CRONACAPRIMO PIANO

PARADISO PERDUTO

Esce il nuovo libro del geologo e conduttore televisivo Mario Tozzi, dal titolo “Oltre il fango. Una nuova visione per uscire dal rischio idrogeologico”: un intero capitolo dedicata a Ischia che viene completamente “asfaltata” e definita tra l’altro terra di anarchia urbanistica, di incuria, a rischio e finanche allergica all’idea stessa di prevenzione

Diciamolo subito, a scanso di equivoci. Con la nostra isola il feeling non è mai stato particolare e ce ne rendemmo conto anche all’indomani della drammatica alluvione del 26 novembre 2022. Poi, giusto per avere obiettività di giudizio, non nascondiamoci dietro a un dito e ammettiamo che anche noi ischitani senza dubbio le nostre colpe ce le abbiamo. L’impressione, però, è che ancora una volta le coltellate siano state inflitte al di là di quelle che possano essere colpe e demeriti. Il protagonista è ancora una volta lui: Mario Tozzi, geologo, saggista, autore e conduttore televisivo e anche apprezzato (ahinoi) divulgatore scientifico. Tozzi ha scritto una nuovo libro che si intitola “Oltre il fango, una nuova visione per uscire dal Rischio Idrogeologico (edito da Rai Libri, mica da una casa editrice di periferia). Ebbene, all’interno di questo saggio c’è un ampio capitolo dedicato proprio a Ischia e certamente non siamo davanti a parole al miele. Tozzi infatti usa espressioni trancianti come “isola a rischio”, poi ancora paradiso perduto e fa riferimento a quella che viene definita “anarchia urbanistica” oltre he terra “dei famigerati diritti degli abusivi”. Poi ancora espressioni come “cemento libero su ogni cosa”, “incuria come metodo”, “allergia all’idea stessa di prevenzione”. Insomma, come si dice in gergo, il buon Tozzi l’ha toccata piano

Prima delle inevitabili considerazioni, andiamo dritti al punto e nello specifico a questo capitolo dedicato all’isola verde che non a caso si intitola “Paradiso perduto” (non proprio il migliore degli spot, parliamoci chiaro). Scrive il geologo nella sua ultima opera: “Ischia è stata uno dei paradisi d’Europa per decenni, se non per secoli, e ha continuato a esserlo perfino dopo il terremoto del 1883 e l’alluvione del 1910. Ma oggi periodicamente assomiglia a un inferno, e le ripetute alluvioni con frane (la penultima del 2010) e il terremoto del 2017 lo testimoniano drammaticamente”. Poi il racconto è completato da una foto aerea del versante settentrionale dell’isola, una istantanea che serve a Tozzi per spiegare che in quest’area “la natura originaria è cancellata, sostituita da lacerti di paesaggio addomesticato, e l’ambiente è strapazzato”. Poi l’immancabile passaggio sull’abusivismo edilizio (giusto per essere originali, ndr) di cui Ischia viene definita “regina incontrastata”, seguita da un’altra perla lessicale nella quale si parla di “festival della bulimia costruttiva che ha pochi pari in Italia”, il tutto corredato sempre da quell’equazione matematica che vuole 27.000 pratiche di condono sospese a fronte di 60.000 abitanti. E niente, vagli a spiegare che molti di questi abusi riguardano lo stesso immobile o che in alcuni casi si tratta di piccoli ed irrilevanti ampliamenti. Da queste parti abbiamo capito che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, e il ragionamento va esteso ben oltre il buon Tozzi. Il quale, però, non vuol sentire parlare di strumentalizzazioni e/o luoghi comuni nelle sue esternazioni.  Nel suo libro elenca una serie di numeri partendo da Ischia che come Comune avrebbe quasi un terzo della sua superficie a rischio, passando per Forio, Barano e Lacco Ameno che presentano circa la metà del territorio esposta alla precarietà idrogeologica, per non parlare della martoriata Casamicciola dove sarebbero circa 3.000 i cittadini residenti che vivrebbero in una situazione tutt’altro che sicura. Eppure il geologo respinge ogni tipo di accusa: “«Dispiace ripetere queste parole, ma non sono dettate dal pregiudizio (peraltro, come nipote di napoletani mi sarebbe difficile) o da un malinteso senso di superiorità. Sono solo frutto dell’osservazione di quanto avviene ormai da decenni, e della rabbia di aver provato a farlo notare, ricevendone in cambio solo l’accusa di non amare l’isola o di essere un menagramo…».

Tozzi su Ischia, come ricorderanno i più attenti lettori, si era espresso già il giorno stesso della drammatica frana del 26 novembre, tirando immediatamente somme e conclusioni: “Il cambiamento climatico c’entra di sicuro: ci sono piogge più consistenti, ovvero più acqua in meno tempo. E questo è un elemento importante di cui tener conto. Ma non nascondiamoci: tutto il resto è colpa nostra. C’è degrado, ci si preoccupa del profitto, della stagione turistica e non della cura del territorio. Non c’è cura e manutenzione del territorio, e senza è tutto inutile”. Poi aggiunse: “in passato anche con precedenti governi sono state fatte cose buone, come quelle di recuperare denari come sei o sette miliardi per il dissesto idrogelogico ma poi, tranne che per due opere, i soldi non sono stati spesi. Allora di cosa parliamo? Manca una cultura del territorio, ci vuole una conoscenza maggiore. Tutte cose che a Ischia, sanno bene ma si dimenticano. La manutenzione non va fatta a primavera o in autunno  ma sempre, tutto l’anno. La burocrazia? C’entra, soprattutto quando sappiamo che per abbattere un edificio abusivo e pericoloso ci vogliono anche otto anni. Ma non dimentichiamo che queste cose sono in capo ai sindaci…” . Il nuovo libro di Tozzi, uscito lo scorso 31 ottobre, ruota attorno a un interrogativo: se il dissesto idrogeologico mette a rischio quasi il 94% dei comuni italiani e frane e alluvioni sono sempre più causa di devastazione e morte, è evidente la necessità di un deciso e repentino cambio di passo. Ma in quale direzione? Analizzando cause e soluzioni vere e false l’autore riflette su quali comportamenti virtuosi possano tamponare le manifestazioni della natura e su quali siano, invece, i comportamenti sbagliati, che possono solo peggiorare condizioni già al limite. Membro del consiglio scientifico del Wwf, Cavaliere della Repubblica Italiana, Tozzi, dal 2013 al 2023 è stato presidente del Parco dell’Appia Antica a Roma. Autore di numerosi libri, nel 2023 ha pubblicato ‘Perché il clima sta cambiando?’ per Einaudi Ragazzi.

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Antonio Bonnici

Tutti sanno tutto. Il silenzio regna senza se senza ma.

Michele Di Scala

Che credibilità ha uno che disse che la frana di Monte Vezzi era stata provocata dall’abusivismo edilizio e venne sputtanato da un vero ambientalista: il geologo Saverio Toma,il quale dichiarò la incompetenza totale del Tozzi,dimostrando che quella frana era stata provocata dall’uso dell’acqua di mare per spegnere gli incendi? Dispiace che il golfo dia ancora credito a certi personaggi squalificati che hanno il solo merito di godere di buona stampa. Quale è il gioco?

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