CRONACAPRIMO PIANO

Se adesso il politico vuole fare l’influencer

Dopo le elezioni di Lacco Ameno, il “modello Pascale” ha fatto proseliti anche a Casamicciola e Ischia, scadendo spesso nella banalità a suon di slogan. La regia è sicuramente la stessa, forse anche la “matrice politica”. Ma tra qualche dubbio c’è una certezza: il teatrino social non sembra sortire gli effetti sperati

In principio fu Giacomo Pascale, poi a ruota vennero tutti gli altri. Il rischio di creare un effetto domino, maledettamente contagioso, è già un qualcosa di concreto. Quello di vedere la politica ridotta ad una serie di vacui slogan coniati da terzi per conto di consiglieri, sindaci o assessori che ormai hanno ceduto anche le password dei propri profili social agli spin doctor di turno (anche se il plurale non ci sembra appropriato, visto che il manico sembra lo stesso), è purtroppo un’altra triste conclusione del “teatrino” cui stiamo assistendo ultimamente. In cui alle volte succede anche – come spiegheremo tra poco – che chi pubblica un post, chi lo commenta e chi ringrazia delle “dolci parole” siano la stessa persona. Una pantomima che però per ovvi motivi non abbindola certamente l’isolano medio: qui non siamo su scala nazionale, ma in un piccolo lembo di terreno in cui bene o male ci si conosce tutti. E se un qualcosa è o meno farina del proprio sacco, ci vogliono cinque “nano secondi” per capirlo. Né più, né meno. Il risultato? Qualche sorriso e l’amara considerazione di quanto una nobile arte sia caduta decisamente in basso. E pensare che c’è ancora chi osa contestare la prima Repubblica.

Ma andiamo con ordine. Foto in pose più o meno alla Brad Pitt, dove cercare di sembrare trendy e figo a tutti i costi deve essere la prima regola sono state una delle chiavi di lettura della campagna elettorale di Giacomo Pascale, sostenuto da uno staff sulle cui qualità – e questo lo diciamo a scanso di equivoci – chi scrive non si permette assolutamente di sindacare. Il Barone, alla fine, ha vinto il suo braccio di ferro col senatore Domenico De Siano, lasciando una vera e propria impronta nel modo di comunicare via social che qualcuno evidentemente ha ben pensato di duplicare. O seguire, che poi è la stessa cosa. E così il “morbo” si è pian piano diffuso a Casamicciola per approdare fino a Ischia. Personaggi e interpreti del modello di emulazione, detto per inciso, sembrerebbero tutti riconducibili all’europarlamentare Giosi Ferrandino, ma probabilmente questo è soltanto un caso anche se – come diceva il mai troppo compianto e rimpianto Giulio Andreotti – a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina. Comunque succede che all’improvviso il modello Pascale inizi a fare proseliti. Parte a carro armato uno come Arnaldo Ferrandino, solitamente poco avvezzo a questo tipo di comunicazione, ma chi conquista nettamente la scena è l’ex assessore e attuale consigliere di minoranza Ignazio Barbieri.

Tra foto più o meno accattivanti scattate in posizioni panoramiche della cittadina termale, con il profilo migliore in vista, davanti ad un piccolo pc (che sembra spento, ma questo in fondo è un dettaglio, che volete che sia), qualche sfumatura di rosa che non sembra proprio un estremo richiamo alla virilità e alcuni sguardi ammalianti che paiono voler riprodurre una sorta di ipnotizzante “canto delle sirene”, la discesa in campo è dirompente. Slogan che si susseguono, appello a leggere, ascoltare diffondere e condividere una serie di post diventano un vero e proprio “must”. Nel quale poi, a un certo punto, si rischia pure di seminare il panico. Arnaldo, ad esempio, va giù pesante e parla di 72 milioni di euro “spariti” dopo essere stati destinati alle casse del Comune di Casamicciola. Il problema, senza voler offendere nessuno, è che il livello di fb negli ultimi anni è decisamente calato, insomma a frequentarlo non sono soltanto “menti eccelse”, tutt’altro. Così succede ad esempio che qualcuno cominci pure a interrogarsi su che fine abbiano fatto quei soldi. Sul serio, vi giuriamo che non stiamo scherzando, c’è davvero chi se l’è bevuta. Così come appena partono i buoni spesa ecco che arrivano i paladini di turno che invocano immediatamente l’intervento della guardia di finanza erigendosi a paladini della legalità. Dimenticando, o meglio fingendo di dimenticare, che le Fiamme Gialle non hanno certamente bisogno di “sollecitazioni” per fare verifiche anche a campione in questi ambiti e che anche nell’avviso pubblico si dice chiaramente che lo stesso viene trasmesso pure alle forze dell’ordine. Ma per un pugno di like in più si fa questo e altro.

