POLITICA

Tra aneddoti e retroscena, le ultime ore da sindaco del Barone

Dalle firme davanti al notaio al deposito presso l’ufficio del protocollo, l’epilogo della crisi che ha portato alla caduta di Pascale

La caduta di Giacomo Pascale, già preparata da tempo, ha avuto il suo epilogo ieri mattina. All’ufficio del protocollo della Torre dell’Orologio in Piazza Santa Restituta, si sono presentati Michele De Siano e Carmine Monti a depositare il documento notarile con le firme dei nove consiglieri, quattro d’opposizione e cinque dell’ormai defunta maggioranza, che hanno decretato la fine anticipata della consiliatura. I consiglieri, si legge nel documento, «ritenendo che non vi siano più le condizioni politiche ed istituzionali per il prosieguo della consiliatura e quindi con la comune intenzione di produrre lo scioglimento del Consiglio Comunale, rassegnano ai sensi e per gli effetti dell’articolo 141 comma 1 lettera b numero 3 del Decreto legislativo n. 267/2000, le dimissioni della detta carica di consiglieri comunali di Lacco Ameno con effetto immediato e irrevocabile.

Poiché per l’effetto delle presenti dimissioni è venuta meno la maggioranza del Consiglio Comunale, i medesimi invitano le Autorità competenti a provvedere allo scioglimento del Consiglio Comunale di Lacco Ameno». Il documento è stato autenticato dal notaio nella tarda serata di lunedì, nei pressi di Piazza Antica Reggia a Ischia. Dopo essersi ivi radunati all’ora concordata, i consiglieri hanno saputo che il notaio sarebbe arrivato con un certo ritardo, cosa che ha costretto i nove ad attendere in piazza: durante la mezz’ora d’attesa la presenza di tre quarti dei componenti del consiglio comunale lacchese nella piazza ischitana non è certo passata inosservata, e il tam tam mediatico si è inesorabilmente innescato, al punto che quasi in contemporanea con l’apposizione materiale delle firme i siti web dei media isolani avevano già pubblicato la notizia. Anzi, un piccolo disguido ha comportato un ulteriore ritardo: uno dei nove consiglieri non era stato inizialmente inserito nel documento, cosa che ne ha imposto il rapido rifacimento, prima delle rispettive sottoscrizioni. Poi, ieri mattina, l’atto burocratico che ha di fatto posto fine alla sindacatura di Giacomo Pascale. Il Barone si è comunque presentato in Municipio continuando a dedicarsi all’attività amministrativa, mentre arrivavano numerose le telefonate con gli attestati di stima da parte dei vari esponenti del mondo politico, non soltanto isolano, a cui Pascale rispondeva con un sorriso che non riusciva a nascondere l’amarezza per essere stato messo in minoranza dal suo stesso partito.

Negli uffici il lavoro continuava, mentre il segretario dottor Ciampi aveva già preparato i documenti che nella tarda mattinata ha poi trasmesso alla Prefettura. Quindi proprio in queste ore si potrebbe conoscere il nome del nuovo Commissario prefettizio, il quale, ironia della sorte, una volta insediato alla Torre dell’Orologio si troverà a dialogare con un “collega”, l’ex prefetto Schilardi oggi a capo del Commissariato alla ricostruzione post sisma. Le voci su una possibile incrinatura della maggioranza erano cominciate a circolare oltre un anno fa: la volontà di De Siano di tornare sulla poltrona di primo cittadino sembrava più un’evenienza in chiave 2020, senza che la consiliatura in corso subisse significative conseguenze. Invece, in questi dodici mesi la distanza tra il Senatore e il Barone si è sempre più ampliata, fino al punto da rendere impossibile il prosieguo dell’azione amministrativa. Secondo alcuni osservatori, Domenico De Siano non avrebbe visto di buon occhio il fatto che, durante il suo impegno post-sisma presso i vari livelli della politica locale e nazionale, Giacomo Pascale abbia evitato di rendere il giusto merito al proprio partito (e quindi a De Siano stesso) dei risultati ottenuti per il superamento dell’emergenza, preferendo cercare di coltivare le simpatie del Movimento 5 Stelle e della Lega, cercando dunque di fare “sponda” con altre forze politiche, magari anche in prospettiva di un eventuale “riposizionamento” in ottica extra-isolana, senza la dovuta “riconoscenza” per chi comunque gli aveva consentito di ricoprire il suo ruolo. Si apre dunque un lungo inverno di commissariamento per il paese del Fungo, in un momento comunque impegnativo dal punto di vista amministrativo.

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