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Stop ai servizi del DHC, Ciarambino: «La Regione ha tagliato risorse importanti»

ISCHIA.  Protesta e rabbia si abbattono sulla sanità campana. A partire da oggi, infatti, saranno sospese tutte le attività dei centri di riabilitazione per diversamente abili dell’Asl Napoli2 Nord a seguito delle scellerate (si possono definire soltanto così) manovre di spending review messe in atto dall’amministrazione della Regione Campania, guidata dal presidente Vincenzo De Luca, nel decreto pubblicato lo scorso 18 Giugno  e avente ad oggetto “la definizione degli esercizi 2018-2019 dei limiti delle prestazioni e di spesa dei relativi contratti con erogatori privati per regolare i volumi e la tipologia delle prestazioni di assistenza sanitaria afferenti alla macroarea della riabilitazione”. Un decreto di una ventina di pagine che sostanzialmente metterebbe k.o le prestazioni ambulatoriali e domiciliari dei centri riabilitativi accreditati con l’ente regionale e l’azienda sanitaria napoletana con drastici tagli nel  tetto di spesa previsto per le erogazioni delle attività terapeutiche e contro i quali, dunque, la Federazione Regionale Azione Sanitaria, presieduta dal Ciro Salzano, ha deciso di protestare. «Considerata la sistematica violazione  delle norme – ha infatti comunicato la FRAS in una nota diffusa nei giorni scorsi – la mortificazione delle normative vigenti limitatamente all’accreditamento con utilizzo di fondi da parte pubblica per erogare prestazioni e la diversa allocazione delle risorse pubbliche nell’assegnazione dei tetti economici alle strutture strumentalmente allocate in setting assistenziali non necessari e richiesti al fine di un non utilizzo a danno delle necessità degli utenti, a decorrere dal 2 luglio, a tutela degli utenti e del personale svolgente attività di sanità pubblica trattati alla stregua di persone senza alcun diritto, si sospenderanno le attività dei centri di riabilitazione».

L’incresciosa situazione interesserà anche, quindi, il DHC di Ischia, unico centro riabilitativo dell’isola per diversamente abili accreditato con l’asl Napoli2 Nord e che al pari degli altri centri campani, parteciperà all’azione di protesta. «La situazione del Dhc di Ischia – ci ha spiegato il dottor Ciarambino, direttore  del centro di riabilitazione ischitano – non si discosta da quella degli altri centri campani. La Regione, purtroppo, ha prodotto un decreto che va a tagliare le risorse economiche solitamente utilizzate per finanziare lo svolgimento delle attività di riabilitazione. Questo creerà delle difficoltà enormi per intervenire anche a livello isolano nelle prestazioni ambulatoria e domiciliari». Da oggi, dunque, per gli utenti isolani del DHC ci sarà lo stop ai servizi di logopedia, psicomotricità e per tutte le terapie convenzionate fornite dal centro. Una sonora stangata, insomma, per tante famiglie  con a carico ragazzi con difficoltà o diversamente abiliti e che arriva come ultima ciliegina sulla torta di una lunga serie di criticità che vanno avanti da tempo, dovute anche alla mancanza di spazi adeguati e risorse ad hoc per lo svolgimento delle attività terapeutiche. Tutto questo, ovviamente, aggravato anche dal fatto che trovandosi su un’isola per determinate attività bisognerà non soltanto mettere mano alla tasca ma addirittura spostarsi in terraferma con tutte le conseguenze di natura economica e logistica che ne conseguono. Un ennesimo schiaffo alla nostra comunità, già martoriata sotto svariati profili.

Già nei mesi scorsi, inoltre, il DHC di Ischia era stato al centro di alcune vicissitudini legate al mancato accreditamento delle attività di terapia occupazionale e del centro diurno. Vicissitudini, risoltesi poi con non poche difficoltà e dopo un braccio di ferro sul cui epilogo parimenti si era temuto il peggio.  Con lo stop delle attività, l’utenza, sarà dunque privata di importanti servizi che fino a questo momento avevano consentito alle famiglie di non dover ricorrere, con conseguente esborso di denaro, necessariamente a centri o  specialisti privati.  Uno stop che si spera, però, sia soltanto temporaneo, anche se per ora la protesta dei centri di riabilitazione si prospetta essere ad oltranza. « Non sappiamo– ha concluso Ciarambino – con precisione quando riprenderemo le attività. Tutto dipenderà da cosa succederà, da se la Regione vorrà rivedere il decreto emanato o comunque incontrare le associazioni per trovare un punto di incontro. Bisognerà, quindi, attendere gli sviluppi della vicenda». Ma la speranza è che da Palazzo Santa Lucia il governatore De Luca e i suoi sodali si rendano conto di aver preso una clamorosa “cantonata”. E che, di rimando, possano porvi rimedio in tempi ragionevoli.

 

 

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