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«Tra il ritorno di Franco Regine e un Del Deo bis, intriga di più Nicola Monti»

Dalla Redazione

ISCHIA. A Forio si vive un momento particolare. Ci sono due avvenimenti di stretta attualità, il primo è il ricorso a Tar per la questione-bilancio, l’altro è il caso-Citara.

«Per quanto riguarda il ricorso al Tar presentato dal consigliere Stani Verde, sappiamo tutti qual è l’esito momentaneo. Ci sarà il ricorso al Consiglio di Stato. Ritengo che la sentenza sia censurabile. Sono fortemente critico verso tale decisione: affermare che la seconda votazione sanerebbe le irregolarità, e sbagliare l’articolo di riferimento costituiscono a mio parere motivi più che sufficienti per impugnare la sentenza. Resto comunque fiducioso nella bontà di questo ricorso».

Del resto, anche Stani Verde in un’intervista ha detto di aver ricevuto diverse telefonate di gente appartenente anche a parrocchie diverse dalla sua,  che lo hanno invitato a fare appello. A proposito di ricorsi, veniamo alla questione di Citara, che dall’esterno sembra un paradosso. Il tribunale ha emesso un provvedimento, ma guardandoci intorno è come se non avesse vinto nessuno, ma anzi avessero perso tutti.

«Proprio così, hanno perso tutti. Da Teresa, che ha praticamente perso una stagione lavorativa a causa di questa controversia, a tutti gli altri vicini, uno dei quali si è talmente irrigidito sulle proprie posizioni, fino ad arrivare all’attuale estrema situazione. Si sarebbe potuto sicuramente agire in modo diverso, trovando una composizione bonaria di interessi tra le parti, come avrebbe fatto un buon sindaco, che invece a Forio è stato assente e ha delegato il vicesindaco. Quest’ultimo però in quattro mesi non ha saputo né voluto favorire tale mediazione. Si chiedeva semplicemente di ridurre un’occupazione di suolo, quella dei servizi igienici, e concedere un po’ suolo pubblico».

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Eppure alcuni sostengono maliziosamente che, a parte i vari perdenti, se c’è un vincitore quello è proprio il Comune. Perché?

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«Non voglio scendere nel merito, perché la vicenda è sgradevolissima: non si doveva arrivare a questo punto, non si doveva giungere innanzi al Tar e al Consiglio di Stato. Non si è voluto arrivare a una soluzione, bensì si è andati avanti tramite un dirigente comunale, un’ordinanza e una determina che hanno decretato la perdita della concessione. L’altra parte si è opposta ricorrendo al tribunale amministrativo regionale che ha deciso che si debba procedere alla rimozione totale delle strutture che occupavano il suolo pubblico, e quindi anche dei chioschi. Ecco il punto dolente, quando invece si sarebbe potuto risolvere tutto rimuovendo solo i servizi igienici. Una decisione che continuo a non comprendere e a disapprovare. Il presunto richiamo a Via Marina non c’entra nulla».

In effetti il rendering del possibile futuro aspetto del lungomare di Forio e le vicende di Citara,  sui social media sono state viste come parti di un’unica “visione”, come se ci fosse una continuità tra i due contesti…

«Non sono stato io a vedere una continuità. È stato il sindaco a raccontare che esiste tale continuità. La storia di via Marina è cominciata a partire da una serie di rilievi effettuati dalla vecchia amministrazione e un progetto che ormai avrà già più di un anno di elaborazione nell’ambito comunale con l’apporto di un architetto esterno. Questo progetto, che moltissimi hanno visionato sul web, prevede che tutte le strutture fisse di occupazione del suolo pubblico vengano rimosse. Poi si è innestata la vicenda di Citara, che ormai va avanti da otto mesi. Quindi i fatti di Citara sono iniziati successivamente».

I danni per le attività commerciali e ristorative del posto è comunque notevole…

«Senza dubbio. Comunque, riguardo il rendering del lungomare, io non faccio l’architetto e sicuramente mi sembra un bel progetto, ma diciamolo chiaramente: con Forio non c’entra proprio nulla. Si possono cercare ben altre soluzioni. Vedere questi “moduli” tutti uguali tra loro, che andrebbero  a sostituire le attuali strutture, tutte diverse e colorate, non mi pare affatto opportuno. A ciò aggiungerei anche una serie di perplessità più tecniche, proprio in un punto dove le pendenze devono fare i conti con gli impianti fognari. Io ho cominciato a interessarmi attivamente della cosa pubblica proprio all’epoca della realizzazione di tali impianti, negli anni ’90, quindi so bene com’è fatto, avendone seguito da vicino le varie fasi di realizzazione».

Lei crede che questo “preliminare di progetto” diverrà un reale progetto?

«Io non mi preoccuperei più di tanto del progetto in sé sul lungomare, se fossi uno degli occupanti di suolo. Mi preoccuperei soltanto nel momento in cui venissero coattivamente rimosse le strutture. Che poi tale progetto arrivi a conclusione, a me sembra una prospettiva molto lunga e difficile, oltre che costosa. A meno che non si ricorra al solito project financing…».

Secondo Lei, dietro a questo progetto potrebbe forse nascondersi  un “vestito su misura”per qualcuno per qualcosa? E se sì, per chi o per cosa?

