LE OPINIONI

In forma con la corretta alimentazione

L’uomo è onnivoro, come dimostrato dalla diversa morfologia dei denti. Non è nutrizionalmente corretto un comportamento vegetariano “stretto”, detto anche “vegano”

La dieta vegana, così come la dieta che predilige troppo spesso il consumo di alimenti di origine animale è un’estremizzazione e quindi non può presentare la soluzione migliore dal punto di vista della sostenibilità ambientale né tanto meno dal punto di vista salutistico. Mentre per quanto riguarda l’aspetto di sostenibilità, al contrario di quanto si possa credere, se sempre più persone decidessero di adottare un regime alimentare vegano, la situazione diventerebbe drammatica perché non si avrebbe sufficiente terreno per la coltivazione.

Alimentazione prevalentemente di origine vegetale

Non è una dieta vegetariana o vegana a garantirti la salute, ma un’alimentazione prevalentemente di origine vegetale. Sul banco degli imputati le carni, rosse e bianche, ed anche il pesce. Ed ecco il perché: “Purtroppo i nostri mari sono inquinati”. I pesci carnivori accumulano un quantitativo di veleni che poi inevitabilmente ingeriamo. Il pesce che si nutre di alghe, quello vegetariano, come lo sgombro o le sardine, è il migliore da inserire nella nostra alimentazione. Le carni rosse, andrebbero evitate, e anche le carni bianche, bandite, se sono da animali allevati in batteria. Sono cose che tutti sappiamo. La carne, quella che si reperisce oggigiorno, fa male ai bambini, anche se molti pediatri dicono il contrario.

Lo zucchero

Lo zucchero: “Si dovrebbe eliminare dalla nostra dieta e si dovrebbe cominciare proprio dai bambini”. Come anche le bevande dietetiche ipocaloriche con dolcificanti sintetici come il ciclammato, vietato negli USA. Abituarli invece al dolce della frutta. L’aumento dell’insulina e della glicemia causa l’infiammazione e la predisposizione ai tumori. E sotto accusa i dolci. Su amidi e farine raffinate nessuna deroga. “Ritorniamo a fare pane e pasta in casa”. E poi nutriamoci con tutti i tipi di legumi, variando.

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Cibi biologici

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Sul mangiare biologico si crede che sia un valido sistema di prevenzione: “Non ci sono ancora studi che dimostrano questo”. Sicuramente non fanno male i prodotti biologici. Frutta e verdura anche da campi coltivati in convenzionale non fanno male. Non si sono riscontrati ancora casi di malattie esclusivamente riconducibili alla quantità di sostanze chimiche o antiparassitarie. La posizione sul biologico è comunque critica. E’ diventato un business. Nei negozi specializzati si vede sugli scaffali un sacco di “porcherie”. Prodotti di tutti i tipi, dove le sostanze contenute sono lo stesso dannose come quelle presenti nei cibi industriali. Auspichiamoci che questi negozi facciano una reale educazione mettendo in entrata frutta, verdura, prodotti della terra e non trasformati.

Alimentarsi come i contadini del Cilento e Siciliani degli anni 50

Dovremmo mangiare come il contadino del Cilento o siciliano di una volta. E’ la dieta mediterranea il modello migliore per mantenersi in salute, ma non quella attuale, quella di tantissimi anni fa. Nemmeno la cultura gastronomica asiatica può eguagliarla, che anzi oggi è diventata troppo ricca di sali e non è così quindi salutare come si pubblicizza. Per quanto riguarda il vino, lo spazio a tavola, dovrebbe essere dato a quello senza solfiti. “Sono dannosi, e le sostanze derivate da azoto sono causa d’infezioni nell’intestino”.
 
Sana alimentazione e stile di vita

Poche regole da seguire per mantenersi in salute:

1.    Mantenersi snelli per tutta la vita.
2.    Praticare esercizio fisico.
3.    Limitare cibi con alta densità calorica.
4.    Evitare bevande zuccherate.
5.    Basare l’alimentazione su cibi di origine vegetale con un’ampia varietà di legumi. Cereali e frutta.
6.    Diminuire consumo di carne rossa.
7.    Evitare bevande alcoliche e il consumo di cibi conservati sotto sale o cereali e legumi conservati in ambienti umidi.
8.    Evitare uso di integratori.
9.    Mangiare il pesce che sia meno inquinato, soprattutto se si è in gravidanza.

