POLITICAPRIMO PIANO

GAUDIOSO SORRIDE: «ADESSO BARANO NON E’ PIU’ UN DORMITORIO»

Lunga intervista a Il Golfo del sindaco di Barano e consigliere metropolitano che spazia su diversi fronti sottolineando come il Comune collinare abbia “cambiato pelle” nell’estate 2023. Poi la problematica Cisi, i rapporti con la minoranza, la ricostruzione, Legnini, la sicurezza stradale. E poi la Regione e tanto altro…

Va in archivio una stagione decisamente strana, con un turismo nuovo e diverso anche ad agosto, un’isola che ha sofferto un calo di presenze ma che secondo molti ha beneficiato di un miglioramento in termini di qualità. Qual è il bilancio del sindaco di Barano?

«Beh, per quanto riguarda il territorio di Barano in particolare, posso dirti che siamo andati in sofferenza a inizio stagione anche perché il clima proprio non ci ha aiutato. Poi quando le cose sono cambiate il quadro della situazione è migliorato un po’ in tutto. Ritengo che chi lavori nel turismo non abbia avuto grossi problemi a far quadrare il cerchio: in fin dei conti hanno funzionato Maronti, Nitrodi e le altre nostre bellezze. Però, oggettivamente, lo “start” non era stato incoraggiante».

Quando si parla di Barano e turismo, inevitabilmente l’attenzione scivola sulla spiaggia dei Maronti. Molto spesso si è presentata con un mare bellissimo, qualche volta un po’ meno. Ma cosa fare per risolvere definitivamente questo problema?

«La domanda che poni mi dà l’occasione una volta di più per ribadire un concetto: abbiamo dimostrato da anni che, quando accadono certi fenomeni, dal nostro territorio non arriva nulla. Forse quest’anno qualche problema nella fase iniziale della stagione potrebbero averlo causato le forti piogge ma quando il fenomeno si è assestato ed arrestato il mare non solo è diventato pulito ma addirittura splendente. Ripeto, noi non possiamo intervenire in alcun modo visto che da noi a mare non viene gettato nulla».

Barano prima era anche un po’ ironicamente definito un paese dormitorio, da qualche tempo siete riusciti a catturare le attenzioni dei giovani anche con eventi e spettacoli. E, soprattutto, con una spiaggia dei Maronti capace di trasformarsi in un tempio della movida. Come mai questa inversione di tendenza?

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«Hai detto bene, prima quando si parlava di Barano si diceva che qui si veniva solo a dormire. Abbiamo cercato, insieme ad una serie di imprenditori, di solcare nuovi orizzonti sempre nel rigoroso rispetto delle regole e senza creare problemi ad altri. Volevamo un cambiamento, credo siamo riusciti ad ottenerlo. Ricordo a me stesso che anni fa la spiaggia dei Maronti chiudeva alle 7 di sera e più in generale a quell’ora si “spegneva” il paese. Adesso sull’arenile è rifiorita la ristorazione ed ha funzionato anche qualche forma di intrattenimento rivolta ad un pubblico più giovanile. Una novità apprezzata dai baranesi, dagli isolani ma anche da tantissimi turisti e questa è una cosa che inorgoglisce non poco».

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E poi è tornata a risplendere anche la pineta, con due serate divenute memorabili…

«Già l’anno scorso, ad onor del vero, era partita qualche iniziativa. Quest’anno poi la pineta si è rifatta il look grazie ad un apprezzabile intervento di riforestazione che presto porteremo a compimento. Ci sono state alcune serate organizzate insieme ai privati che hanno riscosso un successo andato al di là di ogni più rosea previsione. Una formula che ha funzionato e che non a caso pensiamo di riproporre anche in futuro: insomma, non solo Maronti ma anche il polmone verde…».

C’è una patata bollente con cui fare i conti: Alessandro Condurro ha detto a chiare lettere di voler lasciare l’EVI: qual è a suo avviso la strada che dovranno percorrere adesso i sindaci isolani?

«Non c’è alcuna alternativa alla creazione di un nuovo consiglio d’amministrazione. Tra l’altro quest’organismo era presente anche in passato, una volta usciti dalla liquidazione non si tratterebbe che di ripristinarlo. E poi è anche previsto dallo statuto: insomma, per giusta logica non si potrà che arrivare a questo. Per il resto non c’è da rimanere sorpresi di quanto accaduto: Condurro aveva detto che il suo incarico era a tempo, adesso è giusto andare avanti».

