CRONACAPRIMO PIANO

«BASTA OFFESE, L’ISOLA E’ SENZA SENSO CIVICO»

A Il Golfo parla Raffaele Mirelli, presidente del Festival di Filosofia ed organizzatore delle domeniche ecologiche. Un’iniziativa limitata che lo ha reso inviso a molti ischitani. Lui non ci sta e spiega: «Inaccettabile che la nostra iniziativa sia definita “stronzata” da chi non ha la pazienza di lasciare l’auto in garage dieci ore l’anno». E poi…

E’ ideatore, fondatore e anima del Festival Internazionale di Filosofia, tuttora in corso di svolgimento a Ischia. E anche un apprezzato editorialista del nostro giornale, che non fa mai male. Ma, purtroppo per lui (sì, dobbiamo proprio scrivere così, a dimostrazione del livello di bassezza che stiamo raggiungendo su questo ameno lembo di terra) negli ultimi tempi è diventato anche un personaggio particolarmente inviso a certi ischitani. Non perché sia andato a rubare in qualche casa né tantomeno per aver commesso chissà quale reato. Raffaele Mirelli, è di lui che parliamo, ha fatto di peggio: ha chiesto e ottenuto che nelle domeniche settembrine il centro di Ischia potesse rimanere chiuso al traffico veicolare per poco meno di tre ore nella fascia mattutina. Il reato peggiore, allora, quello di lesa maestà. Perché a noi ischitani puoi strappare il portafogli, magari anche la moglie o il marito e forse succede poco o nulla, ma se ci impedisci di arrivare con l’auto fino in camera da letto diventi il Nemico Pubblico del film di Will Smith o il “Bersaglio Mobile” dello 007 di Fleminghiana memoria. Per fortuna non siamo ancora nell’hinterland partenopeo (più o meno) e di minacce a mano armata o fisiche non gliene sono arrivate, ma se per una parte – per fortuna parimenti numerosa – della cittadinanza il nostro strappa applausi per le sue iniziative, dall’altra c’è non ha esitato a definirlo con terminologie tutt’altro che ortodosse.

Sappiamo quanto Raffaele ci tenga a certe terminologie lessicali, ed allora gli chiediamo scusa in partenza se scriviamo che lui, nei limiti del possibile… la prende con filosofia ed al cronista racconta: «Ricordo da dove siamo partiti con quello che inizialmente era un esperimento. Pensammo al Festival di Filosofia e ci rendemmo conto che veniva visto come un qualcosa di poco pratico. Volevamo agire allora con questa iniziativa anche per fare da stimolo sui cittadini con una problematica che crea particolari problemi sull’isola come quella del traffico. Quando partimmo la intitolammo “Guida Sicura”, ed era accompagnata da una campagna di sensibilizzazione. Proprio quell’anno morì la povera Marianna Di Meglio e allora l’anno successivo (2016) proponemmo lo stop motori. Il nostro voleva essere una sorta di messaggio, invitare la gente a scendere in piazza per verificare quanto fosse bella Ischia senza auto da Ischia Porto a Piazza degli Eroi fino alla Violetta. Studiammo con associazioni di terzo settore anche dei momenti di intrattenimento. La gente apprezzava, era in numero non copioso solo quando faceva eccessivamente caldo».

