CRONACA

CARI DE CHIARA E D’AMBROSIO RIPULITE L’ISOLA VERDE, PER DAVVERO!

Strutture edilizie abusive, abbandonate al degrado, che deturpano l’Ambiente ischitano. Baracche marcie, sopraelevazioni sospese al grezzo, ville da demolire e fabbricati fatiscenti che attendono… L’Apocalisse! Un orrore senza fine made in Ischia. E gli ex magistrati scendono in campo

Viva i Comitati sorti in difesa del Territorio Isolano, viva i difensori del Verde e dell’Ambiente, viva De Chiara che ritorna a Ischia privo di clava e martelli pneumatici, ma armato di buona volontà e di sacro furore contro l’abusivismo edilizio che è scemato (in picchiata) grazie alla guardia alta tenuta -con un ritardo di appena cinquant’anni- dai sei Comuni isolani messi con le spalle al muro dai…mutui milionari da contrarre per abbattere …tettoie, palizzate, localucci tecnologici, terrazzi, balaustre e qualche manufatto più “importante” protetto a tutti i livelli e capitato per disgrazia fra la minutaglia da demolire, forse, alla fine del Terzo Millennio! Benvenuti a tutti quanti, ma badate che qua non c’è più niente da costruire, ma ad abbattere mostri sospesi, quelli sì che ci sono, in carne ed ossa, anzi solo con gli scheletri di mattoni, di pietre di tufo e di solai privi perfino dei massetti di pendenza per il deflusso delle acque meteoriche! Sono quei manufatti sequestrati all’epoca di matusalemme, non beneficiati di condoni spesso fasulli e “abbandonati” al degrado più iniquo dai proprietari, verosimilmente “pentiti” per il malfatto!

GLI ANNI DEL SACCO EDILIZIO

Giudice Ambrosio

Tutto ha inizio con la mattanza di cemento selvaggio degli anni Settanta e Ottanta, quando l’intero territorio isolano fu sottoposto ad un attacco concentrico da parte di speculatori forestieri, di imprenditori locali e da chi approfittava -del momento favorevole- per costruire una casetta di cinquanta metri quadrati per necessità abitativa. Concorsero in questa immane e insana distruzione del territorio l’intera società civile isolana, con in testa sindaci, tecnici comunali, forze dell’ordine e perfino il…Mandamento, all’epoca capeggiato da un pretore deviato, in pianta stabile a Ischia nella dimora dell’ing. Franco Tiscione. Le cause per abusivismo edilizio occuparono in quegli anni il novanta per cento dei processi trattati dalla Pretura e molto spesso si esaurivano con strabilianti archiviazioni, condanne molto condiscendenti, ma soprattutto con “ripristini dello stato dei luoghi” affatto eseguiti grazie alla complicità dei Comuni e alle provvidenziali leggi di sanatoria che congelarono gli abbattimenti, ma non diedero ai richiedenti nemmeno uno straccio di Condono edilizio (peraltro pagato con oneri varii), fatta eccezione per quelle pratiche illegali di sanatorie fasulle emesse temerariamente da alcuni Comuni isolani incoraggiati (per qualche tempo) dal… “silenzio-assenso” della Soprintendenza!

Aldo De Chiara

Come si può notare ci fu un guazzabuglio memorabile, con gli ambientalisti sul piede di guerra, ma inesorabilmente contrastati da avvocati innocentisti, amministratori comunali conniventi con gli abusivi e qualche magistrato molto “comprensivo” anche con i peggiori ceffi di speculatori nostrani e continentali. Molti fortunati se la cavarono ricorrendo ai soliti maneggioni che in terraferma (vedi Centro Direzionale) si destreggiavano molto bene nell’imbrogliare le carte processuali (vedere per tutti le “imprese” di quell’avvocato baranese finito in galera per aggiustare alcune cause per abusivismo edilizio) e raggiungere prescrizioni, archiviazioni e condanne miti da far pagare, naturalmente, molto salato a committenti privi di scrupoli!