Com’è cambiata la geografia politica isolana con l’elezione a sindaco di Giosi Ferrandino e Stani Verde?

«Mah, credo che in questo momento non debbano interessare colori o appartenenze politiche, abbiamo davanti a noi tematiche rese ancor più complesse dai drammatici eventi del novembre 2022. Bisogna andare avanti tutti insieme, d’altronde quando si ricopre un ruolo istituzionale non bisogna guardare agli schieramenti, quello lo si fa in campagna elettorale. Oggi, piuttosto, è la fase nella quale sedersi a un tavolo con tutti e ragionare, inutile pensare a sterili “muro contro muro” che altro effetto non produrrebbero se non quello di danneggiare i cittadini. A Casamicciola come a Forio il popolo ha fatto la sua scelta e questa va assolutamente accettata e rispettata».

A proposito, si dice che i vecchi dissapori con Giosi siano ormai alle spalle e che il feeling sia di nuovo eccellente: può confermarcelo?

«Resto perplesso di fronte a questa domanda. Io personalmente non ho mai avuto problemi con Giosi, anzi quando si è candidato nel limite delle mie possibilità l’ho anche sostenuto ed alla stessa maniera lui si è comportato con me. Ci siamo sempre confrontati senza alcun problema, non ci sono mai stati dissapori».

Ai processi di ricostruzione post sisma e frana guarda tutta l’isola con attenzione. Posso chiedere un giudizio sull’operato del commissario Legnini?

«Il commissario Legnini, a differenza di altri, ha creato due binari paralleli con due strutture separate. Una l’ha posizionata all’interno del Palazzo Reale con una serie di tecnici che seguono e monitorano gli eventi. Lui, invece, quando serve si reca direttamente a Roma per affrontare una serie di questioni, difficoltà e problemi più importanti cercando di ottenere risposte non soltanto per i Comuni interessati dagli eventi calamitosi ma per l’intera isola. E’ ormai un esperto del settore, io non ho avuto modo di lavorare con gli altri ma la differenza si nota: Legnini ha impresso un’accelerazione su tutto, mi piace questo suo modo di lavorare anche perché non è facile – anche dinanzi ad emergenze del genere – districarsi tra le maglie della burocazia».

Che valore ha la proroga dello stato di emergenza per un anno?

«In questo momento non c’era alternativa, andava fatta per forza. Siamo ancora in alto mare, abbiamo ancora persone in mezzo ad una strada, davvero non poteva andare diversamente. Me l’aspettavo, ripeto, era un qualcosa di praticamente automatico e scontato. E’ giusto che sia andata così, credo possa servire ad aiutare tutti a risolvere una serie di problemi».

Tra poco arriverà l’inverno e ci accorgeremo ancora una volta che su problematiche come sanità, trasporti e altro avremo gli stessi problemi di sempre. Perché rimane tutto fermo e non si riesce mai a migliorare?

«Non è così semplice, ci sono delle questioni oggettivamente davvero difficili da risolvere. Il problema della sanità, ad esempio, credo non riguardi più soltanto Ischia ma sia diventato addirittura nazionale. Non si riescono a reperire più i medici in ospedale ma nemmeno sul territorio, quelli di base ormai stanno andando tutti in pensione. Per coloro che da Napoli dovrebbero venire sull’isola c’è un dispendio di energia maggiore ed allora quando possono scegliere restano volentieri in terraferma. Ricordo che in un passato anche abbastanza recente l’ex direttore generale dell’ASL Napoli 2 nord faceva bandi ad hoc per Ischia che puntualmente andavano deserti: che dire, mi auguro aumenti il numero degli iscritti alla facoltà di Medicina e che mutino certe restrizioni come peraltro sta iniziando ad accadere. C’è bisogno di più medici, questo aiuterebbe anche l’isola».

Quanto ti pesa il fatto che ultimamente Barano sia passato come il Comune che non ha a cuore la sicurezza stradale?

