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Celario, la SMA riprende il cantiere e chiude il tratto stradale

Dopo il dilavamento dei giorni scorsi, la società partecipata regionale corre ai ripari ordinando il nuovo “start” ai lavori e i problemi causati dal mancato intervento all’area oggetto della frana

Dopo la grave situazione di rischio ed il dilavamento di enormi quantitativi di materiale terroso e fanghi dal cantiere SMA del Celario, la partecipata regionale corre ai ripari, o almeno ci prova, ed ordina l’immediata ripresa dei lavori e la chiusura delle strade crollate causa mancato intervento preventivo della società nominata ente attuatore delle opere di messa in sicurezza dal commissario Giovanni Legnini. Cosi la SMA Campania sull’Accordo Quadro su più lotti per l’affidamento degli interventi di messa in sicurezza per l’emergenza Ischia e i Lavori di rimozione dei materiali e trasporto presso i siti di deposito temporanei individuati sull’isola per tramite il  Direttore dei Lavori, Stefanizzi Maria Laura ora indica le cose da fare . Come si legge agli atti solo il 05 aprile 2023è stato emanato un provvedimento di aggiudicazione efficace nel quale si approvava la proposta di aggiudicazione del Contratto Quadro Lotto 2 all’O.E. Consorzio Campale Stabile di Appolosa (BN). Nelle more della stipula del contratto “si procedeva all’esecuzione anticipata delle prestazioni in via d’urgenza. In tale verbale si dava indicazione dei cantieri da iniziare ad horas: Alveo Negroponte/Fasaniello su via Ombrasco; II Traversa Santa Barbara”.  Ciò premesso il Direttore lavori ordina  al Consorzio Campale Stabile di “riprendere immediatamente i lavori presso il Celario; di provvedere a liberare la griglia a valle del canale del Celario per ripristinare il deflusso delle acque verso cava Fontana;Di chiudere la strada per impedire l’accesso ai non addetti ai lavori; di proseguire i lavori su via Ombrasco e, vista l’impossibilità di utilizzare il Pio Monte della Misericordia come sito di trasbordo del materiale su mezzi più grandi, di trasportare il materiale direttamente al sito di Forio aumentando il numero di vettori per non rallentare lo svuotamento”.

Bisognava sfiorare un’altra tragedia per attivare i cantieri?Invece che risolvere le emergenze, a Casamicciola, vengono acuite . Interventi fermi, inopinatamente e con grave nocumento per le comunità colpite, da settimane.Dopo tutti i guai combinati sin qui, l’evidenza dei fatti è sotto gli occhi di tutti e adesso si ordina la ripresa dei lavori. Intanto tra il 10 e l’11 maggio la via del Celario è crollata parzialmente a causa dei fenomeni erosivi causati dalle piogge e dal trasporto a valle, senza via dei deflusso, di tonnellate di terra dal cantiere SMA in quota nella zona di maggiore impatto della valanga del 26 novembre scorso. Ma c’è di peggio. Nel tentativo di risolvere la questione, maldestramente, il rimedio è stato peggiore del male. Infatti, rimossi, solo parzialmente i detriti dilavati sulla strada ed i piazzali sottostanti la zona di interesse, la buca realizzata sulla stessa strada Celario in prossimità dello scolo della montagna e di una griglia di raccolta, nella notte tra il 10 e l’11 maggio si è intasata, creando un effetto tappo e determinando ulteriori cedimenti del tratto stradale nel punto più a rischio. Il quantitativo di terra ammassato è tale che, i persistenti fenomeni piovosi, hanno continuato a trasportare tutta la notte materiali e prodotti sciolti. 

Siamo in testa all’Alveo Cava Fontana che conduce a Piazza Bagni. Una zona ad alto rischio sula quale ora incombono i detriti. Un intervento maldestro ottenuto, addirittura, solo dopo reiterate sollecitazioni e richieste di aiuto da parte dei cittadini a tarda sera, quando il Capo dell’UTC Mimmo Baldino è dovuto intervenire sul posto e il commissario Giovanni Legnini si è visto costretto ad inviare sulla zona la sua struttura commissariale tirata a lustri e con tanto di delegazione BEI al seguito che con tacchi alti e abiti d’occasione hanno sporcarsi le scarpe nel fango di Casamicciola.  Erano le 19,00 di mercoledi 10 maggio. Le richieste di aiuto dalla popolazione sono partite alle 13,00 dello stesso giorno. Persino l’UTC ed il Commissario ci hanno messo  sei ore per ottenere un operaio sulla zona brulicante di mezzi meccanici e scavatori fermi, senza chiavi o custodi. Altro che allerta, sala di protezione civile e squadre di caccia bombardieri pronti a salvare i cittadini in pericolo!A Casamicciola Terme ci sono stati 12 morti, le condizioni di rischio permangono ancora.Siamo in Emergenza, se qualcuno non lo avesse ancora compreso tra ditte, enti attuatori, tecnici, centri di competenza, commissari, scienziati e chi più ne ha più ne metta, in questo enorme circo chiamato “Emergenza Ischia” che al contrario dovrebbe essere un enorme cantiere aperto è funzionante sempre e dove, invece, troppo spesso gravitano troppi nani e ballerini. 

Quando mercoledì scorso è scattato l’allarme, ci sono volute addirittura sei ore per ottenere la presenza di un operaio in una zona zeppa di mezzi meccanici e scavatori fermi, a conferma di uno stato dell’arte oltremodo imbarazzante. Ecco perché occorre voltare pagina

Non c’è ne capo né coda in un gioco all’allegria democrazia dei rischi perpetrata ancora sulla pelle della gente realmente colpita. Rimuovete quel fango dal Celario, riaprite in sicurezza i borghi(tutti) alle comunità. Non ci sta niente da temporeggiare o attendere. Più fatti e meno chiacchiere. 

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