Poi, però, con la continuità sono arrivate anche le voci del dissenso come racconta ancora lo stesso Mirelli: «Sono iniziate ad arrivare critiche ed improperi, la gente diceva “ma che vi credete di fare”. Nulla, rispondo io, nessuno aveva ed ha la pretesa di cambiare il mondo, ci mancherebbe ma nemmeno si possono assistere a scene come quelle che mi è toccato vedere. Qui c’è chi si lamenta perché non sa come trasportare i turisti, quando in ogni caso non è che si chiude l’isola ma esistono percorsi alternativi. Domenica scorsa credo si sia raggiunto l’apice: a via Variopinto una vettura ha letteralmente buttato a terra la transenna che interdiva il passaggio per proseguire nell’area pedonale. Spero che i vigili siano riusciti a prendere la targa ma durante la domenica ecologica succedono sovente casi del genere. Senza le forze dell’ordine i conducenti delle macchine se ne fregano e passano ovunque e comunque. Lo scorso anno, pensate, un signore stava addirittura venendo alle mani con un agente di polizia municipale perché pretendeva di passare per arrivare alla Riva Destra. Roba da non credere, soprattutto se si consideri che parliamo di una chiusura di tre ore la domenica e per giunta un mese all’anno». E così a Mirelli, colpevole solo di volere un territorio più vivibile ed a misura d’uomo, tocca fare i conti con situazioni paradossal-surreali: «Mi avranno chiamato scemo qualche volta quando qualcuno ha transitato nell’area pedonale, per fortuna non si è mai trasceso ma vedo che c’è ostilità. Eppure noi lavoriamo tutto l’anno a questa iniziativa concordandola tra l’altro con il Comune di Ischia. Questo, voglio sottolinearlo, può essere anche un qualcosa di sperimentale che può tornare utile guardando al domani, non a caso si chiama “Ischia nel futuro dell’isola”. La cosa che maggiormente mi intristisce è dover registrare anche l’ostracismo di certa stampa, difficile da comprendere e spiegare».

Prima di congedarci gli facciamo osservare che probabilmente certe iniziative, anche per essere comprese e metabolizzate meglio dalla cittadinanza, dovrebbero essere più costanti e non estemporanee: «Certo, su questo la penso come te. La verità assoluta non esiste, ogni questione va affrontata su diversi livelli. Noi facciamo il Festival ed adottiamo questa iniziativa una volta l’anno, certo non tocca a noi fare politica. Il Comune di Ischia vuole lavorare da tempo in questa direzione, ma siamo consapevoli del fatto che siamo davanti a dei cambiamenti che muterebbero il “sistema Ischia” e anche la sua economia. Eppure un’azione forte, con un sistema di trasporti magari green ed a prezzi modici, indurrebbe anche tanti a lasciare l’auto a casa: capisco chi proprio non ne vuole sapere, ma non possiamo essere definiti come quelli che fanno stronzate da chi non ha la pazienza per fare un piccolo sacrificio nemmeno dieci ore l’anno. Non credo sia giusto o normale fare turismo per tre mesi e poi stare in letargo in casa il resto dell’anno, lo scrivo da sempre sul vostro giornale. Ora basta pensare al proprio esclusivo tornaconto: anche a me farebbe piacere entrare in auto nel supermercato, ma spesso ne faccio a meno e ci vado addirittura a piede. Ho vissuto in terre in cui si utilizzava la bicicletta con la neve, qui pensiamo ancora a costruire parcheggi». Poi l’ultima amara “pillola”: «Noi al volante diamo sfogo ai nostri interessi più primitivi e siccome in auto siamo in tanti vuol dire che dalle nostre parti c’è ancora molto di primitivo. C’è poco da fare, servirebbe maggiore educazione. Basta con le fosse, l’isola è davvero maleducata».

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Beta

Effettivamente non si può offendere chi tenta di mettere in campo delle soluzioni più sostenibili, tuttavia è assurdo demonizzare le bici e le pedonali così come non va criticato a priori l’uso dell’auto, piuttosto occorre predisporre un piano complessivo che non penalizzi eccessivamente le diverse tipologie di mobilità e che preveda un adeguato trasporto pubblico.
È solo sbagliato “imporre” scelte non studiate a dovere…

manlio

La verità è che siamo un popolo che non vale nulla e si pensa in piccolo e solo al proprio orticello. Magari si potesse avere un trasporto pubblico degno di questo nome con abbonamenti ad hoc. Le auto possono stare ferme anche 300 giorni all’anno. Poi non c’è nulla da studiare se 3 ore la domenica si richiede un piccolo sacrificio, mica siamo in una metropoli tipo Tokio

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