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Stani Verde riavvolge il nastro: «Premiato un impegno decennale»

A Il Golfo prima intervista del nuovo sindaco di Forio che parla di un “film” che va avanti da quindici anni, con gli ultimi due lustri definiti tremendi per la necessità di dover fare opposizione a Francesco Del Deo e ai suoi. Il ricordo dell’amara sconfitta del 2018 e poi una serie di precisazioni…

Come in un film, il pensiero va al 2018 in cui al primo turno ci fu quella che apparve come un’impresa, cioè di portare l’avversario al ballottaggio, poi la sconfitta di misura. Poi però nel 2023 Stani Verde si è ripreso tutto con i debiti interessi, a giudicare dai risultati.

«Questo è un film che dura da quindici anni, ma gli ultimi dieci sono stati tremendi, perché fare l’opposizione a Francesco Del Deo e Mario Savio, che usano il potere in maniera spregiudicata, è stato molto, molto difficile. Il nostro merito è stato quello di non mollare, di ricominciare dopo quel ballottaggio. Tuttavia non ci sono stati contraccolpi: la squadra è rimasta unita, e negli ultimi cinque anni è cresciuta in modo esponenziale. Cinque anni fa abbiamo perso, perché abbiamo avuto anche al ballottaggio il coraggio di non fare promesse, di mantenere il nostro stile, e non abbiamo usato scorciatoie. Abbiamo percorso la strada più lunga, che però ci ha portato a una vittoria che ci sta dando stabilità: vincendo con una larga maggioranza, essa ci consente di amministrare con tranquillità».

«Cinque anni fa la squadra è rimasta compatta, poi è cresciuta, mantenendo sempre il proprio stile. Abbiamo scelto la strada più lunga, ma essa ora ha pagato perché possiamo contare su una maggioranza più solida»

Ogni realtà è connotata da “guelfi” e “ghibellini”, come si dice. E storicamente, Forio in questa “fa scuola”. Quindi quando si dice “farò il sindaco di tutti” sembra una frase fatta, e a Forio è ancora più difficile che altrove. Come farà ad esserlo Stani Verde?

«Noi abbiamo già iniziato a pacificare il paese. In questi giorni abbiamo incontrato tantissime persone per strada, e dicevano che a Forio si respira già un’aria diversa. Ho incontrato anche persone che hanno fatto campagna elettorale contro di noi, dipendenti del Comune, e sono tutti tranquilli: la campagna elettorale non deve dividere. Naturalmente il momento delle elezioni è un momento topico, ma come in una partita quando l’arbitro fischia la fine bisogna stringersi la mano e fare come nel basket il “terzo tempo”, cioè essere sportivi».

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«Abbiamo già iniziato a pacificare il paese. In questi giorni abbiamo incontrato tantissime persone per strada, e dicevano che a Forio si respira già un’aria diversa. Giusto così, la campagna elettorale non deve dividere»

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C’è un altro Verde, suo padre, che la “partita” se l’è vista dai “piani alti”. Oggi, nel momento in cui Lei è diventato sindaco, cosa le avrebbe detto suo padre come prima cosa dopo l’affermazione elettorale?

«Mio padre sa che sono una persona molto umile, anche perché certi valori me li ha trasmessi lui. Aveva un particolare grido di esultanza, quando il Napoli giocava bene vincendo di goleada. E credo che nel caso di questa “goleada elettorale” avrebbe sicuramente lanciato il suo grido, prolungato, come sapeva fare solo lui. Sono felice perché in questi anni, specialmente cinque anni fa, l’hanno offeso, dai palchi, per strada, e chi lo conosce sa che non meritava certe offese perché nella vita ha sempre fatto del bene, come era nella sua indole. Con questa vittoria gli ho sicuramente strappato un grande sorriso».

«Mio padre è stato spesso ingiustamente offeso, ma stavolta credo che dall’alto abbia sorriso per questa vittoria lanciando il suo tipico grido d’esultanza, come quando segnava il Napoli»

Sembra quasi banale chiederlo dopo una vittoria di così larghe proporzioni, ma qual è stato il momento in cui ha capito che non ci sarebbe stata storia?

«Già al momento della composizione delle liste, trovavo una incredibile facilità nell’aggregare: c’erano tantissime persone che si proponevano per la candidatura, tant’è vero che c’è stato un momento in cui avevamo dodici-tredici liste potenziali, poi ci siamo accordati per compattarci il più possibile, altrimenti sarebbe stato davvero difficile gestire così tante liste, e sarebbe anche stato un peccato dividere i voti in questo modo rischiando di creare una guerra fratricida. In fin dei conti si percepiva che la gente voleva votare in prevalenza per la nostra coalizione. Poi, appena partita la campagna elettorale, ci siamo subito accorti che quel pensavamo era la realtà: la gente per strada ci fermava, non aveva paura di farsi vedere con noi, a differenza di cinque anni fa, quando i nostri elettori talvolta erano timorosi. Stavolta invece c’era una voglia di riscatto».

«Appena partita la campagna elettorale, ci siamo subito accorti che la gente per strada non aveva paura di farsi vedere con noi, a differenza di cinque anni fa. Stavolta c’era una voglia di riscatto»

Cosa risponde a chi sostiene che la vostra compagine è piuttosto eterogenea livello politico? Cosa che a volte può essere anche un pregio…

«Infatti credo che questa sia una grande qualità. Siamo eterogenei, e ci sono tanti giovani: abbiamo smentito ciò che dicevano in campagna elettorale, cioè che avevamo messo i giovani in campo soltanto per “fare numero”. Invece i giovani sono stati eletti oppure hanno sfiorato l’elezione, hanno ottenuto tantissimi voti facendo una bella figura. E i giovani non eletti sono già al lavoro, a ciascuno ho dato un incarico. Naturalmente faranno capo ad assessori e consiglieri che abbiamo già individuato: questa è una cosa importante, in pochi giorni siamo riusciti a chiudere la quadra su tutto. Siamo già pronti per presentare anche la giunta, cosa non facile: anche i sindaci di comuni al di sotto dei 15mila abitanti mi hanno confidato la fatica e il tempo – a volte mesi –  che ci vuole per comporre la giunta. Noi invece ci siamo riusciti in pochi giorni».

«La nostra eterogeneità è un punto di forza, abbiamo già trovato la quadra anche sulla giunta in pochi giorni, quando altrove ci vogliono mesi»

Domani c’è la proclamazione. In che cosa le piacerebbe un giorno lasciare il segno a Forio?

«Come abbiamo già detto, noi partiremo subito con azioni che influiscono sulla quotidianità finora troppo trascurata, col paese in una situazione disastrosa. Poi ci dedicheremo alle grandi opere in programma. Noi vogliamo lasciare il segno regalando a Forio un nuovo modo di fare politica: voglio che i cittadini si sentano liberi di criticare l’amministrazione, senza avere paura di ritorsioni e ripercussioni negative. Ecco, questo vorrei lasciare: una nuova mentalità per il nostro paese».

«Voglio imprimere una nuova mentalità al paese, un nuovo modo di fare politica, con i cittadini che devono sentirsi liberi di criticare l’amministrazione senza timore di ritorsioni»

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