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Decreto, notte di battaglia nel nome di Ischia

Voto al rallentatore alla Camera sul decreto Genova. Il muro contro muro tra Governo e Pd sul condono per Ischia non ha lasciato margini di intesa sui tempi per il primo via libera al tanto atteso provvedimento. Una situazione che ha portato a continue scaramucce in aula tra dem e partiti della maggioranza. E che, se non ci saranno ulteriori stop, dovrebbe consentire il voto finale a Montecitorio solo di notte.

La Camera ha concluso a tarda sera il voto degli emendamenti. Si è passati all’esame degli oltre 100 ordini del giorno e poi alle dichiarazioni di voto finale da parte dei gruppi parlamentari.

Gli emendamenti
La Camera ha bocciato tutti gli emendamenti all’articolo 25 del decreto Genova che contiene il condono tombale per i comuni di Ischia colpiti dal sisma del 21 agosto 2017. Oltre gli emendamenti soppressivi sono stati respinti quelli che limitavano l’effetto della sanatoria. In dichiarazione di voto sono intervenuti per un minuto tutti i deputati del Pd, accusando M5s di aver varato «il più grande condono degli ultimi 20 anni nel collegio dell’onorevole Di Maio».

E l’Aula ha respinto un ordine del giorno del Pd al decreto Genova che impegnava il governo «ad assicurare la realizzazione della “Gronda” di Genova quale opera infrastrutturale strategica confermandone il progetto e il relativo crono programma». A favore hanno votato Pd, Fi e Fdi, contro M5s e Lega. Il sottosegretario Vito Crimi ha detto che avrebbe accettato l’ordine del giorno se esso fosse stato riformulando, sostituendo il verbo «assicurare» la realizzazione, con «valutare l’opportunità di realizzare la Gronda». Il primo firmatario, Luciano Nobili non l’ha accettato chiedendo il voto, che si è concluso con il respingimento dell’impegno per il governo.

A Genova una sede dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza
Genova ospiterà una sede della Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Infrastrutture Stradali e Autostradali (Ansfisa): lo prevede un emendamento di Fdi al Dl Genova approvato dall’Aula della Camera.

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Bagarre in Aula
«L’opposizione annuncia ostruzionismo, e la cosa mi dispiace molto, perché la gente di Genova merita l’approvazione sollecita del provvedimento. Noi lavoriamo perché questo risultato sia raggiunto al più presto», spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro.

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Al centro dello scontro però non ci sono le norme sul crollo di ponte Morandi, ma il grande condono immobiliare di Ischia e del Centro Italia chiesto e sostenuto a spada tratta dal M5S per le sue roccaforti elettorali. «Grazie alla sanatoria del decreto Genova in Centro Italia si potranno chiedere la concessione in sanatoria e i contributi per la ricostruzione anche degli abusi compiuti fino al giorno prima del terremoto e fino ad oggi mai dichiarati. In sostanza si estende il condono del 2003 fino al 2016. Un precedente pericoloso in un paese a rischio sismico e idrogeologico. Una sanatoria più permissiva rispetto a quella di Ischia, che così viene persino discriminata. Non a caso Forza Italia ha chiesto di estendere anche ad Ischia le norme previste per il Centro Italia e ha ringraziato i 5 Stelle per aver sdoganato l’istituto del condono. Il partito trasversale del cemento è servito!». Lo afferma la deputata LeU Rossella Muroni intervenendo in Aula alla Camera durante l’esame del decreto.

A 78 giorni dal crollo di ponte Morandi e dopo una lunga serie di impasse, burocratici e politici, incontrati dalla maggioranza gialloverde nella costruzione del dl Genova, il ministro per i rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro (M5S) ora sostiene che «il Governo ha presentato un provvedimento urgente per la città di Genova che contiene misure e risorse attese dai cittadini. La decisione del Pd di fare ostruzionismo su un provvedimento così importante è uno schiaffo alla città». Dal Pd l’attacco di Ettore Rosato alla maggioranza sul dl Genova. «Non siamo contro il decreto, ma contro lo scandalo di un condono edilizio a Ischia, nel collegio del ministro Di Maio» affermando che ove sia approvato un emendamento sospensivo sulle norme di Ischia i lavori procederanno celermente.

Toti e Bucci: «Non tollerabile l’ostruzionismo sul decreto»
Il governatore Giovanni Toti stasera via Facebook ha commentato quanto accaduto alla Camera sul Dl Genova: «Fare ostruzionismo su un decreto che aspettiamo da tempo e su cui è stato fatto un grande lavoro è intollerabile e irrispettoso delle sofferenze di questa terra». «Cari parlamentari del Pd, – ha aggiunto – sono certo che ogni testo sia migliorabile e sono convinto che le opposizioni abbiano il diritto di contestare e contrastare le scelte del Governo. Ma anche la Liguria ha i suoi diritti. E in queste ore sta vivendo nuovi momenti difficili». Dello stesso parere del governatore è il sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione Marco Bucci. Toti e Bucci hanno diffuso una nota congiunta.