COME FUNZIONA L’ABUSIVISMO ALL’ESTERO

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Non tacciatemi di esterofilia se ricorro ad un esempio di abusivismo francese consumato sulla Costa Azzurra – esattamente a Nizza – città natale di Garibaldi e fiore all’occhiello del turismo francese di qualità! In questo angolo di paradiso vi abita un mio cugino nato in questa città di mare da uno zio emigrato nel periodo fascista perché perseguitato dai caporioni ischitani con gli stivaloni, il fez e la mano tesa alla maniera “romana”! Il mio parente stretto, classe 1942, in uno dei suoi rari viaggi in Italia e segnatamente a Ischia, parlandomi di abusi edilizi, mi confidò che a Nizza, dopo analoghe tristi esperienze nostrane, per salvare il Turismo e l’Ambiente francese vararono leggi draconiane contro cemento selvaggio che diedero i loro frutti dopo un paio d’anni di severi interventi demolitori. Gli speculatori misero la testa a partito e dimenticarono i mattoni, il cemento e le…mazzette (tutto il mondo è paese!) che avevano corrotto tecnici, politici e perfino ampi settori della magistratura! Quelle poche case costruite con Licenza Edilizia furono misurate con il metro e con i centimetri e perfino gli alberi -da piantumare obbligatoriamente- furono contati e fotografati con esasperante pignoleria! Non si tratta di una invenzione estemporanea ma della famosa “Legge De Gaulle” che somigliava più ad un bollettino di guerra che a una pianificazione urbanistica da stringere o allargare secondo l’importanza del…cliente da affrontare!

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Michel (il nome di mio cugino) è tornato a Ischia dopo molti anni di vacanze trascorse sulle Alpi francesi ed è rimasto “inorridito” per il degrado del territorio, l’attacco indiscriminato ai centri storici, lo sfregio inaudito all’Ambiente e il luridume edilizio, “in piedi al grezzo”, disseminato nei sei Comuni isolani e chiaramente protetto a tutti i livelli attraverso un insano immobilismo e una correità amministrativa che avrebbero dovuto promuovere -da alcuni decenni- una sacrosanta inchiesta penale a largo raggio, come -mi assicura il mio parente- fu fatto in Francia per debellare il male endemico di un abusivismo edilizio dai connotati distruttivi. Partito Michel – dopo averlo salutato con la “faccia tagliata” – mi sono sentito in dovere di verificare le sue doglianze (che ahimè conoscevo fin troppo bene e inutilmente segnalate in varie occasioni) e confesso che, dopo aver approfondito il triste Tour ischitano, ho provato vergogna e umiliazione per lo scempio che è sotto gli occhi di tutti (guardare la panoramica fotografica per credere!) -associazioni ambientaliste comprese- e che non desta la benchè minima riprovazione da parte di quelli che vivono di Turismo, di Accoglienza, di Termalismo e che sono impegnati da mattina a sera a distribuire depliant illustrati bugiardi e siti internet ripuliti di tante brutture.

Il lavoro certosino eseguito in tutti i Comuni isolani ha dato risultati incredibili. Non parliamodi costruzioni abusive completate e funzionanti, di alberghi con migliaia di metri quadrati in eccedenza, di fabbricati a quattro…cinque piani, di ville costruite sugli …scogli di Punta Caruso, di interi villaggi a Mezzocammino, nel bosco di Zaro, sulla Litoranea di Casamicciola, sulla Spiaggia dei Maronti, nel Maschio del Castello Aragonese; no, qui parliamo di fabbricati sospesi al grezzo da trent’anni a questa parte, di sopraelevazioni eseguite da “intoccabili”, di capannoni schifosi che deturpano rigogliose aree verdeggianti, di ville a due piani con le pietre di tufo giallo esposte agli agenti atmosferici, di case realizzate a mattoni cotti sul ciglio di strade principali e perfino scheletri in cemento armato, con i pilastri corrosi e i solai sul punto di cedere.

Il più clamoroso “grezzo sospeso” è certamente il parcheggio nella Siena Scalfasti, a Ischia Ponte di Santaroni & Company giunto ormai al decimo anno di guerra totale fra autorità remissive e in forte ritardo repressivo e la Società “Turistica Miramare” titolare di una Concessione Edilizia per la costruzione di un parcheggio pluripiano con annessa sala polifunzionale cofinanziata dall’Unione Europea nel quadro della gettata di confetti anche a quei privati con le giuste entrature. Miliardi di vecchie lire con i Fondi Por, e ad esaurimento della montagna di milioni di euro sganciata da questa schifezza di Europa, altro finanziamento a carico di un Istituto di Credito che reclama il…maltolto! Per completare questa fabbrica di san Pietro ormai vituperata anche dal Padreterno per gli sconci, le brutture, le abusività, e il malanno piantato alle porte del centro storico del Borgo di Celsa da personaggi che a Ischia ritornarono dopo anni di assenza per concludere affari alberghieri con una struttura antica devastata e un albergo a sei piani costruito sul Demanio marittimo da personaggi inconfessabili nel corso degli anni Sessanta. Conosciamo l’intera storia di questo parcheggio per la montagna di articoli di stampa scrittisulle imprese dei Santaroni, “prosciugatori” di sorgenti termali affiorate dal sottosuolo perforato dagli escavatori, “inquinatori” della spiaggia di Terrazappata, “violatori edilizi” per consistenti difformità planovolumetriche e, dulcis in fundo, responsabili verso l’Unione Europea per non avere completato le opere cofinanziate. Un lungo braccio di ferro con il Comune di Ischia -che concesse improvvidamente ai Santaroni anni di proroghe per portare a termine i lavori- hanno finalmente conosciuto lo scontato capolinea del sequestro del Cantiere e l’Ordine di abbattimento delle opere ritenute abusive dall’UTC. La battaglia si è spostate al Tar Campania che dovrà decidere su tutta la poco edificante faccenda che ha arrecato soltanto danni al Turismo e alla mobilità degli isolani.

