CULTURA & SOCIETA'

Barano con la sua Proloco torna alle attività sociali e culturali: rivive l’auditorium divertendosi col teatro napoletano

DUE SERATE QUELLE DEL 15 E 16 APRILE SCORSI GIOIOSE E SERENE DI TEATRO AMATORIALE OFFERTE AL PUBBLICO ACCORSO NUMEROSO ALLA RAPPRESENTAZIONE – E’ STATA MESSA IN SCENA CON CORAGGIO E GRINTA UNA COMMEDIA PARTICOLARMENTE COMPLESSA, MA LEGGERA E BRILLANTE: “CAVIALE E LENTICCHIE”, SCRITTA NEL 1956 DA SCARNICCI E TARABUSI AUTORI NON NAPOLETANI - Gli attori sono stati tutti bravi, sia quelli che già avevano fatto esperienze di recitazione sia i giovani debuttanti. Hanno saputo con le loro interpretazioni mettere in evidenze le variegate caratteristiche dei personaggi, soprattutto gli aspetti comici. Sotto la guida di Crescenzo Versiero e Saverio Casciello, ogni attore ha dato il meglio di sé. Tra gli esordienti hanno spiccato Martina Lombardi, nei panni di Fiorella e Mattia Sirabella nelle vesti del giovane sensibile ed impressionabile Roberto. Tra i veterani particolarmente brillante è stata la performance di Elisabetta Mazzella che ha interpretato mirabilmente la figura di Maddalena

Con un chiaro e concreto messaggio propositivo la “Proloco Barano d’Ischia“ oggi presieduta da Caterina Iacono, il 13 agosto del 2019.poco meno di quattro anni fa, così ha esordito nel panorama delle attività sociali e culturali previste nel proprio programma delle iniziate in animo di intraprendere. Queste le reali intenzioni e subito messe in atto con l’impegno palese dei suoi esponenti: “Intendiamo investire fattivamente le nostre energie per favorire lo sviluppo turistico, culturale, sociale, ambientale, storico ed artistico del territorio tutelando e valorizzando le bellezze del paese”.

Il tempo appena sufficiente per mettersi alla prova, interrotto però dall’insorgere invasivo del Covid durato purtroppo circa tre anni. Oggi la ripresa alla grande già da gennaio scorso con l’evento nella Torre quattrocentesca di Testaccio, della giornata nazionale dei dialetti e delle lingue locali “ ‘Annanz ‘u Fucular a cuntà cunt”. Poi Marzo passato con la creazione di laboratori che si sono occupati della produzione del formaggio dove è emersa la voglia di tornare alle piccole cose, semplici e genuine, e del sapone naturale, quest’ultimo, fine a se stesso e anche con un occhio attento alla salvaguardia dell’ambiente. Al riguardo E’ stato utilizzato un olio esausto, cioè una materia prima seconda (MPS) con un doppio obiettivo: il rispetto e la protezione dell’ambiente e il recupero di materiali di scarto prodotti, reinserendo nel processo produttivo quelli che sarebbero diventati rifiuti dando loro una seconda vita. Infine da ultimo la cultura dello spettacolo da divertimento. Infatti, ci informa con dovizia di particolari la vice presidente della Proloco baranese Ersilia Conte, nell’auditorium dell’Istituto Anna Baldino, a Barano sabato 15 e domenica 16 aprile scorsi la Pro loco Barano d’Ischia ha offerto uno spettacolo divertente e significativo che ha coinvolto tantissime persone.

Dopo tre lunghi anni di assenza dovuti alle limitazioni del Covid, finalmente si è ritornati a far rivivere l’auditorium con una rappresentazione teatrale di rilievo. Sia nella prima sia nella seconda serata si è registrata una rilevante affluenza che ha determinato il tutto esaurito. Gli applausi scroscianti e ripetuti nonché i commenti positivi espressi al termine dello spettacolo da parte degli spettatori hanno evidenziato un notevole gradimento, nonostante le tre lunghe ore di durata della commedia. È stata messa in scena con coraggio e grinta una commedia particolarmente complessa, ma leggera e brillante: “Caviale e lenticchie”, scritta nel 1956 da Scarnicci e Tarabusi, autori non napoletani, che tuttavia hanno saputo valorizzare la trama della commedia con lo spirito tipico dei partenopei nell’affrontare le difficoltà della vita.