Caratteristiche della dieta Mediterranea

Alto apporto di: cereali integrali, ortaggi, legumi, frutta (sinergismo di antiossidanti efficaci). Utilizzazione di olio d’oliva come fonte principale di grassi di condimento (pregi antinfiammatori,Vit.E). Consumo moderato di vino (resveratrolo e polifenoli). Consumo sobrio di carne, pesce, uova, formaggi. Considerata come il punto di riferimento per un’alimentazione sana, la dieta mediterranearappresenta il punto fermo di chiunque voglia seguire una dieta equilibrata e corretta. Non a caso dal novembre 2010 essa è stata riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, segno che le abitudini alimentari dei popoli di tutto il bacino mediterraneo possono e devono essere prese come modello di vita per garantirsi una vita in perfetta salute. Rappresenta il termine di paragone di qualsiasi dieta proposta dal mondo del fitness, purtroppo, le caratteristiche della dieta mediterranea originale, non sono conosciute ai più.

Piramide alimentare

Sostanzialmente, alla base della piramide alimentare c’è l’acqua. Almeno due litri il giorno, mentre in un gradino subito superiore ci sono i cereali: pane, pasta, riso, obbligatoriamente a base di farine non raffinate, quindi nella forma integrale, devono essere sempre presenti sulle nostre tavole in quantità di circa il 50-60% del totale calorico che ingeriamo. A salire ci sono frutta e verdura, che devono essere locali e di stagione: la dieta mediterranea, infatti, predilige il legame con la propria terra e di conseguenza, scoraggia l’utilizzo di frutta esotica o di verdura non strettamente connessa con il territorio mediterraneo (i cibi surgelati hanno permesso ad alimenti fuori stagione di essere consumati con tutte le garanzie della freschezza). Nell’arco della giornata le porzioni di frutta e verdura devono essere almeno cinque ed è caldeggiato anche l’utilizzo di olio extravergine di oliva come fonte di condimento. Usare per insaporire spezie ed erbe aromatiche quali basilico, capperi, rosmarino, aglio, peperoncino, cipolla rossa, porro, scalogno, menta, ecc. Nella parte superiore e più stretta della piramide, sono presenti gli alimenti che devono essere consumati di meno, come quelli di origine animale, come ad esempio la carne bianca e il pesce, le uova, formaggi, latte e latticini, la cui frequenza non dovrebbe essere superiore a due-tre porzioni a settimana. Al vertice, nel posto destinato agli alimenti che si dovrebbero evitare o consumare raramente, ci sono la carne rossa e gli zuccheri raffinati come dolci e preparati industriali. Tante filosofie, ideologie, discussioni, confronti per due – tre porzioni a scelta (su 14 pasti settimanali) tra carne bianca, pesce, uova, formaggi, latte e latticini a settimana, e raramente una di carne rossa una – due volte al mese. Lo stile di vita vegano pare essere un’ipocrita moda radical chic, spesso adottata ignorando la vera ideologia ad essa soggiacente. Una tendenza favorita dall’opulenza del mondo occidentale, ma frutto della sua decadenza morale.

Tanti benefici per la salute

La dieta mediterraneapreviene il rischio cardiovascolare. Allontana il pericolo di sindrome metabolica. Si è mostrata efficace nella prevenzione dei tumori. Consente di apportare al corpo il giusto quantitativo di ogni macronutriente. La dieta mediterranea, quindi, si conferma come uno stile di vita adatto ad ogni età ed esigenza.

L’uomo è onnivoro

“Non dimentichiamo che l’uomo è onnivoro, come dimostrato dalla diversa morfologia dei denti: incisivi (per tagliare), canini (per dilaniare), molari (per triturare). Non è nutrizionalmente corretto un comportamento vegetariano “stretto”, detto anche “vegano”. Al contrario, il vegetariano che usa anche il latte e l’uovo riesce, selezionando bene i cibi vegetali (cereali con legumi e frutti a guscio) ed unendoli quotidianamente a quantità discrete di latte (250 ml) e di uova (3 o 4 la settimana), a non farsi mancare nulla, sia pure dovendo ingerire un maggior volume di cibo stante la minore densità calorica degli alimenti vegetali.” [cit. Carlo Cannella, ordinario di Scienza dell’alimentazione all’Università La Sapienza di Roma].

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