LE OPINIONI

VINCENZO D’AMBROSIO «Ricordi indelebili, serve un’attenzione costante alla sicurezza del territorio»

«Ho sempre viva la memoria di quella tragedia, e il mio ricordo va innanzitutto alla giovane Anna, e alla sua famiglia, alla quale mi stringo in un ideale abbraccio. Sono eventi che, oramai la Storia ce lo ha insegnato, dimostrano come la Natura possa periodicamente rivoltarsi contro gli esseri umani: lo abbiamo purtroppo sperimentato ancora una volta sulla nostra pelle a causa del sisma di due anni fa. La stessa alluvione è un fenomeno a noi già conosciuto, se pensiamo al disastro del 1910 che colpì Casamicciola causando diversi morti. Il 10 novembre 2009 ricordo che scampai per pochi minuti alla furia devastatrice dell’acqua e del fango. Stavo accompagnando mio figlio all’Istituto Nautico, passai per piazza Bagni poco prima delle 8.10, e proprio dopo un paio di minuti arrivò il fiume di detriti che scendeva dalla montagna. Mi resta un ricordo struggente di quei giorni, perché al di là dei danni materiali, la morte di Anna mi atterrì: la conoscevo bene sin dalla nascita, in quanto era stata mia paziente nell’età della prima infanzia. Vedere una giovane vita stroncata nel fiore degli anni mi ha sempre provocato infinito dolore, come padre e come cittadino. All’epoca ero cittadino di Casamicciola: anche i giorni successivi furono concitati, c’era un intero paese piegato in due, andava rimesso in piedi nonostante le molteplici devastazioni subite. C’erano più di trecento persone rimaste senza un’abitazione agibile, altre case allagate, vari danni alle infrastrutture, agli arredi urbani, alberi sradicati, e contemporaneamente si verificò una frana a via Mortito con relativa evacuazione di abitazioni condotte insieme alla Protezione Civile. Rammento la visita ai feriti in Ospedale, dove venne anche il governatore regionale Bassolino. Anche il Vescovo venne in visita sui luoghi colpiti dall’alluvione, e io mi recai insieme a lui al nosocomio. In quei giorni il terrore si leggeva sui volti dei miei concittadini. Però poi, come già altre volte, ci siamo saputi rialzare: proprio nel giorno dell’Immacolata, quindi un mese dopo, tutti erano già riusciti a rientrare nelle proprie abitazioni perché l’emergenza era quasi completamente risolta. Restano però le ferite che faticano a rimarginarsi, in quanto la perdita di una figlia è qualcosa di incolmabile. Ci furono diverse polemiche, si diede la colpa all’eccessivo numero di case, eppure un secolo fa, quando le costruzioni erano pochissime, l’alluvione fece persino più danni, segno che il problema sta nelle caratteristiche del territorio, e le conseguenze dei fenomeni naturali sono spesso imprevedibili oltre che violenti: bisogna lavorare per la messa in sicurezza del territorio, facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità per mitigare il rischio che eventi del genere si ripetano».

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