«Sinceramente, non mi avventurerei su certe previsioni. Tuttavia si è già visto che in alcune circostanze i sospetti erano legittimi. Si veda cosa è successo a Panza o a quello che sta per succedere alla Strambata. Per carità, tutto legittimo: a un imprenditore piace davvero tanto il nostro paese, e il sindaco gli ha aperto le porte, al contrario di quanto viene fatto con me o con Gigi Lista. Forse, le porte sono più aperte per chi viene dall’hinterland napoletano o addirittura da Cassino».

Qual è il suo giudizio sull’attuale amministrazione?

«Sull’amministrazione in carica, ho le idee piuttosto chiare. È iniziata con una continuità rispetto alla precedente, poi però gran parte delle preferenze che vantano di aver ottenuto si sono perse per strada a “colpi di scimitarra”. Considero l’attuale amministrazione molto invasiva oltre che assolutamente non trasparente. Prima questo progetto “nascosto” su via Marina, poi quando se ne inizia a parlare la colpa viene scaricata sui fatti di Citara. E persino la responsabilità di eventuali interventi invasivi del territorio e delle attività commerciali su altre persone, quindi direi che è un atteggiamento anche un po’ vigliacco oltre che poco trasparente. Ogni volta che vengono “scoperti”, scaricano le responsabilità su altri, vedasi ad esempio la ricerca dell’area di trasferenza dei rifiuti, oppure il Puc (piano urbanistico comunale): dicono sempre di essere in fase preliminare. Sembra che ogni cosa sia sempre a livello “preliminare”. Le uniche cose che hanno portato avanti sono stati i vecchi progetti di lavori pubblici elaborati dalla precedente amministrazione, e sono stati eseguiti anche male. L’ufficio tecnico ha mosso diverse contestazioni alla ditta incaricata dei lavori, anche perché si sono viste cose davvero aberranti. L’ultima in ordine di tempo è ciò che è stato fatto nel curvone delle Pietre rosse, dove una condotta sotterranea è stata ridotta di oltre la metà di diametro, provocando una strozzatura che ha causato i danni ben noti. Non si capisce il motivo di questi errori mostruosi. Le strade continuano a essere asfaltate e contemporaneamente continuano a sprofondare: segno di una totale mancanza di opera di assestamento sui materiali di riempimento degli scavi. In pratica l’assestamento lo abbiamo fatto noi cittadini con le nostre automobili, passandoci sopra e poi finendo nei fossi e negli avvallamenti che si creano».

A Ischia e Barano si voterà tra otto mesi. A Forio ci vorrà forse più tempo. Secondo Lei, Franco Regine tornerà a gettarsi nella mischia oppure no?

«Personalmente penso di no».

Dopo gli ultimi recenti accadimenti, a Nicola Monti riuscirà ancora l’equilibrismo di non schierarsi apertamente, oppure dovrà finalmente indossare una “casacca”?

«Io penso che non “fluttui” più dalle parti del sindaco attuale. Ho avuto in passato rapporti lavorativi con lui, e credo di conoscere bene Nicola Monti. Non lo apprezzo totalmente, ma di certo non lo disprezzo. Gli riconosco determinate capacità. Credo che farà il suo cammino, e penso che sarà uno di quelli che porterà la bandiera del prossimo battaglione per conto di sé stesso».

La volta scorsa, durante le elezioni di fatto la competizione fu quasi nulla, in parte per la rinuncia di Nicolella che poi accettò l’alleanza con Del Deo…

«Di questo mi prendo io il 90% delle responsabilità».

…mentre per la prossima tornata elettorale il parterre dovrebbe essere quantomeno più folto. Può provare a fare una prima “mappatura”?

«Io non sono un politico, e non posso provare a farlo. Mi sento spaesato di fronte a questi equilibri. Ho le mie valutazioni personali, come quello che ho esposto su Nicola Monti, un personaggio difficilmente riducibile in poche parole: ha sbagliato tantissimo, ma anche fatto molto. Invece i personaggi dell’attuale amministrazione fanno poco, e quel poco lo sbagliano, quindi direi  che siamo messi male».

Un Del Deo bis?

«Non credo che andrà così. Hanno cercato di non inimicarsi gli amici, e forse ci sono riusciti. Ma io penso che sia arrivato il momento del cambiamento. Nelle persone è cominciata a maturare la convinzione che la politica sia cambiata, e che non si faccia soltanto col solito scambio di piaceri e favori. Il caso di Citara è emblematico: non sono in grado di proteggere nessuno, quindi è completamente finita quella fase storica della cattiva politica basata su voti di scambio».

Tre nomi, non necessariamente espressione dell’attuale quadro politico, ma anche della società civile e imprenditoriale, che Augusto Coppola avrebbe piacere di vedere candidati alla carica di sindaco di Forio nella prossima contesa elettorale.

«Preferisco tenerli per me: ho alcune convinzioni su determinate persone, anche su soggetti che sono nella minoranza consiliare e che dimostrano di voler fare seriamente opposizione. Credo che già il fare una vera opposizione a Del Deo può valere una grossa fetta di credibilità e di voti».

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