CRONACAPRIMO PIANO

“Strozzava” da due anni un commerciante lacchese, arrestato per usura aggravata

I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Ischia e della Stazione di Barano hanno tratto in arresto un 61enne incensurato di Poggioreale, che tartassava la sua vittima

I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Ischia e della stazione di Barano hanno tratto in arresto un 61enne incensurato di Poggioreale per usura aggravata: vittima un commerciante di lacco ameno. Le indagini hanno svelato che 2 anni fa l’arrestato aveva elargito un prestito di 30mila euro alla vittima ma questa, ferma restando la restituzione della somma, era costretta a versare un interesse mensile pari a 1.500 euro, cioè il 60% annuo. Per un ulteriore prestito di 7mila euro, invece, l’usuraio aveva chiesto allo sfortunato interessi mensili di 700 euro, ossia il 120% annuo.

La vicenda in questione ha origine quando la stazione dei carabinieri di Barano d’Ischia è venuta a conoscenza del fatto che un usuraio partenopeo svolgesse la propria attività delittuosa sull’isola d’Ischia perpetrandola in particolare su un commerciante di Lacco Ameno. I militari dell’Arma, al fine di acquisire elementi di riscontro sull’indagine che stavano conducendo, avevano più volte invitato l’esercente in caserma per sentirlo a sommarie informazioni. Dopo varie domande, il commerciante si decideva a vuotare il sacco e raccontava ai tutori dell’ordine di essere vittima di usura dal mese di ottobre del 2017 e cioè da quando si rivolse a un personaggio conosciuto perché in passato aveva dimorato nel Comune del Fungo. Ottenne in due riprese le somme di denaro sopra riportate con interessi capogiro ed oggettivamente insostenibili, che di fatto lo stavano conducendo verso il baratro.

Per due prestiti di complessivi 37.000 l’euro, l’uomo era arrivato a pretendere anche il 120% di interessi annui. I militari lo hanno bloccato mentre incassava la “mazzetta”. Perquisito l’albergo di Misano Adriatico dove era in vacanza, nella casa di Napoli trovati diversi assegni, anche quelli concessi a garanzia del prestito dal nostro concittadino

A questo punto sono intervenuti gli uomini guidati dal capitano Angelo Pio Mitrione, che hanno intuito che bisognava raccogliere elementi probatori a carico del napoletano. Per questo motivo veniva eseguito un servizio di OCP (osservazione, controllo e pedinamento) per monitorare l’incontro tra la vittima e l’usuraio. Al termine dello stesso, lo strozzino è uscito dal negozio del lacchese ed è stato fermato dai militari. Nel corso della perquisizione personale, ecco che spuntava la “mazzetta” di 2.200 euro, la rata mensile che lo stesso era andava a prelevare. Ma non è tutto, perché oltre alla somma di denaro nel suo portafogli sono stati rinvenuti anche vari appunti manoscritti contenenti date e somme di denaro, inerenti alla contabilità della propria attività di “cravattaio”. Ovviamente i 2.200 euro sono stati restituiti all’avente diritto. I successivi accertamenti compiuti dagli investigatori hanno permesso di appurare che l’usuraio soggiornava temporaneamente in un hotel di Misano Adriatico, in provincia di Rimini, unitamente alla moglie. Di conseguenza, la perquisizione è stata estesa anche alla camera d’albergo occupata dalla coppia di coniugi, avvalendosi di personale del Nucleo Operativo dei carabinieri di Riccione. Una perquisizione che ha portato a rinvenire una somma di denaro contante pari a 21.100 euro.

Contestualmente, altri carabinieri in servizio presso la Compagnia di Ischia, hanno esteso la perquisizione presso l’abitazione di proprietà dell’usuraio ubicata a Napoli. Un’attività questa che ha portato a rinvenire e porre sotto sequestro un’ulteriore somma di denaro pari a 2.500 euro. Ma non è tutto, perché da questo controllo spuntavano numerosi assegni con cifre e dati, relativi verosimilmente all’attività di strozzinaggio: tra questi sono stati trovati anche due assegni bancari a firma del commerciante di Lacco Ameno, uno con un importo di settemila euro e l’altro di trentamila. Entrambi gli effetti, ovviamente, erano privi tanto di data di scadenza quanto di intestatario.

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A questo punto i profili di responsabilità penale a carico del 61enne napoletano erano chiari ed inequivocabili, visti i gravi indizi di colpevolezza raccolti e si procedeva così all’arresto, sia per la particolare pericolosità sociale dell’indagato . Dell’accaduto veniva informato il sostituto procuratore di turno, dott.ssa Giorgia De Ponte, che disponeva la traduzione dell’arrestato presso il carcere napoletano di Poggioreale dove l’uomo resterà rinchiuso in attesa dell’udienza di convalida dinanzi al gip che si svolgerà alla presenza tra gli altri del suo legale di fiducia. In tutto questo, a sorridere può essere finalmente questo commerciante, che si libera di una schiavitù che ormai andava avanti da quasi due anni e che ovviamente gli aveva reso la vita impossibile. Ma la speranza, crediamo anche delle forze dell’ordine, è che questo episodio possa servire da sprone anche alle altre vittime di usura, perché escano allo scoperto e denuncino senza indugio queste “sanguisuga” che un po’ alla volta portano via loro tutto, anche la dignità. Mai come in questo caso, il cosiddetto effetto domino sarebbe particolarmente gradito. Chissà, alle volte per far scoppiare un incendio basta una scintilla…

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