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Stanziola libero dieci mesi dopo, la cronistoria

dalla Redazione

 

Torna in libertà Antonio Stanziola, tenente della polizia municipale di Barano tratto in arresto lo scorso 9 ottobre nell’ambito dell’inchiesta Free Market con accuse che spaziano dalla corruzione all’abuso d’ufficio. A disporre la revoca della misura cautelare il giudice Tommaso Miranda, che ha accolto le argomentazioni dell’avvocato Sorge, incaricato della difesa di Stanziola in sostituzione di Patroni Griffi lo scorso maggio. Antonio Stanziola era l’ultimo degli indagati ad essere sottoposto a regime cautelare. La decisione arriva a dieci mesi dall’arresto.

L’inchiesta denominata “Free Market” deflagrò alle prime luci dell’alba del 9 ottobre, quando il comune collinare venne destato da un intenso movimento di uomini e mezzi della Compagnia dei carabinieri di Ischia, guidati dal cap. Andrea Centrella. Il tutto, all’esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione “Reati contro la Pubblica Amministrazione” – i militari eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli nei confronti di cinque persone: Nicola Antonio Stanziola (sottoposto a misura cautelare in carcere); Maria Grazia Di Scala e Raffaele Piro (sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di residenza); Antonio Schiano e Giorgio Vuoso (sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria). I cinque erano ritenuti responsabili, a vario titolo, di più episodi di peculato, concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico, truffa in danno del Comune. E’ chiaro che il ruolo predominante in questa vicenda è rivestito dal tenente Stanziola, e non a caso parliamo dell’unico indagato che ha varcato la soglia di Poggioreale, che nel frattempo aveva ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari ma che si trova in ogni caso ancora nella condizione di detenuto.  La complessa attività investigativa svolta dalla Stazione dei Carabinieri di Barano d’Ischia – avviata nel novembre 2013  a seguito di una dettagliata denuncia sporta da un venditore ambulante, Alessandro Slama  – avrebbe consentito di delineare la sussistenza di una sistematica illecita gestione della cosa pubblica ad opera di un funzionario della polizia municipale del Comune di Barano d’Ischia, il tenente Stanziola Antonio, responsabile dell’organizzazione e controllo delle attività connesse a fiere, mercati e manifestazioni nonché dirigente dell’ufficio tecnico comunale.  Alcuni di detti reati sarebbero stati commessi dal suddetto pubblico ufficiale in concorso con appartenenti all’associazione culturale denominata “Testaccio Grandi Eventi” creata ad hoc al fine di aggirare le normative di natura fiscale e amministrative in materia di fiere, mercati e spettacoli vari. Insomma, la Procura ipotizza che Stanziola (che in passato ha ricoperto anche l’incarico di comandante della polizia locale baranese) era stato tra gli ispiratori della nascita di questo soggetto giuridico, che avrebbe di fatto dovuto costituire il cosiddetto “braccio armato” di una condotta criminosa: uno strumento necessario, in parole povere, per poter passare dalla teoria alla pratica e per giunta, se vogliamo, continuando a gestire tutto in house. Perché è evidente, a quel punto, che la predetta associazione è stata istituita facendo evidentemente in modo che anche chi vi gravitasse all’interno fosse un soggetto vicino ad Antonio Stanziola o comunque che conoscesse le sue intenzioni ed il modus agendi già all’origine. Le indagini consentirono dunque di ipotizzare a carico dello Stanziola e dei suoi correi la percezione indebita di denaro o di altre utilità, in cambio di autorizzazioni – del tutto arbitrarie – per partecipare a fiere e mercati sul territorio del Comune di Barano d’Ischia; l’acquisto mediante l’utilizzo di denaro pubblico del quale lo Stanziola disponeva in virtù del ruolo e delle funzioni esercitate di materiale utilizzato a fini privati per l’organizzazione di fiere e mercati; il rilascio di false autorizzazioni in materia edilizia ed urbanistica in favore di soggetti (nella fattispecie, Raffaele Piro, all’epoca assistito in giudizio dall’avv. Maria Di Scala) che le hanno poi prodotte in giudizi civili per contrastare le legittime pretese della controparte: il tentativo di acquisire ad un prezzo estremamente convenente una struttura alberghiera (l’albergo “Casa Bianca” dei Maronti), contro cui lo Stanziola aveva emanato un’ordinanza di abbattimento proprio al fine di ottenere un deprezzamento del valore del bene; l’aver sistematicamente sfruttato la posizione di pubblico ufficiale per costringere i commercianti ad indebite dazioni di prodotti alimentari (pane, frutta e verdura); plurimi episodi di assenteismo dal posto di lavoro. Una serie di accuse che manifesterebbero l’esistenza di un “sistema” che avrebbe fatto dell’uomo un vero e proprio “dominus”, in grado di determinare anche tutta una serie di eventi, come si evincerebbe da atti firmati nella sua veste di responsabile dell’edilizia attraverso i quali riusciva sia pure indirettamente anche a poter determinare in un verso o nell’altro un processo relativo alla materia in oggetto.

 

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