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I giovani e la Politica

Di Mauro Iovino

È dibattito degli ultimi giorni – ed oggetto di approfondimento sul nostro giornale – il tema legato all’interesse o meno dei giovani e la Politica. (scrivo sempre Politica con la maiuscola perché essa è per me quella intesa nel termine più nobile del termine e non quella relativa al quotidiano mercimonio che si pratica ovunque).

Fino a pochi anni fa, quando i telegiornali annunciavano al “mondo” che alle elezioni in corso avrebbero partecipato centinaia e centinaia di migliaia di nuovi elettori speravo, auspicavo, sempre in una svolta che mai c’è stata! Piano piano ho capito perché questo non avveniva: perché i giovani italiani, i nostri giovani, non hanno cultura politica, non hanno preparazione, non seguono adeguatamente le vicende politiche del Paese ed ogni volta che andavano a votare, o facevano quello che gli dicevano i propri genitori oppure a votare alla fine non ci andavano.

Molti lamentano che è inutile andare a votare (tra le tante idiozie che si sentono di chi lo fa per libera scelta) perché tanto le cose non cambieranno mai.

È vero, difficilmente le cose cambieranno perché il sistema politico, il sistema di governo dei Comuni, è talmente strutturato che o ci si adegua nel seguire la massa altrimenti si finisce per essere una “canna al vento”. Per cambiare veramente qualcosa, per cambiare questo “sistema” che a tanti non piace bisogna guardare innanzitutto all’interno del proprio “io”. Solo vivendo in un determinato modo, con rettitudine, onestà e moralità, si potrà essere “sale del mondo”, diversamente nulla sarà possibile.

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I giovani vogliono ambire a cambiare la società e si lamentano che nulla cambia? Ma quanti di loro per superare le proprie difficoltà scolastiche non si sono affidati agli amici degli amici per ottenerne benefici? Quanti di loro non hanno chiesto piaceri a destra e a manca? Chi chiede prima o poi deve “pagare” il conto che il più delle volte si concretizza nel classico “voto di scambio”. Ed allora la colpa di questo mancato cambiamento a chi sarà attribuibile? Al politico o a chi ha elemosinato e chiesto piaceri?

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C’è ben poco da fare: il male della nostra società si annida sempre e comunque nella cosiddetta “raccomandazione”!

Anni fa sembrava che tale insulso sistema fosse alle spalle ma giorno per giorno constàto che è l’esatto opposto. La nostra società ormai vive di raccomandazioni. Dalla cosa più piccola alla più grande, è un continuo do ut des che contribuisce a consolidare il già granitico sistema politico (quello con la “p” minuscola) ma che danneggia la nostra società nel complesso, diffondendo nelle mille articolazioni di essa un deleterio sistema metastatico. Più di una volta ho appreso che ci sono persone che intendono fare “politica” prestandosi a recarsi presso gli uffici comunali per sbrigare piccole pratiche di certificati evitando al cittadino (il più delle volte non giovanissimo) di recarsi al Comune. Se questi sono alcuni dei sistemi per accaparrare voti come vogliamo che cresca il livello qualitativo delle persone che poi andranno a rappresentarci in consiglio comunale?

È vero, negli ultimi anni ci ha provato Grillo con il suo movimento a tentare di cambiare qualcosa, un movimento che dalla prima ora non mi è piaciuto perché fondato sul becero qualunquismo che ha messo insieme una moltitudine di persone impreparate (politicamente parlando) e prive di una cultura politica (fatta di impegno quotidiano) che ha creato solo un’accozzaglia di gente con ideali di “destra” e “sinistra” e che all’esame dei fatti (mancata alleanza con il PD di Bersani) poteva contribuire ad un concreto cambiamento dell’Italia e delle regole del gioco ed invece sulla base di una presunta integrità ha riconsegnato l’Italia all’inciucio. Ma oggi i giovani sono distanti dalla Politica anche perché questo mondo, appare incomprensibile, lontano e molte volte disattende anche le più banali aspettative. Sono cambiati i luoghi d’aggregazione, e l’indignazione è pressoché “social”,  quindi solo virtuale. Tutto questo contribuisce senza dubbio ad una sempre più ampia distanza tra i giovani e l’impegno politico, che in una società ideale dovrebbe essere una cosa naturale.

mauroilgolfo@gmail.com

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