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«Grazie ai medici del Rizzoli, se sono vivo lo devo a loro»

Egregio direttore,

le chiedo ospitalità perché mi corre l’obbligo morale ed intellettuale di ringraziare una serie di persone eccezionali, nonché professionisti  preparati ed in grado di offrire un servizio cinque stelle lusso, nonostante le enormi carenze organizzative dell’ospedale Rizzoli, in cui sono costretti a lavorare quotidianamente.  In tutto questo una parte di responsabilità, secondo la mia opinione, è del direttore sanitario che ha più a cuore risparmiare e far quadrare i conti al ribasso anziché la salute dei pazienti che occupano letti e anche barelle nei corridoi del nostro ospedale “Anna Rizzoli”.

Mi chiamo Francesco Di Spigno e, per mia sfortuna, il nuovo anno 2018 è iniziato per me con un attacco fulminante di un batterio che ha un tasso di mortalità del 20-30%. Nei casi non letali procura una forte carenza di ossigeno nel sangue e di conseguenza al cervello. Sono abituato a servirmi del meglio e anche nelle malattie non mi faccio mancare nulla, infatti questo batterio mi ha colpito nella sua forma più aggressiva. Se oggi sono qui a scrivere, se ho ancora la possibilità di godere delle bellezze della vita, lo devo solo all’attenzione di mia sorella Margherita e soprattutto alla professionalità e competenza di medici che sono l’eccellenza assoluta e che abbiamo la fortuna e l’onore di avere in servizio presso il nostro ospedale Anna Rizzoli in Lacco Ameno. Ringrazio con affetto tutto il reparto di medicina, guidato da un medico competente e umano, il dottor Ciro Di Gennaro al quale va tutta la mia riconoscenza, la mia stima e il mio rispetto. Ringrazio la dottoressa Longobardo, medico attento, scrupoloso, altamente professionale ma soprattutto con una sensibilità e umanità eccezionali; ringrazio il dottor Melgeri che ha saputo parlare alla mia anima e mi ha donato calore umano.

Ringrazio il dottor Giovanni Pilato che si è preso cura del mio cuore e mi ha rassicurato che tutto procedeva nel migliore dei modi; se il mio cuore ancora batte lo devo solo a lui. Ringrazio la dottoressa Del Vecchio che ha avuto con me pazienza e ha saputo gestire con  maestria uno dei miei momenti più bui. Un ringraziamento al caposala, agli infermieri e al personale paramedico preparati e disponibili 24/24 ore. Grazie dal profondo della mia anima a tutti voi, angeli attenti e coscienziosi, il mio vuole essere un invito alla comunità isolana di non ascoltare solo lamentele e di riconoscere che il nostro ospedale è una struttura che,  solo grazie all’abnegazione di grandi uomini e valenti professionisti, è in grado di salvare la vita a chi si affida con fiducia alle loro cure. GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE! Felice di poterlo ancora scrivere e gridare solo grazie a tutti Voi.

Purtroppo non posso ringraziare il direttore sanitario di questo ospedale che non segue il tutto come dovrebbe; solo per fare un esempio la farmacia negli ultimi giorni della mia degenza ha fornito un pessimo servizio creando disagio e dolore a tutti i pazienti: dispositivi di lavaggi non funzionanti, quello che doveva durare solo una ventina di minuti è durato anche cinque o sei ore; cateteri piccoli e non adeguati hanno costretto gli infermieri a prelevare l’urina con la  siringa. Certamente il direttore sanitario non dovrebbe permettere che ciò accada. Dovrebbe ricordare spesso, o meglio, dovrebbe andare a rileggere spesso il Giuramento di Ippocrate e si renderebbe conto che lui non è un medico da trincea ma un dirigente da scrivania e che, come tale, è più interessato alla gestione economica che alla salute di suoi pazienti. Del resto non sono meravigliato di ciò, in quanto aveva già messo in luce tutte le sue “qualità” nel breve periodo in cui ha ricoperto il ruolo di direttore sanitario, in seguito alla dipartita improvvisa dello storico direttore sanitario, di villa Mercede a Fontana, fino a nuovo incarico. In quei mesi alla guida della struttura per anziani si è distinto per aver ordinato la rimozione della foto del suo predecessore il Dottor Di Spigno Crescenzo che ha fatto buttare nella spazzatura, il tutto davanti agli occhi della figlia. Ha detto cose irripetibili su un suo collega che per di più non poteva nemmeno difendersi e questo è un comportamento di certo non dignitoso.

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Il dottore Di Spigno Crescenzo non è stato semplicemente il direttore di villa Mercede ma ne è stato l’ideatore, ha seguito tutti i lavori passo dopo passo. Sembrava un sogno impossibile, ma dove Dio pone uomini capaci ed onesti, anche i sogni impossibili diventano una meravigliosa realtà. Negli anni in cui con i fondi della comunità europea hanno fatto realizzare strutture mai aperte o aperte e chiuse in breve tempo, sperperando miliardi di lire prima e milioni di euro poi, qui ad Ischia nel comune di Serrara Fontana veniva costruita la struttura di villa Mercede sotto la guida attenta del dottor Di Spigno Crescenzo. Nessun spreco di soldi pubblici, come avvenuto su tutto il territorio italiano e ampiamente documentato da trasmissioni su reti nazionali, ma una meravigliosa realtà, una struttura solida, funzionante, che ha dato lavoro a molte famiglie dell’isola e che soprattutto ha dato sollievo e sostegno ai familiari dei pazienti. Grazie solo alla testardaggine, all’onestà e alla preparazione di un uomo di nome Crescenzo Di Spigno. Quindi caro direttore sanitario del Rizzoli, mi rincresce affermarlo ma lei non avrà mai la moralità e la professionalità di un suo collega del quale non ha rispettato né la persona né la memoria. Invito i vertici dell’ASL a predisporre nell’immediato un giusto riconoscimento ricordo, quale una targa o l’intitolazione di una sala della struttura di Fontana al suo ideatore il dottor Di Spigno Crescenzo per  aver contribuito con la sua opera al miglioramento della sanità isolana.

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Ringraziando per l’ospitalità, porgo cordiali saluti.

Francesco Di Spigno

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