Nella commedia infatti si evidenzia l’arte di arrangiarsi tipica del popolo napoletano che sa nobilitare la pur difficile quotidianità quasi dimenticando le miserie che sono costretti ad affrontare per garantirsi il sostentamento. Aldo Giuffrè la tradusse in dialetto napoletano, Nino Taranto la portò in scena per la prima volta e divenne un suo cavallo di battaglia, curandone anche una versione televisiva. Oggi non è spesso rappresentata perché lontana dai ritmi moderni anche se il suo messaggio è sempre vivo ed attuale. Protagonisti della storia sono donna Maddalena e Liborio Lamanna che convivono ed hanno una figlia Fiorella. Nella misera casa vivono anche Caterina, sorella di Liborio e Filippo, figlio della prima moglie. Liborio è un personaggio particolare, filosofo ed artista, che si è inventato un mestiere inesistente, fa cioè “l’invitato”, imbucandosi alle feste della buona società intrattiene con la sua eloquenza gli ignari organizzatori del festino, e nel frattempo fa incetta di dolci e cibarie, ritornato a casa manda il suo amico-nemico Vincenzo a venderle ai ristoranti della città.

Attraverso le vicende dei tanti personaggi che intrecciano la loro vita con la famiglia Lamanna si ha modo di capire le conseguenze del voler essere ricchi a tutti i costi ma anche come a volte è tanto difficile comprendere e farsi comprendere da chi si ama. Liborio e Maddalena, infatti, vivono insieme da tanti anni senza mai comprendersi, senza mai riuscire a far percepire all’altro il proprio affetto, camminando lungo strade parallele senza mai riuscire veramente ad incontrarsi. Saranno le vicissitudini della vita a permettere il loro reale incontro che consentirà loro anche di sposarsi. Il Titolo della commedia sintetizza le differenze tra i due protagonisti, uno sognatore e lontano dalle reali problematiche della vita quotidiana e l’altra con i piedi ben saldi nella realtà che affronta la vita con rinunce e sacrifici. Gli attori sono stati tutti bravi, sia quelli che già avevano fatto esperienze di recitazione sia i giovani debuttanti. Hanno saputo con le loro interpretazioni mettere in evidenze le variegate caratteristiche dei personaggi, soprattutto gli aspetti comici.

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Sotto la guida di Crescenzo Versiero e Saverio Casciello, ogni attore ha dato il meglio di sé. Tra gli esordienti hanno spiccato Martina Lombardi, nei panni di Fiorella e Mattia Sirabella nelle vesti del giovane sensibile ed impressionabile Roberto. Tra i veterani particolarmente brillante è stata la performance di Elisabetta Mazzella che ha interpretato mirabilmente la figura di Maddalena, rendendo palese il messaggio che gli autori hanno voluto lanciare con la loro opera: la difficoltà di farsi comprendere anche da parte di chi si ama. Un plauso speciale va agli scenografi Michele Di Massa ed Antonio Cutaneo, che tra mille difficoltà logistiche hanno saputo realizzare un ambiente realistico che ricostruiva bene una povera casa napoletana gli anni ’50. Meritano una menzione ed un ringraziamento tutti i commedianti che per mesi si sono adoperati per la buona riuscita dello spettacolo profondendo impegno ed amore per il teatro, riuscendo a dare vita a tanti e variegati personaggi: Elisabetta Mazzella, Afredo Di Massa, Jacquelin Chiarastella Buono, Martina Lombardi, Anna Maria Agostino, Aniello Di Iorio, Michele Di Iorio, Crescenzo Versiero, Marco Vitolo, Salvatore Mattera, Caterina Iacono, Iolanda Iacono, Elio Filisdeo, Agostino Lombardi, Mattia Sirabella, Giovanni Iacono, Claudio Migliaccio, Saverio Casciello.

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Fotoricerca ed Elaborazione di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

Collaborazione: Ersilia Conte

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