Ad esempio c’è l’assessore che ne approfitta per ricordare che sono state sospese le strisce blu (operazione questa perlomeno virtuosa e da apprezzare), così come Giacomo Pascale che ama ricordare che 15.000 euro destinati alle luminarie – ovviamente nelle intenzioni – saranno devoluti sempre per i predetti buoni spesa, ma guai a postare ad esempio uno di quegli orrendi alberi di Natale noleggiati da una ditta di Melito. Per i quali è lecito sperare che a fronte di un investimento massimo di 12.000 euro ne siano stati spesi al massimo 1.000, trasporto compreso, altrimenti ci sarebbe davvero di che meravigliarsi. Ma il politico che fa l’influencer, ancora, serve pure per ricordare che a Casamicciola ogni famiglia ha diritto a un rimborso di 40.000 euro (che con i tempi che correre è un terno al lotto, altro che regalo di Natale), che finalmente dopo una settimana di pioggia è ritornato il sereno (così si evita di consultare meteo.it). Insomma, un gran casino, ma non finisce mica qui. Qualcuno pensa ancora che esistano “polli” che non si rendano conto dell’esistenza dei cosiddetti profili fake. Così succede a Casamicciola che il consigliere pubblica una notizia, il “fasullo” commenta contro l’esponente della maggioranza e lo stesso consigliere applauda. Tutto ovviamente gestito in maniera pezzotta perché, tanto per fare un nome e cognome (ovviamente fake) tale Franco Esposito non esiste e ormai lo hanno capito pure le pietre. Ma il patetico show deve andare avanti, per chiosare Freddie Mercury.

A qualcuno, però, lo spettacolo deve evidentemente piacere ed ecco che – con una capacità di diffusione paragonabile a quella del covid – il morbo della comunicazione social sbarca anche nel vicino Comune di Ischia. Dove il primo ad essere contagiato è Gianluca Trani, seguito a ruota da Maurizio De Luise. Per Giustina Mattera, invece, c’è la creazione di un profilo ad hoc e vai con foto e selfie con il Castello Aragonese alle spalle, terminologie complesse come “convulsioni demagogiche” che non sembrano proprio appartenere al bagaglio lessicale di chi le pronuncia, e foto magari seduti davanti a una scrivania con tanto di pc che fa sempre molto trendy. E gli immancabili slogan, ai quali pare proprio che salvo complicazioni o improbabili “redenzioni” dovremmo tutti rassegnarci. E allora nel chiudere, vogliamo affidarci alle considerazioni – sempre social, giusto per restare in argomento – del collega Salvi Monti, corrispondente da Ischia per l’agenzia Ansa.

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Il quale, facendo una riflessione sul dilagare della comunicazione via facebook da parte della politica, scrive: “Un segno tangibile dei tempi che cambiano, avremo la possibilità di sapere molto di più della cosa pubblica (che spesso pare affare privato di pochi) ma con una sola controindicazione: una volta bastava non frequentare le piazze del proprio paese se la politica era argomento indigesto, ora saremmo capaci di spegnere i social?”. Domanda intrigante ma che meriterebbe una discussione approfondita ma quello che colpisce non poco è il finale, il cosiddetto “post scriptum”, dove Monti si pone un quesito che si fanno in tanti (almeno quelli ancora capaci di avere un minimo di occhio e che non si fanno abbindolare in maniera così banale): “Chiedo per il solito amico curioso: ma i nostri politici on line vanno tutti dallo stesso grafico?”. Meditate, gente, meditate: in fondo alle volte, come diceva Tiziano Sclavi, la vita è tutta una finzione.

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