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Quelle “cicatrici” lungo il sentiero della Pelara

Una sensazione di degrado ed abbandono accompagna la visita dentro quello che rappresenta uno dei luoghi più ameni e incantevoli dell’isola. E a complicare la situazione ci si è messo anche il covid

Quest’anno cadono i dieci anni dalla messa in sicurezza dell’antico, noto e affascinante sentiero della Baia della Pelara, a Panza, meta negli ultimi anni di un flusso turistico di importanti dimensioni. Ma da allora, cosa è cambiato fino ad oggi? Nel 2011 l’Associazione “ProLoco Panza”, grazie a fondi provenienti quasi esclusivamente dai soci, dalle donazioni dei volontari e da alcuni imprenditori locali, si occupò della totale messa in sicurezza e manutenzione dei sentieri della Pelara e del Monte di Panza, raggiungibili da una traversa all’inizio di Via Sorgeto, rendendoli agibili, praticabili e relativamente sicuri per chiunque. Furono installate staccionate, gradini in legno, corrimano di sicurezza ed indicazioni per gli avventurieri. Infatti, in precedenza, era possibile soltanto raggiungere il bosco della Pelara, con una certa difficoltà e pericolosità, mentre raggiungere la baia era un qualcosa che solo qualche cacciatore esperto poteva fare, arrampicandosi tra le rocce e l’intricata vegetazione della nostra macchia mediterranea.

Pelara

Il Presidente della ProLoco, Leonardo Polito, ricorda quei sei mesi di lavoro: “Abbiamo lavorato sodo e duramente per recuperare e mettere in sicurezza il sentiero, abbiamo fatto tutto da soli, grazie ai soci, ai volontari e alle donazioni di alcuni imprenditori”. Da quel momento, anche grazie alle iniziative di grande successo “Andar per sentieri” e “Andar per cantine”, la sentieristica isolana è letteralmente esplosa e da ogni parte del mondo si sono riversati sulla nostra Isola turisti amanti delle escursioni che hanno “invaso” i nostri sentieri, tra cui quelli più nascosti ed affascinanti. Gli stessi isolani e in particolare gli abitanti di Panza hanno riscoperto luoghi per decenni rimasti dimenticati ed abbandonati a loro stessi, facendo delle passeggiate per i sentieri uno dei migliori passatempi, tra i più salutari.

Pelara

Dal momento in cui è stato possibile percorrere in sicurezza il sentiero della Pelara per la sua interezza, ogni anno, la “ProLoco Panza” e diversi volontari si sono occupati nei mesi di marzo e aprile della pulizia e della manutenzione ordinaria di questi e di altri sentieri della frazione foriana, a titolo completamente gratuito e volontario, senza l’ausilio o supporto alcuno da parte degli organi pubblici competenti, in primis l’amministrazione comunale, che in nessun modo ha contribuito in questi dieci anni (e nei decenni precedenti) alla manutenzione e messa in sicurezza di questi sentieri, ed in particolare quello della Pelara, che oggi versa in condizioni di totale abbandono e grave degrado. Il Presidente Polito continua affermando che “Il 2019 è stato l’ultimo anno in cui abbiamo potuto effettuare la pulizia e la manutenzione del sentiero, col Covid divenuta impossibile, ma già in quell’anno era chiaramente visibile che il sentiero stava andando in rovina e che necessitava di opere di manutenzione straordinaria”. Infatti, basta iniziare a scendere i primi scalini del sentiero per accorgersi della gravità della situazione: sulla sinistra è possibile ammirare (ancora) lastre di eternit, ricche di amiantoaltamente cancerogeno, usate da moltissimi anni come sostegno della parete terrosa che sovrasta le scale e che mai sono state rimosse; continuando a scendere la prima rampa di scale è impossibile non notare i molteplici smottamenti che hanno generato frane le quali rendono difficile e notevolmente pericoloso il passaggio a piedi, ulteriormente compromesso dalla caduta di alcuni alberi dalla parete terrosa, così come appaiono poi distrutti quasi tutti gli scalini in legno realizzati in origine, portati via dall’acqua, dagli smottamenti e dai continui passaggi con la carriola a motore di alcuni privati.