Il Pd: «Via il condono e non faremo opposizione»
Poi in una conferenza stampa il capogruppo del Pd Graziano Delrio assieme al presidente del Pd Matteo Orfini e al segretario dimissionario Maurizio Martina, ha detto: il governo stralci dal decreto Genova il condono ad Ischia, che è «scandaloso», ed il Pd smetterà di fare opposizione in aula. «Il Pd ha già approvato – ha detto Delrio – gli articoli del decreto Genova che riguardano Genova (i primi 19 ndr) senza discussione, benchè sarebbero potuti essere arricchiti per venire incontro alle esigenze dei genovesi».

«Il governo ha voluto inserire in questo decreto – ha proseguito Delrio – un condono edilizio nel collegio dell’onorevole Di Maio, cioè ad Ischia. Che ora si chieda al Pd di non fare opposizione a un condono così rilevante è incredibile. Non è ostruzionismo, ma opposizione e la faremo perché non vogliamo che passi questo condono». «Che ad accusare il Pd di rallentare il decreto sia un ministro che non si è mai visto in Parlamento – ha insistito – o una maggioranza che ha pasticciato e ritardato a sua volta l’approvazione, è davvero scandaloso. Non ci si chieda di non opporci duramente». Alla domanda su cosa chiede il Pd per sospendere l’opposizione sugli altri articoli del decreto, Delrio ha replicato: «Gli emendamenti soppressivi degli articoli sul condono sono stati respinti; ne sono stati accantonati altri, ma ad essi governo e relatori hanno appena dato parere negativo. Noi vogliamo discutere e far capire che è un fatto gravissimo. Il condono del 1985 (che verrebbe esteso a Ischia ndr) – ha concluso Delrio – è tombale; significa costruire in zone sismiche e piangere altri morti».

Rixi e Crimi in Aula
Il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vito Crimi hanno seguito da ieri nell’Aula della Camera per conto del governo l’intero iter del decreto legge per Genova. Al banco dei ministri è stato più volte presente anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. Mentre le opposizioni hanno criticato l’assenza nell’emiciclo del ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Danilo Toninelli.

Toninelli: «Importa il risultato, non la mia assenza»
«A me interessano i risultati, non le ridicole urla di Pd e FI sulla mia assenza. Ci sono stato, ci sono e ci sarò. Per Genova e per i tantissimi altri dossier gestiti in modo indecente che ho ereditato e che sto faticosamente mettendo a posto. Con l’obiettivo costante di aiutare la gente che chiede il giusto sostegno e la dovuta tutela a uno Stato che, prima dell’arrivo del Governo del cambiamento, era distante, se non inesistente». Lo ha scritto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli in un post rilanciato dal blog delle Stelle.

«Dopo tanto lavoro finalmente lo possiamo dire: per Genova abbiamo stanziato tutte le risorse necessarie. Ci sono quasi 300 milioni nel decreto Emergenze e altri 500 milioni circa nella legge di bilancio. Quasi 800 milioni in tutto. Chi ha contestato in maniera ridicola la mia assenza dall’aula di Montecitorio dovrà ricredersi. Parlo di Pd e Fi che, tra l’altro, in tema di gestione delle emergenze dovrebbero solo andarsi a nascondere» sottolinea Toninelli che continua: «Mentre il mio viceministro Edoardo Rixi e il sottosegretario Vito Crimi seguivano, per conto del Governo, la discussione alla Camera, io ho lavorato su altri tavoli per ottenere il massimo in favore dei genovesi. Il massimo. E ci siamo riusciti. Accanto ai 72 milioni per le 266 famiglie di sfollati, che potranno comprarsi una nuova casa, abbiamo messo 55 milioni per le imprese danneggiate, 30 milioni per il sostegno al reddito dei lavoratori, quasi 50 milioni per la mobilità comunale e regionale, 20 milioni in favore degli autotrasportatori, circa 45 milioni per la logistica e il porto, vero baricentro economico della città». E «nel decreto fiscale abbiamo stanziato ancora 15 milioni per l’Autorità di sistema portuale, ma il piatto forte sono circa 500 milioni della manovra del popolo, con altri 200 milioni per il porto, ulteriori 160 milioni per gli autotrasportatori danneggiati dai lunghi tragitti conseguenti al crollo del ponte Morandi e 100 milioni per la Zona franca urbana, sempre a favore dell’economia della città. Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto. Genova sarà più bella e forte di prima. Cose concrete e non chiacchiere».

Rissa sfiorata in Aula
Rissa sfiorata alla Camera con i commessi che si sono posti in mezzo tra alcuni deputati di Fdi e altri del Pd che erano scesi dai banchi e si erano avventati reciprocamente. A dare una mano ai commessi anche Guido Crosetto che ha strattonato e rimandato nei propri banchi i suoi colleghi del gruppo di Fdi.

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