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Sanità, tutti in piazza a difesa dell’oncologia

«Vogliamo rispetto per i nostri malati! Basta fare a pezzi la sanità di Ischia». È un coro di protesta quello che si solleva fuori la clinica San Giovan Giuseppe di Ischia Ponte. È la voce di chi è stanco di vivere sulla propria pelle i disagi legati alla sanità isolana. Stanco di combattere contro le continue e scellerate decisioni intraprese dall’Asl Napoli2 Nord. Già perché non bastava il ridimensionamento della Sir di Ischia, le continue emergenze in termini assistenziali e di personale medico e la perpetrante mancata messa in sicurezza antisismica del nosocomio di Lacco Ameno. A dare, ora – come riportato già nei giorni scorsi – l’ennesimo schiaffo al settore sanitario dell’isola, infatti, anche la recente assegnazione della gestione del reparto di Oncologia di Ischia, alla dottoressa Agata Pisano, Oncologa di Pozzuoli, a discapito del dottor Roberto Mabilia, punto di riferimento, insieme a Maurizio Matarese, da 18 anni a questa parte del reparto in questione. Oggi, con questa decisione intrapresa dal direttore generale dell’Asl Napoli2 Nord, Antonio D’Amore, si rischia,difatti, di vincolare ancor di più alla Unità Complessa di Pozzuoli, l’Oncologia di Ischia, ridotta più che ad un reparto ospedaliero, ad un ambulatorio ubicato in quel di Ischia Ponte.

Ed è proprio dinanzi la ex clinica San Giovan Giuseppe dove quotidianamente si recano i pazienti oncologici di Ischia e Procida per le terapie chemioterapiche  che ieri mattina, Cudas, associazioni e cittadini isolani si sono radunati in un presidio pacifico per manifestare la propria affezione a Mabilia e per dire no, ancora una volta, alla scelte  sconcertanti dell’azienda  sanitaria napoletana.  Per due ore, i manifestanti hanno presidiato l’area con slogan, megafoni e con un punto di raccolta firme per la petizione per il riconoscimento di Ischia ad area disagiata, esprimendo il proprio disappunto e rivendicando, oltre le molteplici vertenze sollevate nelle precedenti iniziative, il desiderio e soprattutto la necessità di avere il Roberto Mabilia come responsabile del reparto di Oncologia di Ischia: il solo, secondo l’opinione condivisa dei cittadini, insieme al dottore Matarese, ad avere il reale polso della situazione isolana e divenuto punto di riferimento fondamentale per molti pazienti. « I pazienti oncologici – ha dichiarato Filomena Sogliuzzo  dell’associazione Libera Ischia e Procida – hanno bisogno di essere accompagnati in questo difficile percorso di lotta al cancro, in quanto la figura del medico diventa una sorta di compagno di viaggio. Matarese e Mabilia sono stati capaci di creare in questi anni un profondo rapporto umano con i pazienti» .

LA TESTIMONIANZA DEI PAZIENTI ONCOLOGICI

E sono stati proprio i pazienti oncologici a dare, infatti, grande sostegno all’iniziativa del Cudas. In tanti, infatti, sono accorsi al presidio per portare la propria testimonianza  dell’esperienza vissuta tra le stanza del reparto di Oncologia di Ischia. Come tanti anche quelli che la lotta al cancro non l’hanno vissuta sulla propria pelle, ma attraverso l’esperienza di un caro, di un amico, un conoscente. «Undici anni fa – ci ha raccontato Maria Isobel,  tra i cittadini presenti sit in – io e mio marito abbiamo vissuto il percorso oncologico di mio cognato. Sono stati tre anni intensi e difficili, non solo per quest’ ultimo, ma anche per noi familiari. All’epoca nella sanità isolana mancavano, rispetto ad oggi, ancora molte cose. Perfino l’ascensore dell’ospedale non funzionava e mio cognato, nel pieno della malattia, era costretto a muoversi su per le scale. Le difficoltà che c’erano allora sono state però sopportabili anche grazie alla presenza del dottor Mabilia e Matarese che già all’epoca erano nel reparto di Oncologia di Ischia. Purtroppo siamo stati poi costretti a trasferire mio cognato nel policlinico a Napoli e non è stato facile spostarsi continuamente tra l’isola e la terraferma.  Solo chi ha vissuto un’ esperienza simile può quindi capire cosa davvero si provi. Ecco perché oggi siamo qui».

GIANLUCA TRANI E LE VERTENZE DELLA MINORANZA

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Presente al presidio, nonostante oramai l’assenza perpetrante da parte dei sei sindaci di Ischia in tema sanità, anche la minoranza dell’amministrazione del Comune di Ischia, rappresentata da Gianluca Trani, Giustina Mattera, Antonello Sorrentino e Antonio Mazzella, che hanno preso parte al sit-in a sostegno dell’importante vertenza e non solo. Nei giorni scorsi, infatti, lo ricordiamo, proprio il gruppo di opposizione fu artefice di una richiesta, indirizzata al Prefetto di Napoli, Carmela Pagano e al sindaco di Ischia, Enzo Ferandino, per la convocazione di una seduta di Consiglio Comunale per discutere sulle criticità del settore sanitario isolano e sulle eventuali azioni da intraprendere a suo sostegno.  Richiesta che, tuttavia, ad oggi è rimasta  senza alcuna risposta. «Dieci giorni fa – ha commentato Gianluca Trani – abbiamo chiesto la convocazione del Consiglio Comunale in merito alla sanità isolana. Ad oggi siamo ancora in attesa di tale convocazione. L’ospedale e la sanità in generale sono un problema che riguarda tutti noi. È importante far crescere e sentire la nostra voce a riguardo con chi di competenza. Noi comunque siamo disponibili a portare avanti tutte le istanze, nei limiti nelle nostre possibilità. Vogliamo essere vicini a tutte le persone qui presenti».

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Al centro del Sit, però, non solo la vicenda del dottor Mabilia.  Oggetto dell’iniziativa del Cudas anche il riconoscimento del reparto Oncologico di Ischia e Procida ad Unità Operativa Semplice Dipartimentale. Riconoscimento che garantirebbe una maggiore autonomia ed efficienza di tale reparto, ma che purtroppo, resta ancora un miraggio, nonostante  la vertenza, insieme a molte altre, sia stata già sollevata un anno fa dallo stesso Cudas in un incontro istituzionale con il direttore Antonio D’Amore, che oggi  intasca la bellezza di 18.000 euro al mese,senza però, poi, dare nemmeno il giusto riguardo ed attenzione  non solo all’isola di Ischia, ma anche a quelle di Capri e Procida.  « Siamo stanchi – ha gridato qualcuno tra la folla, in attimi di concitazione – delle passerelle istituzionali.  Noi pazienti vogliamo essere tratti  da esseri umani e non da bestie!».

 

 

 

 

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