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Stani Verde al vetriolo: «Nessun rimpianto, ma troppe ombre sulla campagna elettorale»

ISCHIA. È passato un po’ di tempo dalle elezioni amministrative e dall’annesso ballottaggio: quanto pesa la sconfitta rimediata di misura, e quali e quanti rimpianti ci sono?
«Rimpianti non ce ne sono. Certo, resta il rammarico di aver perso per pochi voti. Fra l’altro, se analizziamo quei voti, si tratta di persone che per cinque anni sono state vessate da questa amministrazione: parlo dell’ex sindaco Franco Regine, che si è visto messo alle corde con vari provvedimenti, che addirittura ne mettevano a rischio anche il patrimonio personale; parlo di Gianni Mattera, che si è schierato a fianco dell’amministrazione uscente nonostante il fatto che cinque anni fa venne condotta una campagna elettorale espressamente rivolta contro di lui e il suo gruppo. Parlo di Mario Russo, di Luigi Patalano, tutte persone che per un quinquennio hanno abbassato la testa nei confronti di un’amministrazione prepotente, e che adesso l’hanno appoggiata. Dunque ripeto, nessun rimpianto: da soli, insieme al mio gruppo, contrapposti allo strapotere di 40 anni di vecchia politica, abbiamo sfiorato l’affermazione mancandola per pochissimi voti».
Cosa è successo nei quindici giorni successivi al primo turno? In quel momento, il vento e il pronostico sembravano tutti dalla tua parte.
«È successo che coloro che dicevano di volere il cambiamento, come Luciano Castaldi e Vito Iacono, il giorno prima della chiusura della campagna elettorale per il ballottaggio, nonostante loro non fossero più nell’agone politico dopo la sconfitta al primo turno, tennero un comizio che in sostanza fu contro di me: infatti dissero che il mio schieramento e quello dell’amministrazione uscente siamo due facce della stessa medaglia, spingendo quindi le persone a non votare. Sarebbe bastato il voto di duecento di quei cittadini per sovvertire il risultato delle elezioni. Tutto qui: chi doveva remare per il cambiamento, ha invece favorito di fatto l’amministrazione uscente».
Qualcuno sostiene che a non averti giovato sia stata la presenza di alcune persone eccessivamente “esuberanti”, per così dire, che a un certo punto alzando troppo i toni non abbiano reso un buon servizio alla tua candidatura. E’ una teoria da rispedire al mittente o qualcosa di vero c’è?
«A Forio moltissime persone sono scontente, che ancora oggi palesano il loro malcontento sui social network o per strada, vedendo andare il paese alla deriva. Questo porta diversi cittadini ad esternare con forza la propria rabbia, ma non si trattava di persone del nostro gruppo, bensì di elettori arrabbiati, che intendevano votare noi per ottenere un cambiamento. Si tratta di un fenomeno che non dipendeva in alcun modo dal mio gruppo di candidati e dalla nostra proposta politica. E comunque è una rabbia comprensibile: chi si reca a Citara trovandosi di fronte a una strada dissestata rimasta in quelle condizioni da tre anni, e fa una foto commentandola con forte indignazione per le conseguenze negative sul turismo e l’economia del paese, dovremmo prendercela col cittadino che protesta o con l’amministrazione che rimane inerte?
Durante la campagna elettorale, la caccia al consenso si è svolta con criteri da paese civile o si sono registrati episodi anomali?
«Molte persone, tra coloro che hanno osservato la campagna elettorale dall’esterno, cioè dagli altri Comuni isolani, sono rimaste sconcertate dal modo in cui l’amministrazione uscente ha portato avanti tale campagna. Chi invece conosce Forio non è meravigliato, perché l’amministrazione si è comportata in tal modo per cinque anni. Sono stati arroganti, prepotenti, e ancora oggi, anche se dicono di volere la pace, poi magari attaccano coloro che non li ha votati. Ci sono stati vari episodi anomali, come quello ben noto ripreso dalle telecamere, con il sindaco che consegnava del denaro a un elettore che non aveva ancora votato, che denota quantomeno una certa arroganza. In futuro ci saranno sicuramente sviluppi nelle indagini da parte degli inquirenti per una serie di gravi anomalie riguardanti l’Ufficio tecnico: siccome credo che l’indagine sia tuttora in corso, non voglio fare ulteriori commenti».
Dunque è lontano il momento in cui si riusciranno finalmente ad abbassare i toni all’ombra del Torrione?
«Personalmente i toni li ho sempre mantenuti bassi, sia in campagna elettorale che adesso: è il mio modo di essere. Se però chi amministra continua a mantenere atteggiamenti da bulletto contro chi non li ha votati o contro chi ha il coraggio di dissentire, allora la pacificazione non si raggiungerà mai. La spaccatura non è dovuta alla contrapposizione tra due blocchi, bensì al fatto che uno dei due, quello della maggioranza, non agisce in modo democratico».
Che tipo di opposizione intendete portare avanti?
«Altri in passato hanno spesso detto di voler portare avanti un’opposizione costruttiva, ma poi nei fatti si sono smentiti. Noi invece vogliamo davvero fare un’opposizione costruttiva, ma forte. Costruttiva perché faremo una serie di proposte concrete, ad esempio abbiamo pubblicamente consigliato all’amministrazione la maniera per combattere il problema dell’abbandono selvaggio dei rifiuti, attraverso la possibilità di stipulare convenzioni con le guardie ambientali. Ma allo stesso tempo sarà un’opposizione dura, quando vedremo cittadini vessati, oppure provvedimenti assurdi, come quell’ordinanza che limita le emissioni sonore…»
In effetti la movida foriana era diventata un marchio di fabbrica.
