LE OPINIONI

IL COMMENTO Il tassista e la turista americana

DI LUIGI DELLA MONICA

Qualche tempo fa, il coordinatore di questo giornale titolava “Ischia nella m…”, parafrasando le parole del microtassista che si era imbattuto per incarico del Grand Hotel “Mezza Torre” nelle ire del collega “rivierasco”, esercente la sua licenza nel comune di Ischia. Valutiamo le premesse giuridiche economiche ed istituzionali del conflitto. L’isola notoriamente è divisa in sei circoscrizioni comunali, dotate di piena autonomia funzionale e gestionale dei territori di competenza, con sei primi cittadini e conseguenziali strutture organizzative, ivi compresi sei uffici permessi e licenze, che conferiscono agli aspiranti i patentini di tassisti. I diritti ed i doveri delle tratte intercomunali sono ben chiari a tutti, cittadini, forestieri, istituzioni: all’interno del comune di emissione della licenza un taxi può condurre persone e bagagli illimitatamente; se il passeggero richiede un accompagnamento fuori circoscrizione comunale il vettore è tenuto ad accettare, ma deve una volta ultimata la corsa fare ritorno alla propria “madrepatria”. Suona stridente che una isola così grande e piccola allo stesso tempo debba gestire sei piccole sottoisole, che anziché snellire e velocizzare l’efficienza dei servizi pubblici di trasporto in regime di convenzione cagioni degli episodi così imbarazzanti come quello accaduto alla turista americana qualche tempo addietro.

Peraltro, senza voler essere ripetitivi rispetto al primato di marketing che nel Mondo hanno le immagini di Capri e Sorrento, dobbiamo essere grati al “tour operator” che ha suggerito alla signora in questione di visitare oltre alla costiera amalfitana la nostra meravigliosa isola. Non dimentichiamo che nel lontano 2003 Raul Bova partecipava ad una pellicola americana intitolata “Sotto il sole della Toscana” che venne girata fra le colline senesi, precisamente Cortona, e Positano, con protagonista principale la bellissima Diane Lane: sono queste le icone degli abitanti degli States, non illudiamoci, perché i tempi di Burt Lancaster, Liz Taylor, Jackie Onassiss sono passati e stati sciupati da mentalità turistico recettive che devono essere rinnovate nel post covid. Senza divagare, per tornare al commento dell’episodio specifico, si è generato un isterico disservizio dell’ospite anglofono, poiché l’Hotel Mezza Torre, struttura di extra lusso operativa nel comune di Lacco Ameno, nel medesimo comune di destinazione della signora americana, ha chiamato il sig. Impagliazzo per prelevare la sua ospite al porto d’Ischia. Ecco l’ira del collega di Ischia: sul territorio della Amministrazione di Via Iasolino i passeggeri spettano, come bestie da soma e\o merci di scambio, soltanto ai tassisti aventi licenza in loco. Di qui le modalità poco ortodosse dello strattonamento della valigia, come ho appreso dai precedenti articoli della stampa ischitana e la decisione della signora, a quanto riferiscono voci di paese, di abbandonare l’isola, tanta la indignazione e lo spavento.

Ho letto una presa di distanza del sindacato di categoria e, per carità di Dio, non contesto, ma mi meraviglia una cotanta velocità nel lasciare solo l’autore del gesto, senza approfondirne le radici. Non preoccupatevi, non sto a propinare teorie spicciole della colpa collettiva e\o della società malata, cattiva, brutale… no di certo. Mi sorprende che, al di là delle utopistiche – ahinoi utopia che sull’isola sembra la parola imperante – idee di riconversione energetica in pannelli solari, comune unico, siti UNESCO, non si sia pensato nelle sedi opportune di creare una conferenza di servizi, un consorzio, una convenzione intercomunale per disciplinare il servizio dei trasporti terrestri isolani, con licenze uniche e tariffe predeterminate. Questi accordi dovrebbero inoltre tenere conto di quella che la Comunità Europea configura “abuso di posizione dominante”. Sfugge soltanto ad alcuni, perché credo che nella stanza dei bottoni si sappia scientemente, che i tassisti degli imbarcaderi di Ischia città e Casamicciola Terme sono avvantaggiati per il numero dimensionale di passeggeri da accogliere, in ragione delle aree portuali di collegamento con la terraferma, che sono presenti soltanto in piccolissima parte in Forio d’Ischia ed assenti in Lacco Ameno, Serrara Fontana e Barano d’Ischia. Questi ultimi due comuni i cui tassisti, Sant’Angelo a parte, avrebbero dovuto svolgere la funzione di scortare i villeggianti delle parti più fresche della collina verso l’area bassa del centro della movida notturna, di cui è esempio la fiction “l’Amica Geniale”.

