CRONACA

Amore, coraggio, le “sisters”: in memoria di Valentina Castagna

La storia di una donna, una figlia, una mamma, una moglie, una sorella nel ricordo intimo di chi l’ha amata. E di chi, ancora oggi, è “vicina” alle sue persone care così come quel dolore che non potrà mai passare

«Valentina è qui con me, con noi, la sentiamo vicina, ma il dolore non passa, è una ferita aperta che non si rimarginerà mai», è un sentimento comune ai suoi affetti più carii e a chi l’ha conosciuta. Valentina è ai piedi di questa montagna in mezzo ad un’isola squarciata a metà e ci guarda risalire a piedi verso casa.Non c’è giorno che il pensiero non corra a lei ripercorrendo a ritroso questi 365 giorni di disastro.A un anno esatto dall’alluvione che il 26 novembre 2022 devastò la parte alta di Casamicciola portando morte, distruzione e lutti,Valentina Castagna,è il simbolo di questa tragedia che ha ucciso intere famiglie è sepolto vite appena sbocciate. Valentina aveva solo 37 anni quando la furia della valanga, esondando dal canale del Celario non è riuscita ad immettersi nella Cava Fontana, travolgendo l’abitazione in cui viveva. L’ha travolta nel sonno, strappandola all’abbraccio dei suoi tre figli e di suo marito. 

Inutile cercare le parole giuste. Non esistono. Ripercorrere il dolore di certe perdite è uno strazio troppo grande.Eppure, il coraggio di questa donna, Valentina, deve essere eternato e raccontato perché sia testimonianza di vita oltre la morte. Farlo dall’esterno è impossibile, solo il sacrifico e la forza altrettanto grande di una sorella, può rendere.

La chiamano sorellanza. Un racconto doloroso di chi lotta perché vorrebbe custodirlo per sempre, intatto, proteggendolo e preservalodall’esterno, da chi mai potrebbe comprendere la profondità di certi legami. Una madre ti custodisce in grembo, ti nutre, ti plasma, ti dà la vita e quel cerchio indissolubile non si spezza mai. Ma una sorella è anche essa l’altra parte di te, il tuo specchio, la guida, è l’amore condiviso mentre si percorre unite la rotta verso il faro della vita. “Era mia sorella e sarà per sempre la nostra stella”, questa che vi stiamo per raccontare,attraverso il racconto segreto ed intimo di chi l‘ha amata, delle sue “sisters”cosi come amavano appellarsi a vicenda le sorelle Castagna, è la storia di una donna una figlia una mamma, una moglie, una sorella. Lei alla fine muore portandosi via tutto quel che di bello aveva donato a questo mondo con il suo essere. Ma la sua vita, la sua storia resteranno per sempre. Il suo terribile sacrificio grazie a quanti hanno avuto l’onore di conoscerlo e l’hanno amata correrà oltre i secoli e la tragedia. Un lutto che ha lasciato i familiari nella disperazione e chi ha creato shock nell’intera comunità. Erano tutti legatissimi, il collante è stato sempre l’amore e l’impegno di una donna splendida, Valentina, che aveva dedicato tutta sé stessa ai suoi cari, alla costruzione del suo ideale di mondo fatto di affetti e amore. Un miracolo che non è più iconografico dei nostri tempi distratti. 

«Valentina era molto riservata. Amava fino all’inverosimile la sua famiglia e se ne prendeva cura in ogni modo. Eravamo molto unite, ma allo stesso tempo ci esortava a non preoccuparci per lei. Non ha mai avuto paura, anche quando noi magari ponevamo qualche interrogativo insieme alla mamma. A lei piaceva stare a casa sua con la sua famiglia. Anche quel giorno quando si preannunciava pioggia e cattivo tempo con l’allerta meteo le chiedemmo cosa avrebbe fatto. Rispose che sarebbe rimasta a casa. Nessuno avrebbe mai potuto pensare che sarebbe andata così. Avremmo voluto tenerla con noi per sempre, almeno ancora un poco». Non è stato facile per le sue “Sisters”, traducendo in inglese il termine sorelle come amavano chiamarsi scherzosamente tra loro le sorelle di Valentina in casa Castagna, concedermi l’onore di raccontarlo.Di consegnare al mondo fuori, il racconto di che ha vissuto e continua a vivere giorni terribili dopo il disastro per cui non basteranno mai le lacrime a portar via il dolore e il dramma dei giorni passati nell’attesa in cerca di conforto e di una speranza che non arriveranno mai. Quella speranza si chiamava Valentina.

La storia di Valentina Castagna è il simbolo del coraggio e del martirio insieme è il braciere che arde in tutto questo fango. Per fare quello che questa donna ha fatto nella sua intensa seppur breve vita, ci vuole coraggio. Ancora di più in un paese incapace di offrire futuro, opportunità e prospettive. Valentina con tutta la sua splendida famiglia è stata portata via dalla furia della montagna quella maledetta notte del 26 novembre di un anno fa.I parenti erano riusciti a raggiungerla tra mille difficoltà e pericoli arrivando anche prima dei soccorritori: hanno provato a cercarli, a chiamarli anche col cellulare che sentivano squillare dal tetto della abitazione, ma nessuno ha risposto alle loro chiamate, né risponderà mai più. L’essenza di quell’essere oggi si fa monumento.

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La storia di questa ragazza e del suo amore è un libro sacro, testamento di vita.Lei ci ha regalato il suo amore, la sua famiglia, la sua vita, i suoi figli e l’amore eterno. Lei aveva provato a dare una speranza a questo paese costruendo la sua giovane e numerosa famiglia intorno ad un piccolo e difficile focolare qui a Casamicciola. Era rimasta scegliendo ancora questa terrache invece, senza proteggerla ha provato solo a toglierle tutto.La sua storia fatta di vita amore e sacrificio,però, resta. Il loro ricordo è la catena a cui ci aggrappiamo per non perderci.

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