«Rispondo che assolutamente non è vero, prova ne sia in primo luogo il fatto che abbiamo messo in sicurezza le strade dissestate. E’ vero, in alcune arterie i cittadini sono un po’ spericolati e corrono ma credo che poi bisogna fare anche i conti con la realtà».

In che senso?

«L’ingegnere Sarno della Città Metropolitana – che, ricordo, ha competenza su gran parte della rete stradale isolana – ha scritto che alcune cose non si possono fare. Ad esempio ha chiarito che non è consentito installare i cosiddetti dossi alti. Nemmeno si può pensare di incorrere in situazioni di sinistri diversi, dobbiamo seguire la legge e non certo andargli contro. Per quanto riguarda gli autovelox, stiamo monitorando quello che sta succedendo altrove, mi sto confrontando anche in terraferma. E’ chiaro che non ci troviamo davanti soltanto a un problema di costi, ma anche di possibili ed elevati contenziosi che possono condurre a difficoltà di bilancio. Ripeto, in alcune strade del territorio qualche problema c’è ma per risolverlo non possiamo inventarci le cose e agire in modo fuorilegge».

Quali sono i benefici che ha portato all’isola Gaudioso da quando è consigliere della Città Metropolitana?

«Antepongo i fatti alle parole, di norma non amo sottolineare quello che ho fatto per Barano e per l’isola, ma visto che me lo chiedi ricorso in primis che un bel po’ di fondi sull’emergenza post frana sono stati messi a disposizione: da subito stanziammo 1 milione di euro. Poi abbiamo bandito una gara da 5 milioni sul costone dei Maronti, poi il progetto da 2 milioni per una scogliera con che credo partirà a giorni. Per la pulizia delle strade, poi, adesso sull’isola abbiamo una ditta che viene tre volte l’anno: ricordo anche a chi legge che dal 2018 al 2020 dovevamo intervenire noi pur pagando una quota della tariffa dell’igiene urbana alla Città Metropolitana, adesso le cose sono davvero cambiate. Ma soprattutto siamo stati presenti con uomini e mezzi quando si creò la spaccatura della strada all’esterno del Pio Monte della Misericordia: in quella circostanza l’intervento lo ha realizzato la Città Metropolitana senza porsi il quesito del perché si fosse creata quella crepa e se dunque responsabilità e competenze andassero ricercate altrove».

La minoranza continua a non risparmiare critiche all’operato suo e dell’amministrazione che presiede…

«I cittadini lo sanno bene, non scendo in polemica con la minoranza. Loro svolgono il proprio ruolo, io amministro il paese per la seconda volta come stabilito democraticamente dai cittadini nel 2021: a fine mandato la gente sarà chiamata a giudicare e si regolerà nel modo che riterrà più opportuno. Ma oggi la polemica non tira più, chi dovrà promuovere o meno il nostro lavoro vuole vedere i fatti. E a me i baranesi sembrano contenti…».

Sei tra coloro che pensano a una candidatura alle prossime elezioni regionali e più in generale quanto ci sarebbe bisogno di un rappresentante isolano anche a Palazzo Santa Lucia?

«Se uno lavora bene, il rappresentante dell’isola serve dappertutto, se invece si va per perdere tempo allora diventa inutile. E’ chiaro che una candidatura non è semplice da rendere competitiva, un consigliere regionale non si elegge soltanto a Ischia ma serve una rete forte anche su Napoli. Io candidato? Al momento penso a fare il sindaco e il consigliere metropolitano nel miglior modo possibile, poi faccio parte in terraferma di un gruppo forte e rappresentativo, le decisioni le prenderemo collegialmente».

Cosa manca ancora all’appello tra i progetti che ti sei prefissato da sindaco del tuo paese?

«Sto lavorando molto su Olmitello e non parlo solo di mettere a posto il costone. Il mio vero obiettivo è quello di tirare fuori la sorgente, ormai abbandonata da oltre sessant’anni. Ci sono riuscito per il complesso Baldino a Fiaiano e non ti nascondo che mi auguro di riuscire anche in questa operazione che gioverebbe non soltanto a Barano ma all’intera isola. L’esempio di Nitrodi è davanti agli occhi di tutti: oggi è un parco termale diverso dagli altri, unico nel suo genere, capace di affermarsi a livello nazionale ed internazionale».

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