Ma ancora un dato ultimo, ma non per ultimo, pur rendendomi conto dei cambiamenti climatici, i quali impongono l’utilizzo dell’aria condizionata a bordo, mi rammarica della scomparsa dei microtaxi “Apecar” che nel boom economico della Piaggio e dell’epoca del “Cummenda” vennero studiati e progettati appositamente per l’isola e celebrati nelle pellicole ambientate a Ischia (Vacanze a Ischia, Ischia operazione amore, Incontro a Ischia…); una recente comparsa l’antico triciclo ha fatto, per trasportare Ezio Greggio ed Anna Falchi, nel remake dei fratelli Vanzina versione ischitana 2008 del vecchio ma divertentissimo film con Alberto Sordi, Racconti d’Estate 1958. Si parla ossessivamente della Ischia degli antichi fasti, ma sembra che molti isolani ignorino che a Capri ed Anacapri vi sono auto decappottabili “Fiat” con carrozzerie e colori appositamente destinate al servizio dei cugini azzurri. Ancora, la tratta Anacapri-Faro e viceversa, (la spiaggia del faro è bandiera blu) viene gestita da un privato in regime di concessione pubblica, integrando le carenze del servizio automobilistico locale a vantaggio della utenza. Sono stato adolescente negli anni ’90 e posso testimoniare che l’isola intera era percorribile ad orari fissi e rigorosamente rispettati dalla SEPSA, oggi EAV, e che vi era una coesistenza fra micro carrozzette e taxi di nuova generazione che hanno completamente soppiantato le prime, rimaste una nicchia di pochissimi e per lo più richieste nei matrimoni. Lo zoppicare della EAV è noto a tutti per la procedura concorsuale subita, per cui proprio in questa carenza contingente si sarebbe potuto intervenire con un sistema unico di servizi taxi per l’isola, ancor di più in epoca covid: io stesso per motivi di protezione dai rischi contagio ho incrementato l’utilizzo delle vetture private concessionarie, devo dire con grande soddisfazione e beneficio. Un’ulteriore benefit di reperimento clientela dei titolari di licenza sui territori ischitani e casamicciolesi si svolge in inverno, allorquando le condizioni meteo avverse portano i pendolari a cercare disperatamente un taxi quasi sottobordo, dopo lo sbarco.

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Pertanto, al di là di titolare “Ischia nella m.” bisogna intavolare una trattativa istituzionale fra i sei comuni concedenti, i rappresentanti dei titolari di licenza taxi, la Regione Campania per creare una disciplina univoca del servizio, tenendo conto di disomogeneità territoriali ed esigenze di reddito dei lavoratori in funzione del benessere degli utenti, isolani, pendolari, stagionali e turisti. Mi rincresce stigmatizzare la disattenzione dei sindaci, ovvero delle rappresentanze di categoria, ad un qualsivoglia tentativo di formulare scuse alla turista malcapitata. Un invito in Municipio, una cerimonia di accoglienza in nome della proverbiale ospitalità isolana, che esiste e non è una chimera, un telegramma di scuse al Consolato americano in Napoli: sarebbero stati gesti diminutivi dell’incidente, ma avrebbero condotto ad un percorso di pacificazione degli animi e di riabilitazione dell’immagine turistica del “brand” Ischia. Amare Ischia non è uno slogan, ma è uno sforzo di portare avanti i piccoli gesti di buona volontà, uscendo fuori dai nocivi campanilismi.

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