«Mi sembra comprensibile il fatto che diversi imprenditori non l’abbiano presa bene. Un’amministrazione intelligente, in un paese a vocazione turistica, dovrebbe essere lungimirante e capire che in certi periodi della stagione bisogna promuovere e agevolare un certo tipo di turismo. È ovvio che non possiamo praticare un turismo di richiamo verso i giovani e giovanissimi per l’intero anno, visto che non siamo come Ibiza e il nostro clima non è nemmeno adatto. Nei mesi di luglio e agosto, anche in base alla richiesta, si devono creare i presupposti per un certo mercato turistico. E noi questo mercato ce l’avevamo, non per i meriti dell’amministrazione, ma per bravura dei nostri imprenditori, che a Forio hanno creato una serie di attività di successo. L’amministrazione non doveva fare nulla di particolare, doveva soltanto agevolarli. E invece ecco questo provvedimento che penalizza il settore».
I mezzi della N.U. temporaneamente a Punta Caruso, la Colombaia in gestione: quanto ti convincono queste ed altre prime iniziative della nuova amministrazione del sindaco Del Deo?
«Cinque anni fa, Del Deo diceva di vergognarsi per le condizioni in cui versava il paese. Cinque anni dopo, queste condizioni sono peggiorate. Il sindaco diceva di vergognarsi dei camion della N.u. sul campo di calcio e ora tale presenza è raddoppiata. Si lamentava dei camion della N.u. a Citara alle Pietre rosse, ma sono rimasti lì fino a poco tempo fa, salvo poi spostarli al campo sportivo. Sul piazzale di Cava dell’Isola, i mezzi sono ancora presenti. Si lamentava del fatto che la zona di Zaro non fosse sufficientemente valorizzata, dunque i camion non potevano sostare in quel luogo, e ora invece ce li sta riportando. La verità è che si tratta di un’amministrazione incapace. In un quinquennio non hanno mai davvero affrontato il problema, lo testimonia l’assenza di qualsiasi atto deliberativo in tal senso. I camion della nettezza urbana vanno messi a Cavallaro: si tratta di un’area esterna al paese. Una volta effettuato il travaso, i mezzi non dovrebbero più attraversare tutto il paese, ma si troverebbero già al di fuori».
Quali sono le analogie tra la vecchia e la nuova maggioranza, e quali i punti di completa rottura?
«Per tutta la precedente consiliatura, consiglieri e assessori si sono lamentati del fatto di non avere sufficiente voce in capitolo, e che erano pochi a determinare le scelte finali, anche scellerate e dunque nemmeno condivise. Adesso, i pochi superstiti della precedente maggioranza, si troveranno “schiacciati” tra il blocco di Franco Regine e Gianni Mattera, e il blocco che fa capo a Francesco Del Deo. Due schieramenti che per anni si sono reciprocamente gettati fango addosso, ora si trovano tutti insieme pur di non lasciare spazio al cambiamento. E secondo me il cambiamento ci sarà, ma in peggio, perché la maggioranza sarà minata da un più alto tasso di litigiosità interna, con altri componenti che rivendicheranno spazio».
Una domanda più all’addetto ai lavori che al politico: turisticamente l’isola attraversa una fase particolare. Secondo te quale futuro attende l’isola d’Ischia?
«La nostra isola è bellissima, per merito di Madre Natura. Noi invece la stiamo deturpando, e così facendo distruggiamo il nostro turismo. Da tempo si parla del livello di turismo di qualità, ma il turista di fascia medio-alta è colui che nel luogo di vacanza ama passeggiare: immaginiamo ora un turista che si trova sulla via Borbonica, dove il diserbo non viene effettuato, rendendo praticamente impossibile il transito pedonale. Oppure prendiamo la già citata Citara, dove da anni si attende la realizzazione di adeguati lavori. Su questo aspetto io plaudo al sindaco e all’amministrazione di Barano: tutti i giardinetti sulla strada che conduce ai Maronti sono tenuti in perfetto stato, puliti e curati. E la piazza nei pressi dell’arenile è stupenda, ma soprattutto è ben tenuta: sembrava di essere in Svizzera, con la differenza che c’era il mare. A Citara invece sono stati spesi soldi per quello che è uno scempio. Ecco, il turismo di qualità lo si attira mostrando un paese civile, senza rifiuti abbandonati e con cura costante del territorio, e poi con un sistema di trasporto pubblico efficiente: qui invece i bus sono affollatissimi e si rompono quasi quotidianamente. Dovremmo forse accettare anche una riduzione delle presenze, alzando al contempo il livello. Per fare questo, la soluzione secondo me è quella di chiamare in gioco i massimi esperti in materia turistica: penso a Luigi Polito dell’Imperatore Travel. Persone come lui sanno fare turismo e sanno portare qualità nelle proprie aziende: persone dalle quali con umiltà anche noi politici dobbiamo imparare».
Ad Ischia è in atto il braccio di ferro tra Giosi ed Enzo Ferrandino, che idea ti sei fatto?
«Devo essere sincero: non seguo in modo approfondito la politica del Comune di Ischia, visto il mio impegno a Forio. Non conosco dunque le schermaglie tra il sindaco e il suo predecessore. Tuttavia anche a Ischia nelle scorse elezioni c’era stata la possibilità di cambiare, o quantomeno di provare a cambiare, con la candidatura di Gianluca Trani. Invece si è voluto proseguire sulla stessa strada».

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