Pelara

Preoccupa poi notevolmente il fatto che a sovrastare la alta parete terrosa che affaccia sulla scalinata ci sia sul lato sinistro parte del sentiero che conduce al Monte di Panza, pronto a crollare al prossimo smottamento, in quanto lo stesso incombe su un dirupo e sul vuoto; sulla parete di destra incombe invece un altro pericolo altrettanto grave: la realizzazione da parte di privati di una strada carrabile che affaccia direttamente sul dirupo, a pochi centimetri dal precipizio, e che dovrebbe condurre ad alcune abitazioni private, che non fa altro che contribuire a rendere instabile e fragile il costone di terra, aumentando il rischio concreto di imminenti ulteriori smottamenti e frane. Procedendo poi per il bosco che precede la baia lungo il sentiero, il degrado è segnalato dalla presenza di numerosi rifiuti di vario genere, da quelli lasciati da coloro che, non avendo il minimo rispetto per l’ambiente e per la collettività, si recano nel bosco per fare un pic-nic ed abbandonano i rifiuti sul posto, a quelli lasciati da alcuni sedicenti cacciatori.

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Superato il bosco inizia quella parte di sentiero che qualche anno fa era la più affascinante, quella che conduce alla baia attraverso un complesso percorso ripido e faticoso, ma che in origine donava a chi lo percorreva fino alla fine la gioia di poter ammirare un angolo di paradiso ancora intatto ed incontaminato dalle attività umane (uno dei pochi rimastici). Ebbene la miglior parte del sentiero della Pelara è quella oggi più pericolosa: sono tante le agenzie di viaggio e le strutture ricettive che, a buon ragione, pubblicizzano e sponsorizzano attraverso i propri canali di comunicazione il sentiero della Pelara come una delle maggiori attrazioni turistiche di Panza per coloro che amano natura, escursionismo e trekking, non sapendo però che il sentiero è così dissestato e pericoloso da rappresentare una minaccia all’incolumità di coloro che osano avventurarsi in solitaria lungo il sentiero.

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Pelara

La parte finale del sentiero, come testimoniato dai recenti scatti fotografici che vi proponiamo, è quasi completamente caduta in rovina: un grosso albero caduto sul sentiero intralcia il passaggio da oltre un anno, gli scalini in legno sono divelti, i corrimano stracciati dalle raffiche di vento degli ultimi inverni, parti di costone che sorreggono il sentiero sono franate rovinosamente e altre frane originatesi dalla parete rocciosa che sovrasta il sentiero hanno invaso con fango e detriti una porzione dello stesso a una cinquantina di metri dal termine del percorso, rendendolo impraticabile. Oltre la fine “ufficiale” del percorso, il sentiero prosegue e conduce al mare, ma anche lì non mancano i pericoli: le continue frane di rocce, anche di grandi dimensioni, che si sono staccate dalla montagna, rendono la discesa a mare davvero rischiosa e pericolosa.

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Il sentiero, che dovrebbe essere manutenuto dall’amministrazione comunale in quanto trattasi di un percorso pubblico, non ha mai visto un intervento di manutenzione da parte degli organi comunali preposti alla tutela e alla salvaguardia di questi beni dal valore inestimabile e certamente una singola associazione e qualche volontario non possono sopperire in eterno ad un’assenza pubblica sia dal punto di vista economico che da quello della manodopera. L’Associazione “ProLoco Panza”, attraverso il suo Presidente, esprime il suo rammarico per le condizioni attuali del sentiero, dopo la fatica ed il lavoro svolto per il suo recupero, che prossimamente potrebbe diventare completamente inaccessibile, anche volendoci limitare alla sola parte del bosco della Pelara, dove la vegetazione intanto si sta lentamente riappropriando del percorso pedonale.

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Secondo Polito “Non ci sarebbe bisogno di grandi investimenti, di grandi somme di denaro, basterebbe ricevere il supporto necessario da parte dell’amministrazione affinché la manutenzione sia possibile, quantomeno sul versante della fornitura dei materiali da lavoro, di staccionate in legno nuove, di assi di legno per realizzare gradini nuovi e di qualche braccia che possa aiutarci a rimettere il sentiero in sicurezza e a renderlo nuovamente fruibile a tutti”. Insomma, la tutela del territorio e dei nostri beni pubblici naturali, alla luce di quanto accaduto con la rovinosa frana del costone di Cavascura e la sua mancata messa in sicurezza, pare proprio non essere una priorità per chi dovrebbe prendersene cura, che evidentemente non scorge l’opportunità per il nostro territorio, ed il risultato di ciò non può che essere inevitabilmente la caduta in rovina di questi splendidi luoghi, che verranno presto completamente perduti e sottratti alla collettività.

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