ISCHIA E IL DEGRADO EDILIZIO

Proterva, ammuffita e cinica, non se ne dà per inteso con le pietre gialle di tufo esposte al pubblico ludibrio, a due passi dalla carreggiata di via Morgione. Due piani e centinaia di metri quadrati di superficie coperta: il grezzo ripugnante sta lì – intoccabile- da trent’anni a sfidare paesani e forestieri in quell’esercizio che va sotto la nomenclatura tanto cara ai politici con la lingua biforcuta: “Interesse Pubblico”…all’incontrario! In parole povere quella mostruosità va abbattuta. Punto e basta! A Pochi passi dagli archi dei Pilastri ce n’è un altro di questo manufatto con le ossa esposte…. all’ammirazione dei passanti; un grezzo con i forati rossi e l’arroganza di chi se ne frega di tutto e di tutti. Sta lì, sul ciglio della strada Michele Mazzella, “protetto” da tutti i sindaci che sono passati per via Iasolino, incuranti degli abusi, degli sfregi, della tracotanza e del famoso “interesse pubblico” spesso sbandierato per i c… propri! Questo Itinerario della Vergogna prosegue per via dell’Amicizia, per la Fasolara, per il Borgo del Mandarino, per Montetignuso, per la Costa del Lenzuolo, per il Bosco dei Conti, per lo Spalatriello, per l’esteso comprensorio di Casa Lauro: è tutto un susseguirsi di baracconi marciti, di edifici sospesi al grezzo, di tettoie, lamiere, incannucciate; un’ira di dio che sfregia boschetti e pinete, centri rurali di grande effetto scenografico, itinerari campestri e le ultime vestigia di case coloniche da salvare dal totale annientamento con l’imposizione dei vincoli storici e monumentali.

Tutto questo disastro ambientale è stato rinvenuto negli altri Comuni dell’isola (documentazione fotografica docet!) con le stesse caratteristiche e connotazioni edilizie. Inutile entrare nei particolari; gli UTC isolani hanno ben presente il cumulo di scempi protetti, le demolizioni ineseguite, qualche condono fasullo con lafamigerata procedura semplificata e l’inerzia dei sindaci che in siffatta materia sono da ritenersi i principali responsabili di omissioni gravissime perseguibili dall’autorità penale! Un ultimo cenno va fatto a due grossi edifici sospesi al grezzo da anni per riscontrate abusività insanabili e suscettibili di demolizione coattiva. Trattasi di un fabbricato realizzato in via Mirabella da personaggi di “spessore” dell’entroterra campano, denunciato inutilmente dall’avv. Salvatore Trani, ma infine posto sotto sequestro ad un passo dal completamento. Costruito dopo il collassamento notturno di un decrepito edificio abbandonato da decenni, il nuovo manufatto presenta triplicate le aree coperte e aumentate sensibilmente le altezze (un terzo piano abusivo). E’ fermo da alcuni anni e aspetta il…diluvio universale per sparire dalla circolazione! Idem per un enorme fabbricato, sospeso al grezzo, in via provinciale Panza (nei pressi dell’Hotel Galidon). Una ristrutturazione infinita, (oltre venti anni) ormai ferma con le ingabbiature arrugginite e le”pezze” appese, come improbabili bandiere a mezz’asta, esposte per…lutto!

L’isola d’Ischia è anche questo. De Chiara e D’ambrosio, volenterosi ex magistrati in pensione, tenteranno di sbrogliare la matassa, laddove nessuno è mai riuscito a farcela. Auguri; ma l’è dura davvero.

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