che va assolutamente in contrasto con l’ordinanza balneare e con le norme che regolano il corretto utilizzo del demanio marittimo.

Il personale ha accertato infatti che sotto gli ombrelloni posizionati sull’arenile non vi era traccia dei possibili proprietari, molti dei quali sarebbero tornati in spiaggia nelle ore successive certi di poter beneficiare, impropriamente, di un posto in prima fila. A quel punto il materiale è stato sradicato dalla sabbia e come detto posto sotto sequestro. Immaginiamo la delusione di chi, recandosi a prendere la tintarella, non ha trovato più le proprie attrezzature: la speranza, che è sempre l’ultima a morire, è che questo episodio possa servire da lezione ma con certi soggetti inutile farsi chissà quali illusioni.

In una nota ufficiale congiunta diffusa da polizia municipale e guardia costiera si legge tra l’altro che “L’attività, che è scaturita dopo alcuni giorni di sopralluoghi, rientra nella più ampia operazione che, a livello nazionale, ha consentito di restituire al pubblico uso migliaia di metri quadrati di spiagge libere abusivamente occupate”, il che la dice lunga su quanto sia diffuso questo malcostume. Ma arrivano anche timidi segnali di ottimismo, perché si precisa pure che “Rispetto allo scorso anno, il numero di attrezzature rinvenute in spiaggia risulta sensibilmente ridotto. Ad ogni modo, anche in vista del possibile aumento di bagnanti nel corso del prossimo mese di agosto, l’operazione congiunta tra Capitaneria di Porto e Polizia Municipale continuerà anche nei prossimi giorni, a tutela del libero accesso negli arenili non assentiti in concessione”. Insomma, per i furbi proprio non c’è posto. Almeno non in prima fila…