CRONACAPRIMO PIANO

Firme false sui decreti ingiuntivi

Rinviato a giudizio un noto professionista ischitano: dopo che l’EVI gli aveva revocato l’incarico, lo stesso ha apposto la firma dell’allora liquidatore Pierluca Ghirelli per mandare avanti determinate pratiche. Era già finito sotto processo (chiuso con la prescrizione) per essersi impossessato di una somma pari a 13.000 euro

La prima volta gli è andata di lusso, grazie soprattutto alle lungaggini della giustizia italiana, che hanno fatto scattare una prescrizione caduta davvero come una manna dal cielo, visto che diversamente l’esito processuale sarebbe stato scontato. Ma evidentemente un professionista ischitano non ha saputo resistere alla tentazione di continuare a perseguire una condotta tutt’altro che ortodossa ed ha concesso un clamoroso bis ricorrendo ad un incredibile stratagemma. Anche in questo secondo caso è scattata però puntuale la denuncia che ha portato all’apertura di un procedimento penale e successivamente al rinvio a giudizio a carico di colui che a far data da giovedì dai panni di indagato ha iniziato a vestire quelli di imputato. La vicenda presente così come quella passata ruotano tutte attorno alla EVI spa, di cui il soggetto in questione ha ricoperto il ruolo di consulente. Il professionista assurse agli onori della cronaca per una vicenda a dir poco clamorosa, all’epoca rivelata in esclusiva proprio dal nostro giornale e che gli amministratori isolani cercarono di tenere quanto più possibile insabbiata per evitare che scoppiasse l’inevitabile bubbone.

Dagli uffici di via Leonardo Mazzella, per una serie di abituali verifiche interne, vennero effettuati controlli su tutte le pratiche che il soggetto in questione aveva evaso, peraltro con alterne fortune: fu in quel momento che gli incaricati si imbatterono in una serie di decreti ingiuntivi che risultavano chiusi ma i cui incassi però non erano mai stati versati all’Evi. Dalle indagini di natura contabile emerse che l’uomo aveva di fatto incassato la somma di 13.000 euro e fu anche convocato presso gli uffici dell’azienda e messo davanti al fatto compiuto, venendo tra l’altro anche invitato a restituire il maltolto. Alla fine la vicenda – che divenne di dominio pubblico nel dicembre 2017 – si trasformò in un contenzioso giudiziario che come detto si è però concluso con la prescrizione del professionista. Il quale, sembra dopo un bel po’ di tempo, avrebbe restituito in ogni caso quasi l’intera somma sottratta all’epoca in maniera illecita (11.000 euro su 13.000, per la precisione).

Ma la storia, come raccontavamo in apertura di servizio non si è certo conclusa qui, perché il protagonista non è riuscito ad evitare di commettere un clamoroso e nuovo “errore”. La vicenda è assurta agli onori della cronaca nel 2017 ma già l’anno prima il responsabile degli uffici commerciali della Evi aveva provveduto a revocare l’incarico all’uomo che di fatto non aveva più titolo a rappresentare l’azienda. Quando fu messa la lente di ingrandimento su tutti i suoi movimenti è emerso che erano stati nel frattempo depositati una serie di decreti ingiuntivi che recavano la firma dell’allora liquidatore Pierluca Ghirelli. Che però, manco a dirlo, il suo “autografo” su quei documenti non lo aveva mai apposto ma a farlo era stato lo stesso professionista che evidentemente proprio non riusciva a tirare il freno a mano. Da qui l’apertura di un nuovo procedimento penale, culminato con il rinvio a giudizio sancito nella mattinata di giovedì, che apre così la strada ad un nuovo processo.

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Sergio

Il nome del “professionista”?

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