POLITICAPRIMO PIANO

Stop alle ruspe, la speranza dai nuovi sottosegretari

La proposta di decreto legge per sospendere gli abbattimenti fu illustrata nel periodo elettorale a Napoli in un incontro a cui parteciparono anche Edoardo Rixi e Giuseppina Castiello, appena entrati nella squadra di governo

Adesso o mai più. La lista dei sottosegretari del nuovo governo Meloni ha confermato le previsioni degli addetti ai lavori per quanto concerne una delle problematiche più “calde” nella regione Campania, ma anche altrove. Tra i nominati ci sono anche alcuni sottosegretari che già sono a conoscenza della piaga costituita dall’esecuzione degli ordini di demolizione nei confronti delle abitazioni costruite senza titolo edilizio.

Edoardo Rixi

Nomine che accendono la speranza per un atteggiamento diverso, più pragmatico e meno ideologico, nell’affrontare una volta per tutte il problema degli abbattimenti soprattutto per quanto concerne le prime case, i cosiddetti abusi di necessità. Come avevamo anticipato il mese scorso, nei giorni che precedettero le elezioni politiche si era tenuta a Napoli una riunione sul tema, a cui avevano partecipato alcuni dei papabili sottosegretari: e infatti tra i presenti all’incontro c’era anche Edoardo Rixi, fresco viceministro alle Infrastrutture, e la campana Giuseppina Castiello, appena nominata sottosegretario ai rapporti col parlamento. Dunque, adesso in posizioni chiave del governo siedono alcuni esponenti che conoscono bene la complessa e annosa problematica che attanaglia migliaia di famiglie, di conseguenza sono aumentate le aspettative affinché vengano messe in campo iniziative normative come quelle che anche gli esperti della materia e i politici locali chiedono da tempo, vale a dire nell’immediato un provvedimento che blocchi gli abbattimenti per un certo periodo, e subito dopo un riordino organico e sistematico di tutta la materia. Ora o mai più, perché già in passato c’erano state iniziative analoghe, parliamo dei tentativi di approvazione di decreti “bloccaruspe”, tutti però finiti nel nulla. Uno di questo fu il cosiddetto ddl-Falanga, dal nome del parlamentare che lo aveva proposto: sembrava ormai fatta, tra il 2017 e il 2018, ma proprio sul traguardo il parlamento affossò il disegno di legge del senatore campano, facendo cadere nel nulla una norma che aveva come oggetto le “disposizioni in materia di criteri di priorità per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi”. Il disegno di legge superò vari passaggi legislativi, ma incredibilmente non approdà mai all’approvazione legislativa finale.

Il testo elaborato dall’avvocato Lorenzo Bruno Molinaro è incentrato sulla “urgente sospensione temporanea delle giudiziali demolizioni [..] per la graduazione delle demolizioni stesse nel rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza”

Pina Castiello

Adesso, la maggioranza parlamentare è ben diversa da allora, e il momento sembra favorevole: per questo, durante l’incontro a Napoli a cui parteciparono Rixi e la Castiello, era stata anche presentata la proposta di decreto-legge elaborata dall’avvocato Lorenzo Bruno Molinaro che alcune settimane fa avevamo commentato su queste colonne. In sintesi, essa era incentrata proprio sulla “urgente sospensione temporanea delle giudiziali demolizioni ex art. 31, co. 9, del D.P.R. n. 380/01, anche sulla base di quanto stabilito con D.L. n. 183/20 in materia di blocco degli sfratti, e, comunque, per la graduazione delle demolizioni stesse nel rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza”. Il testo è composto da un unico articolo: «Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale e il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello, nell’esercizio delle funzioni di cui all’art. 655 c.p.p. e nella selezione dei criteri per la esecuzione degli ordini di demolizione ai sensi dell’art. 31, comma 9, del d.p.r. 6 giugno 2001, n. 380, e di rimessione in pristino dello stato dei luoghi ai sensi dell’art. 181, comma 2, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, è tenuto a dare adeguata considerazione:

1. Agli immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o su area soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico, sismico, idrogeologico, archeologico o storicoartistico; 2. Agli immobili che per qualunque motivo rappresentano un pericolo per la pubblica o privata incolumità, nell’ambito del necessario coordinamento con le autorità amministrative preposte; 3. Agli immobili nella disponibilità di soggetti condannati per reati di associazione mafiosa (o commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416-bis c.p.) o di soggetti colpiti da misure di prevenzione antimafia». Il testo poi specifica: «Nell’ambito di ciascuna delle tipologie di immobili, la priorità dovrà essere attribuita agli immobili in corso di costruzione o comunque non ancora ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado e agli immobili non stabilmente abitati. Le demolizioni delle case abitate da persone sprovviste di alloggio alternativo avranno luogo solo ad esaurimento degli interventi sugli altri immobili. Al fine di garantire effettività di tutela ai valori da salvaguardare in attuazione del principio di gradualità, sono temporaneamente sospese le demolizioni delle case abitate da persone sprovviste di alloggio alternativo». Il testo citato è ora all’attenzione del Parlamento. Non resta che attendere.

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A mio parere occorrerebbe graduare le demolizioni delle case abitate da persone sprovviste di alloggio alternativo, man mano che si rendano disponibili immobili da assegnare a queste famiglie: alliggi di edilizia popolare ed in primis quelli sequestrati ai mafiosi.
Quasi sempre questi immobili vengono utilizzati come spazi pubblici per la socialità, invece la priorità sarebbe quella utilizzarli come residenze per chi non può permettersi di comprare casa ed ha commesso abusi edilizi insanabili…

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